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S. Alfonso Maria de Liguori
Consid. ed affetti sovra la Passione

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§ IV - Dell'istituzione del SS. Sagramento.

Coenantibus autem eis, accepit Iesus panem et benedixit ac fregit deditque discipulis suis et ait: Accipite et comedite, hoc est corpus meum (Matth. XXVI, 26). Dopo la lavanda de' piedi, atto di tanta umiltà della quale Gesù raccomandò a' discepoli la pratica, egli ripigliò le sue vesti, e, di nuovo posto alla mensa, volle allor dare agli uomini l'ultima prova della tenerezza che avea per essi; e questa fu l'istituzione del SS. Sagramento dell'altare. Prese a tal fine un pane, nello stesso tempo lo consagrò e, dividendolo, diello a' discepoli dicendo: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo». Indi loro raccomandò che ogni volta in cui si fossero comunicati, si fossero ricordati della sua morte sofferta per loro amore: Quotiescumque manducabitis panem hunc, mortem Domini annuntiabitis (I Cor. XI, 26). Fece appunto allora Gesù Cristo, come farebbe un principe che amasse molto la sua sposa e stesse per morire; egli sceglie tra le sue gioie la gemma più bella, chiama poi la sposa e le dice: Orsù io me ne muoio, o sposa mia: acciocché non ti scordi di me, ti lascio per ricordo questa gemma; quando la guardi, ricordati di me e dell'amore che t'ho portato. «Niuna lingua è bastante, scrisse


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S. Pietro d'Alcantara nelle sue meditazioni, a poter dichiarare la grandezza dell'amore che Gesù porta ad ogni anima: e perciò, volendo questo sposo partire da questa vita, acciocché questa sua assenza non le fosse cagione di scordarsi di lui, le lasciò per memoria questo SS. Sagramento, nel quale egli stesso rimanea, non volendo che tra ambedue restasse altro pegno, per tenere svegliata la memoria, che esso medesimo.» 1 Quindi intendiamo quanto gradisce Gesù Cristo che noi ci ricordiamo della sua Passione, mentre ha istituito a posta il Sagramento dell'altare, affinché noi abbiamo continua memoria dell'amore immenso che ci ha dimostrato nella sua morte.

O Gesù mio, o Dio innamorato delle anime, e dove vi trasportò l'affetto che portate agli uomini sino a farvi loro cibo? Ditemi, che più vi resta da fare per obbligarci ad amarvi? Voi nella santa comunione tutto a noi vi donate senza riserba; è giusto dunque che noi tutti senza riserba ci doniamo a voi. Amino gli altri ciò che vogliono, ricchezze, onori e mondo: io voglio esser tutto vostro, non voglio amare altri che voi, mio Dio. Voi avete detto che chi si ciba di voi vive solo per voi: Qui manducat me, et ipse vivet propter me (Io. VI, 58). Giacché dunque tante volte mi avete ammesso a cibarmi delle vostre carni, fatemi morire a me stesso, acciocché io viva solo per voi, solo per servirvi e darvi gusto. Gesù mio, io voglio metter in voi tutti gli affetti miei, aiutatemi ad esservi fedele.

Nota S. Paolo il tempo in cui instituì Gesù Cristo questo gran Sagramento, e dice: Iesus, in qua nocte tradebatur, accepit panem... et dixit: Accipite, et manducate, hoc est corpus meum (I Cor. XI, 23, 24). Oh Dio, in quella stessa notte in cui gli uomini si apparecchiavano a far morire Gesù Cristo, l'amante Redentore ci apparecchia questo pane di vita e d'amore per


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unirci tutti a sé, com'egli ci dichiarò: Qui manducat meam carnem... in me manet, et ego in eo. 2 - O amore dell'anima mia, degno d'infinito amore, a voi non restano maggiori prove da darmi per farmi intendere l'affetto e la tenerezza che avete per me. Deh tiratemi tutto a voi! Se io non so darvi intieramente il mio cuore, prendetevelo voi. Ah Gesù mio, quando sarò tutto vostro, come voi vi fate tutto mio, allorché vi ricevo in questo Sagramento d'amore? Deh illuminatemi e scopritemi sempre più le belle vostre parti che vi rendondegno d'esser amato, acciocch'io sempre più m'innamori di voi, e m'impieghi a compiacervi! V'amo, mio sommo bene, mia gioia, mio amore, mio tutto.




1 «Ninguna lengua criada puede declarar la grandeza de el amor che Cristo tiene á su Esposa la Iglesia, y por consiguiente á cada una de las animas, que están en gracia, porque cada una de ellas es tambien Esposa suya. Pues queriendo este Esposo dulcisimo partirse de esta vida, y ausentarse de su Esposa la Iglesia - porque esta ausencia no la fuese causa de olvido – dexóla por memorial á este Santisimo Sacramento, en que se quedaba él mismo, no queriendo que entre él y ella huviese otra prenda, que despertase su memoria, sino solo él.» S. PEDRO DE ALCANTARA, Tratado de la oración, meditación y devoción, parte primera, cap. 4, El Lunes.

2 Qui manducat meam carnem et bibit meum sanguinem, in me manet et ego in illo. Io. VI, 57.




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