§ V - Del Rettore locale ed altri Officiali

I. I Rettori locali avranno la cura di ciascuna casa. Darà loro il Rettore

Maggiore un Ammonitore, perché invigili sulla di loro condotta; e conoscendo l'Ammonitore mancanza del Rettore e poca cura nell'esiggere l'osservanza, debba prima fraternamente con umiltà ammonirlo, e non emendandosi, renderne avvisato il Rettore Maggiore. Darà loro parimente due Consultori, co' quali consulterà una volta il mese tutti gli affari della casa; e da tutti insieme si rivederanno i conti ed i libri delle messe.

II. Senza il parere dell'Ammonitore e suoi Consultori, i Rettori non faranno spese eccedenti la somma di dieci scudi, ed eccedendo queste la somma di cento scudi, si esigga⁵⁰ di più la licenza del Rettore Maggiore.

III. I Rettori o loro Procuratori nelle transazioni, accordi, accettazioni di legati, o in qualunque maniera si debbano obbligare i beni della casa, specialmente nel prendere danaro ad interesse, oltre del beneplacito della Sede Apostolica o dell'Ordinario ne abbiano il beneplacito in scriptis del Rettore Maggiore.

IV. Il Rettore locale si eleggerà un compagno, che si nominerà col titolo di Ministro. Questi aiuterà il Rettore nella cura della casa ed in sua mancanza ne avrà il governo, nel qual tempo si conformerà in tutto a i stabilimenti e pratica del Rettore.

V. In ciascuna casa o collegio, oltre il Rettore, non vi saranno più di undici sacerdoti e sette fratelli serventi⁵¹; solo nelle case di noviziato e studentato, o dove sarà il Rettore Maggiore, potrà esservene maggior numero.

VI. Il Rettore locale ciascun mese esiggerà conto di coscienza da tutti i sudditi e visiterà le stanze di ciascuno.