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S. Alfonso Maria de Liguori Delle cerimonie della messa IntraText CT - Lettura del testo |
Introduzione
Quanta cura è necessario mettere perché il santo sacrificio della messa sia celebrato con ogni pietà e venerazione lo potrà tra facilmente comprendere ognuno che rifletta che nella sacra scrittura è chiamato maledetto chi compie con una négligenza l'opera a di Dio.
Se ammettiamo di conseguenza che nessuna altra azione così santa e divina può essere compiuta dai cristiani quanto questo tremendo mistero, nel quale quella vivificante Ostia che ci riconcilia con Dio padre sull'altare ogni giorno, è immolata dai sacerdoti ne risulta chiaramente che bisogna usare impegno e diligenza perché esso venga celebrato con la maggiore purezza e trasparenza interiore e con atteggiamento esterior di devozione e pietà.
S. Alfonso, accogliendo questa prescrizione del concilio di Trento, non solo celebrava il santoto sacrificio della messa con ogni rispetto e serietà e ne osservava minuziosamente le rubriche ma voleva anche fossero osservate dai suoi sudditi.
A questo scopo quando a sant'Agata dei Goti ricopriva il ministero e episcopale, ormai vecchio di 60 anni, scrisse in italiano nella 1768 un libro aureo sulle cerimonie nella messa, a nel quale spiegò con stile chiaro e breve i riti prescritti per il sacrificio della messa a secondo i decreti della Sacra Congregazione dei Riti e gli autori più stimati. Perché anche gli altri sacerdoti, digiuni di italiano, potessero leggere quest'opuscolo, il P. Miche Haringer, sacerdote redentorista, nel 18157 tradusse in latino il testo italiano e lo illustrò a con l'aggiunta di note e e decreti della Sacra Congregazione dei Riti.
Da allora, poiché tutte le copie di questo libriccino si sono vendute e sono stati emanati parecchi decreti della Sacra Congregazione dei Riti, con il permesso e l'approvazione dei superiori, esce questa nuova edizione: una vera e propria prima e edizione.
La traduzione dall'italiano di molti passi è stata corretta e le note a pie' pagina usate nella prima edizione sono state accresciute e modificate.
Poiché S. Alfonso non spiega le rubriche generali del messale e dall'epoca del santo dottore molte questioni sollevate dagli scrittori sono state decise e risolte dalla suprema autorità della Sede apostolica, a questa edizione sono state aggiunte 8 appendici perché i sacerdoti abbiano a disposizione sempre ciò che occorre nelle occasioni diverse. Si aggiunge anche una introduzione che comprende l'obbligo e l'osservanza delle rubriche l'applicazione della messa, la preparazione alla messa, il rispetto durante la celebrazione, e il ringraziamento dopo la messa.
Le testimonianze, contenute nelle note e nelle appendici, sono tratte dal messale romano, fondamento e principio delle rubriche per la celebrazione della messa, dal cerimoniale dei vescovi, dal rituale romano e dai decreti i della sacra congregazione dei riti e dagli autori più stimati.
Nello stesso tempo, qua e là, si aggiungono i passi della teologia morale di Sant'Alfonso che illustrano l'obbligo delle rubriche.
Se, lettore benevolo, trarrai profitto da questo lavoro, te ne prego, non assegnarlo a mio merito; ma se vi troverà qualcosa scritto negligentemente, memore dell'umana condizione sii buono; ma quanto di buono troverai in esso ascrivilo a gloria e onore di Gesù Cristo che ogni giorno si offre nel sacrificio della santa messa attraverso le mani dei sacerdoti.
Saluti e durante la messa ricordati di me.
Ratisbona, festa delle Epifania del Signore, 1882
P. Giorgio Schober CSsR
In S. ALPHONSI M. DE LIGUORI
Liber de caeremoniis Missae
Ratisbonae, Neo Eboraci et Cincinnath 1882, pp.3-4