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S. Alfonso Maria de Liguori
Dissertazioni teologiche-morali

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§. 3. Delle condizioni degli uomini che risorgeranno.

 

17. Alcuni eretici, come gli albanesi ed albigesi, diceano che la seconda unione dell'anima col corpo nella risurrezione non si facea collo stesso corpo, ma con un altro diverso. Altri poi anche erroneamente dissero che le anime salve si congiungeranno con corpi celesti o pure materiali, ma sottili come vento. Tutte sono opinioni false; la verità cattolica è che l'anima nella risurrezione ripiglierà lo stesso corpo con cui prima visse, colla stessa carne, pelle, ossa e nervi, come si deduce dall'apostolo che dice: Oportet enim corruptibile hoc induere incorruptionem5. Se l'anima non si riunisce collo stesso corpo, ma con un altro, quest'altro corpo non sarebbe quello corruttibile che poi riceve l'incorruzione. In oltre dice l'apostolo: Cum autem mortale hoc induerit immortalitatem, tunc fiet sermo qui scriptus est: Absorpta est mors in victoria; ubi est mors victoria tua6? Ma se il corpo immortale fosse diverso da quello che la morte ha privato di vita, la morte anche potrebbe vantar la sua vittoria, perché il corpo privato di vita non mai risorgerebbe. Ciò ancora costa dall'esempio di Gesù Cristo risorto, che quando apparve a' discepoli, stimarono essi, se spiritum videre, cioè vedere un corpo aereo; onde per quietarli ebbe loro a dire: Palpate et videte, quia spiritus carnem et ossa non habet, sicut videtis me habere7.

 

18. E così s. Gregorio convinse Eutichio il quale negava la risurrezione della carne. Opponeva Eutichio quel che dicea s. Paolo: Seminatur corpus animale, surget corpus spirituale... secundus homo de coelo coelestis8. Dunque, diceva, non risorgerà l'uomo colla stessa sua carne. Ma si risponde che in tanto il corpo dell'uomo è animale, in quanto per conservarlo in vita in questa terra bisogna alimentarlo co' cibi terreni, come si conservano gli altri animali; ma il corpo dell'uomo morto sorgerà spirituale, perché nella vita eterna basterà il solo spirito


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a conservargli la vita senza cibo materiale; e perciò dicesi poi degli eletti che saranno uomini celesti, perché fatti gloriosi diventeranno simili agli angeli.

 

19. Si opponeva di più, che quando muore l'uomo, non resta altro del suo corpo che la materia, la quale è indifferente a prendere ogni forma corporea; risorgendo dunque l'uomo, qual forma avrà? Si risponde che se per forma si prendono le qualità accidentali, queste colla morte certamente periscono; ma se per forma prendesi (come si deve intendere) la forma sostanziale, cioè la proprietà essenziale alla materia, questa già rimane, allorché l'anima si unisce al corpo. Ma che si dirà degli antropophagos, cioè di coloro che si cibano delle carni umane, allorché risorgeranno ambedue i corpi, di chi si è cibato e di colui ch'è stato divorato? si fa il dubbio se ambedue risorgeranno colla materia de' proprj corpi. Si risponde con s. Agostino e s. Tommaso1 che nella risurrezione la carne dell'uomo fatta cibo ritornerà qual era a colui che fu divorato; ed all'incontro a colui che si cibò della carne dell'altro, si supplirà colla carne propria generata con altri cibi; e ciò avverrà per opera della divina onnipotenza.

 

20. Si dimanda per I., se l'uomo risorgerà lo stesso che fu prima di morire? Risponde s. Tommaso, che sì2, e dice, esser questa verità cattolica; ciò si prova con Giobbe, il quale disse: Et in novissimo die de terra surrecturus sum, et rursum circumdabor pelle mea, et in carne mea videbo Deum meum3. E la ragione si è, perché nella risurrezione si unirà lo stesso corpo (come si è detto di sopra) colla stessa anima. Ma si oppone: Se una statua si rifà dallo stesso metallo rifatto dalle sue medesime polveri, non sarà il medesimo. Risponde s. Tommaso4 che quando la statua vien rifatta dalla stessa sostanza o sia materia, allora si dice la stessa numero, non importando che in quanto alla forma accidentale sia diversa.

 

21. Si dimanda per 2, se tutto ciò che fu nel corpo di un uomo, risorgerà con esso lui. Risponde il card. Gotti5 che ciascuno risorgerà con tutto quel che spetta all'integrità della natura, secondo lo stato della risurrezione; e perciò dice che quelli che in qualche tempo della loro vita ebbero maggior materia del bisogno per la decente statura, ne riprenderanno quella sola quantità che basta; a coloro poi a cui mancò la materia o per morbo o per l'età, sarà loro supplita per divina virtù.

 

22. Si dimanda per 3., se nell'uomo dee risorgere tutto ciò che fu materiale? Risponde s. Tommaso6 che in quanto alle parti materiali che in vita nell'uomo alle volte si aggiungono per causa del cibo, oltre la quantità conveniente, queste non risorgeranno tutte, quante furono dal principio sino alla fine della vita, perché non son necessarie all'integrità dell'uomo; ma le parti poi formali, cioè le integrali di maggior quantità che ritengono la specie comune, come sono le ossa, i nervi ecc., queste risorgeranno le stesse.

 

23. Si dimanda per 4 se l'uomo risorgerà intiero colle stesse membra del suo corpo. Risponde s. Tommaso che sì7, e ne adduce la ragione, perché il corpo umano dee risorgere colla proporzione, che per ogni parte corrisponda all'anima; l'anima all'incontro esige che il corpo abbia tutti i membri, altrimenti non risorgerebbe perfetto nell'esser naturale; onde dice il s. dottore che gli uomini risorgeranno intieri cogli stessi membri con cui sono morti; ed anche con quelli de' quali sono stati privati dalla nascita per sua natural condizione o per qualche caso.

 

24. Si domanda per 5. se i corpi dei dannati risorgeranno colle stesse loro deformità o pure senza quelle. Durando tiene che risorgeranno senza niuno di quei membri di cui erano privi nella loro morte, benché gli avessero avuti nella nascita; dicendo che ciò compete al loro miserabile stato. Estio8 distingue e dice che se il dannato ha perduto qualche membro dopo la nascita, quello gli sarà restituito; ma se è nato colla mancanza di quel membro, non apparisce alcuna gran ragione che gli si debba restituire quel membro col quale non ha mai peccato. Silvio9 scrive che s. Bonaventura non improbabilmente stima che i reprobi risorgeranno senza le deformità che sono tali per diminuzione patita dei membri; ma che resteranno loro quelle che sono per iscomposta proporzione dei membri. Nondimeno s. Tommaso10 più probabilmente, dice lo stesso Silvio, con Padovano e Domenico Soto, stima che i reprobi risorgeranno senza deformità e


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senza quei difetti che non vengono naturalmente da principj naturali nel genere umano; ma resteranno loro questi difetti proprj della natura umana, come sono la passibilità, la gravità, la tardità e simili. Del resto avranno la proporzione dovuta, in modo che non mancherà loro alcun membro, né avranno alcun vizio o deformità contratta in qualunque modo. Ma in quanto agli eletti dice1 (e la sua sentenza è abbracciata da tutti), ch'essi risorgeranno non solo senz'alcun difetto di membri superflui o deformi, ma senza neppure quei difetti naturali di gravità, tardità ecc., perché ciò esige lo stato della risurrezione de' beati; giusta quel che dice s. Paolo, che Gesù Cristo reformabit corpus humilitatis nostrae configuratum corpori claritatis suae2.

 

25. Si dimanda per 6. Ma nella risurrezione a che serviranno certi membri, come gl'intestini, giacché allora non vi sarà più uso di cibi né di bevande? A questa difficoltà risponde s. Tommaso3 che se ella valesse, non dovrebbe esservi nella risurrezione più diversità di sesso; onde risponde che tali membri non sono già superflui, perché quantunque ne cessi l'uso, nondimeno servono alla perfezione del corpo umano. L'opinione poi stravagante di Scoto, riferita dal p. Calmet4 che le donne non risorgeranno in forma di donne, ma di uomini, ella è ributtata comunemente e con ragione, come vedremo nel §. IV seguente al num. 30.

 

26. Si dimanda per ultimo se nella risurrezione risorgeranno coll'uomo anche i capelli e le unghie? Risponde s. Tommaso5 che sì; perché quantunque nell'altra vita non servono più queste cose per la conservazione delle altre parti, come servono nella vita presente; nondimeno spettano alla totale perfezione del corpo umano secondo la sua natura. Questi capelli poi ed unghie, dice s. Agostino6 che risorgeranno secondo la quantità che basta all'ornamento dell'uomo. Dice di più s. Tommaso7 che gli altri umori del corpo umano anche saranno restituiti a' risorgenti, secondo il lor modo, e per quanto basta all'integrità del corpo umano.

 




5 1. Cor. 15. 52.



6 Loc. cit. v. 54. et 55.



7 Luc. 24. 39.



8 1. Cor. 15. 44.

1 S. Aug. l. 22. de civ. c. 20. et .s. Thom. in 4. contra Gentes c. 81.



2 Suppl. 3. part. quaest. 79. a. 2.



3 Iob. 19. 25.



4 Ib. ad 4.



5 Theol. part. 3. in fin. qu. 5. §. 3.



6 Suppl. p. 3. qu. 80. a. 5.



7 Loc. cit. a. 1.



8 In 4. dist. 44. §. 6.



9 In suppl. s. Thomae part. 3. an. 86. a. 1.



10 Qu. 86. cit. a. 1.

1 Loc. cit.



2 Philip. 3. 21.



3 Qu. 86. cit. a. 1.



4 Dissert. de resurr. mort.



5 Loc. cit. qu. 80. a. 2.



6 L. 22. de civ. Dei c. 19.



7 Suppl. qu. 80. a. 3.






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