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S. Alfonso Maria de Liguori
Dissertazioni teologiche-morali

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§. 5. Della qualità de' corpi risorti.

 

35. Parlando de' corpi de' beati, quattro sono le qualità o sieno doti, delle quali i loro corpi saranno ornati. La prima dote sarà l'impassibilità, per cui non solo saranno esenti dalla morte e dalla corruzione, ma da qualunque lesione, in modo che se fossero posti nelle fiamme dell'inferno, niuna pena dal fuoco o dai demonj potrebbero patire. Ne la ragione s. Tommaso2, perché nel cielo, siccome l'anima è perfettamente soggetta a Dio, così il corpo è soggetto perfettamente all'anima; onde niuna forza potrà debilitare la soggezione del corpo all'anima, e perciò niuna forza potrà indurre lesione nel corpo glorioso.

 

36. La seconda dote del corpo beato sarà la sottilità, che consiste nell'esser libero da ogni crassizie; in modo tale che l'anima governerà il corpo a guisa di spirito; non già perché diventerà spirito o corpo aereo, ma perché il corpo sarà perfettamente ubbidiente all'anima. Dice poi il cardinal Gotti3, che sebbene il corpo del beato in virtù della divina potenza potrebbe penetrare un altro corpo, e stare con quello nello stesso luogo, ciò nondimeno non l'avrà per la dote della sottilità beatifica. Dice poi s. Tommaso4, che il beato potrà far vedere il suo corpo quando vuole, e, quando non vuole, occultarlo; mentre il beato diffonderà a suo arbitrio le specie del suo corpo. La sottilità del corpo glorioso non già lo renderà impalpabile, perché, secondo dice s. Tommaso5, il corpo non diventerà aereo, ma sarà solido, che resiste ad ogni altro corpo.

 

37. La terza dote sarà l'agilità, colla quale potrà il corpo del beato esser mosso dall'anima e portato senza impedimento dovunque e comunque ella vorrà con moto celerissimo, e quasi impercettibile: ma non già (dice il cardinal Gotti) potrà trovarsi il corpo in diversi luoghi del medesimo istante.

 

38. La quarta dote del corpo glorioso sarà la chiarezza, ossia la lucidezza, per la quale esso manderà da per tutto un'ammirabil luce, la quale, benché sia molto maggiore di quella del sole che noi vediamo, dice s. Tommaso6 che non offenderà la vista degli occhi, ma più presto la renderà più dolce. Se poi questa chiarezza sia solo nella superficie del corpo, il cardinal Gotti sostiene che ella sarà anche nella profondità di tutto il corpo. Dice ancora ch'ella è della stessa specie dello splendore che noi vediamo; e pertanto può naturalmente vedersi da ognuno, benché non sia beato. Quindi nel giudizio finale anche i reprobi vedranno lo splendore de' corpi beati, come si ha dalla sapienza7. Videntes turbabuntur timore horribili etc. La chiarezza nonperò del corpo del beato non si vedrà da tutti, ma sarà nel suo arbitrio di farlo vedere o nasconderlo agli altri; e lo stesso dice s. Tommaso8 di ogni altra azione del corpo, che non sarà osservata dagli altri, se l'anima del beato non vuole che sia veduta.

 




2 Suppl. 3. p. q. 28. a. 1.



3 De resurr. q. 6. dub. 3. n. 3.



4 Suppl. qu. 83. a. 5. ad 3.



5 Loc. cit. a. 6.



6 3. p. q. 85. a. 2. ad 2.



7 C. 5. v. 2.



8 Suppl. loco cit. a. 3.






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