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S. Alfonso Maria de Liguori
Dissertazioni teologiche-morali

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§. 7. Delle sentenze universali che proferirà il Signore per gli eletti e per i reprobi.

 

27. La sentenza di Gesù Cristo per gli eletti sta predetta da s. Matteo: Tunc dicet rex his qui a dextris eius erunt: Venite, benedicti Patris mei, possidete paratum vobis regnum a constitutione mundi3. Ed all'incontro, rivolto a' reprobi dirà: Tunc dicet et his qui a sinistris erunt: Discedite a me, maledicti, in ignem aeternum4. Queste due sentenze riguardano coloro che, giunti all'uso di ragione, han fatte opere buone o cattive, per le quali si han meritata poi la sentenza di vita o di morte eterna; ciò si ricava dalle parole seguenti: Esurivi enim et dedistis mihi manducare etc.5. E da quell'altre: Esurivi enim et non dedistis, etc.6. Qui si dimanda: Che si farà de' bambini o de' pazzi perpetui che son morti senza battesimo e col solo peccato originale? Di questi bambini e pazzi si parlerà appresso, al num. 34, poiché per essi anche vi sarà la sentenza generale; sicché per tutti questi uomini che hanno da esser giudicati vi saranno tre sentenze generali, secondo le quali altri saranno ammessi al regno, altri saranno mandati all'inferno, ed altri saranno dal regno esclusi, quali saranno i bambini morti prima dell'uso di ragione e senza battesimo. Quali poi saranno le pene di questi bambini, vedi quel che si dirà nel §. seguente, num. 37. et 38.

 

28. Oltre poi di queste tre sentenze generali, vi saranno innumerabili sentenze particolari, spettanti a ciascuno eletto o reprobo; poiché ciascuno eletto sarà premiato con diverso grado di gloria, e ciascun reprobo con diverso grado di pena, secondo la misura de' meriti o de' demeriti. Queste sentenze particolari nonperò, come dice s. Tommaso7, il card. Gotti8 ed Estio9, non saranno espresse da Cristo con parole, mentre a compir ciò vi bisognerebbe un'immensa lunghezza di tempo, ma tutto si farà spiritualmente, facendosi nota a ciascuno la quantità del premio o della pena che gli son destinati. E ciò si farà (come dicono) o per divina virtù o per mezzo della coscienza che paleserà a ciascuno la sua sorte, o pure per mezzo de' santi assessori al giudizio (de' quali si è parlato al num. 22),


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che annunzieranno a ciascuno la sentenza datagli da Gesù Cristo.

 

29. Non solo poi ciascuno saprà il suo premio o la sua pena; ma siccome a tutti saran palesate le opere di ciascuno, così per divina virtù sarà a tutti nota la sentenza che il Signore darà per ciascuno del premio o della pena che gli tocca. Allora niuno potrà lamentarsi, dice s. Agostino, perché l'empio sia stato felice in questa vita, e 'l giusto sia stato infelice; poiché allora apparirà la vera felicità che si han meritata i buoni, e la vera infelicità a cui da se stessi si son condannati i mali: Nullus ibi erit imperitae... querelae locus, cur iniustus ille sit felix, et cur iustus ille infelix; omnium namque tunc non nisi bonorum vera et plena felicitas, et omnium non nisi malorum digna et summa infelicitas apparebit1.

 

30. Si dimanda se le prime tre sentenze generali riferite di sopra, Venite, benedicti, e Discedite, maledicti, coll'altra sentenza che sarà data a' bambini, di cui si parlerà appresso, saran proferite a voce da Gesù Cristo, oppure solo spiritualmente? Estio2 tiene che saranno vocalmente espresse, con Riccardo, Domenico Soto e l'Abulese: dice Estio che comparendo Gesù Cristo nel giudizio universale in forma umana, ben conviene ch'egli giudichi con voce umana e sensibile. Lo stesso par che senta s. Gregorio3 dicendo: Ii qui iudicabuntur, iudicis verba et interpretationem audituri sunt. Lo stesso par che senta s. Agostino4 dicendo: Christus in voce evidens apparebit, qui prius, cum venisset occultus, ante iudicium siluit. Il card. Gotti aderisce alla stessa opinione, e reca una ragione ben forte, cioè che le parole della scrittura debbono prendersi letteralmente, sempre che non vi è in contrario, alcuno inconveniente; ed in s. Matteo sta scritto: Tunc dicet his qui a dextris sunt: Venite etc.; dicet qui a sinistris sunt: Ite, etc. E posto che Gesù Cristo nel giudizio universale, come abbiam veduto di sopra, giudica come uomo, la parola dicet significa che veramente parlerà sensibilmente; questa ragione fa apparire esser molto più probabile che le sentenze generali saranno proferite da Gesù Cristo a voce.

 

31. Siegue ciò a provarsi perché tutto il giudizio si farà con modo sensibile: Gesù Cristo sederà in forma umana e sensibile, gli uomini similmente in forma sensibile staranno davanti al giudice; onde molto verisimilmente quelle sentenze saran proferite con voce sensibile. Ed a quest'opinione sembra non esser contrario s. Tommaso5, poiché, parlando delle sentenze particolari, dice: Sed locutio, quae tempore mensuratur, requireret immensam temporis longitudinem, si vocali locutione iudicium perageretur. Dal che si ricava che s. Tommaso, dicendo che le sentenze non si daranno a voce, parla delle sole sentenze particolari e non delle generali, che non richiedono se non brevissimo tempo. Si aggiunge che la voce di Gesù Cristo in dar la sentenza agli eletti accrescerà loro il gaudio, e per contrario in dar la sentenza a' reprobi accrescerà loro la confusione. Almeno in un altro luogo s. Tommaso6 par che ammetta che i fedeli riceveranno a voce la loro sentenza: Tamen illi qui fidem habuerunt, quam ex verbis Dei conceperunt, et ipsis verbis iudicabuntur. Approvando con ciò la sentenza di s. Gregorio il quale scrisse7: Illi autem verba iudicis audient, qui eius fidem verba tenuerunt. In qual linguaggio poi parlerà in una lingua, la quale sarà intesa da ciascuno, come fosse proprio linguaggio.

 

32. Le cause poi o sieno le ragioni delle sentenze, non saranno certamente espresse con voce, come scrive s. Matteo: Esurivi enim, et dedistis mihi manducare, e per contrario: Esurivi, et non dedistis etc., poiché vi saranno molte opere di maggior merito, e molti peccati di maggior malizia, che non si esprimeranno; onde le cause così per gli eletti, come per li reprobi, della loro mercede o della loro condanna, si paleseranno mentalmente nelle menti de' giudicati.

 




3 Matth. 25. 34.



4 Matth. 25. 41.



5 Vers. 35.



6 Ib. 42.



7 Suppl. q. 88. a. 2.



8 Qu. 2. de Iudic. §. 2.



9 In dist. 47. §. 1.

1 S. Aug. l. 20. de civ. Dei c. 1.



2 In dist. 47. §. 1.



3 L. 26. Mor. c. 20.



4 L. 20 de civ. Dei c. 24.



5 Qu. 88. a. 2. ad 3.



6 Qu. 88. a. 2. ad 2.



7 L. 26. Mor. c. 20.






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