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S. Alfonso Maria de Liguori
Esortaz. alle comunità religiose

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Esortazione alle comunità religiose di frequentar l'orazione davanti il ss. sacramento

 


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L'orazione davanti a Gesù Cristo che dimora nel sagramento dell'altare, dopo quella della s. comunione, è la divozione la più cara a Dio di tutte le divozioni, ed anche la più utile a noi; poiché, quantunque il Signore in ogni luogo è pronto ad esaudir chi lo prega, nondimeno, stando nel ss. sagramento, egli dispensa con maggior abbondanza le sue grazie; mentre a questo fine si contenta di stare giorno e notte nelle nostre chiese per consolare ognuno che viene a visitarlo ed a raccomandargli i suoi bisogni. Sarebbe dunque cosa ben degna che tutte le comunità religiose, le quali non sono composte che di persone consagrate all'amore di Gesù Cristo, tenessero destinate due o almeno una di loro, che per un'ora a vicenda tenesse


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compagnia a Gesù nel sagramento. E così succedendo l'una all'altra, si mantenesse l'assistenza continua a Gesù sagramentato. Ben mi do a credere che ciò per tutte le comunità non può aver luogo: ma ben potrebbe averlo per quelle che son numerose, e nelle quali regna l'osservanza e lo spirito di perfezione. Come in fatti in più comunità di religiosi e religiose anche nel nostro regno vi è questa bella divozione. Il beato Francesco Caracciolo fondatore dei chierici regolari minori, nelle sue regole ordinò che i pp. della sua religione osservassero questa bella pratica, della continua e non mai interrotta assistenza al ss. sagramento; e mi viene avvisato che anche in due monasterj di monache delle Calabrie, in Castrovillari ed in Rossano si pratica questa santa osservanza.

 

È certo che se in tutta la terra non vi fosse che una sola chiesa ove dimorasse Gesù Cristo nell'altare, ella sarebbe notte e giorno sempre piena di fedeli, intenti a venerare il nostro Salvatore che si degna per nostro amore starsene con noi continuamente sotto le specie di pane. Ma perché egli ha voluto porsi in tante chiese diverse, per farsi ritrovare da tutti coloro che l'amano; perciò avviene che per la nostra ingratitudine in molte chiese egli resta solo per la maggior parte della giornata. Ma se i secolari lo lasciano solo, dovrebbero almeno continuamente assisterlo i religiosi che sono la porzione più eletta della sua corte. Nei palagi de' monarchi non mancano mai molti che loro assistono, e specialmente quelli che han luogo in casa del principe. E tali sono le persone religiose che abitano ne' monasterj; elle hanno l'onore di abitare nel palagio che tiene in terra il re del cielo. Ma ciò facea piangere il p. Baldassarre Alvarez, in vedere i palagi de' principi pieni di gente, e le chiese dove sta Gesù Cristo abbandonate e sole. Ma non fanno così i santi; i santi che amano di cuore Gesù C. procurano di assistere a questo re dei re quanto più possono negli altari, ov'egli si trattiene. S. Giovanni Francesco Regis, trovando la notte chiusa la chiesa, s'inginocchiava davanti la porta a cielo aperto, ed ivi aspettava, orando, finché la chiesa si aprisse. S. Venceslao re andava la notte anche sulla neve visitando tutte le chiese dov'era il ss. sagramento.

 

Veniamo alla pratica della divozione mentovata. Il modo di esercitarla senza molta difficoltà sarebbe questo. Si assegna un'ora del giorno di assistenza al sagramento ad ogni religioso o religiosa, secondo la loro anzianità (eccettuando gl'infermi); l'assistenza sarà continua anche nella notte, in cui la persona assistente, quando avrà compita la sua ora andrà a chiamare l'altra che ha da succederle.

 

È vero che tanto si cercava da chi impegnato era a promuovere la continua assistenza al ss. sagramento; ma, stanteché non da tutte le comunità si può esigere la stessa divozione, ed acciocché per lo desiderio di continuarla, non si avesse poi a mancare alla propria obbligazione ed all'osservanza delle regole, si è stimato, per agevolarne la pratica, di dire che in quei monasterj dove non può farsi l'assistenza al ss. sagramento sì di giorno, come di notte, si faccia almeno per le 12. ore del giorno


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(cosa assai facile), e lasciando quelle della notte, si faccia che alle 12. ore della giornata vi sieno dodici religiose che per un'ora a vicenda tengano compagnia al ss. sacramento; e se mai la religiosa assegnata stesse impedita per gl'impieghi del proprio monastero, o pure per l'adempimento delle regole, in sua vece può trasferirsi la sua ora ad un'altra religiosa non impedita, e che voglia farlo. Ed essendo così bene ordinata la loro divozione, o quanto gusto daranno a Gesù sacramentato!

 

Essendo pertanto sciolto ogni ostacolo e difficoltà che potrebbe nascere, si spera che questa esortazione non resti affatto inutile, ma che sia abbracciata almeno da quelle comunità numerose ed osservanti ove fiorisce la divozione al ss. sacramento. E perciò si raccomanda in fine questo santo esercizio dell'orazione continua, o pure per le 12. ore del giorno verso Gesù sacramentato a tutti i superiori e superiore che la possono promuovere, poiché ne riporteranno un gran merito dinanzi a Dio che tanto gradisce l'assistenza che si fa al suo Figlio dimorante nel sacramento dell'altare.

 




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