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S. Alfonso Maria de Liguori La fedeltà de' Vassalli IntraText CT - Lettura del testo |
§ 6. Del serenissimo Carlo Emanuele della real casa di Savoia.
1. Non vi mancherebbero simili altri esempj, ma bastano gli addotti, perché non vorrei esser di tedio a chi legge; non posso però tralasciar di riferire qui il modo con cui Carlo Emanuele duca di Savoia operò col soccorso della divina mano la conversione della provincia dello Sciablé che stava già tutta infettata di calvinisti; poiché tutti quei paesi avevano affatto abbandonato la chiesa cattolica, e viveano senza sagramenti, senza chiese e senza sacerdoti; assistiti solamente da' predicanti che seguivano a tenerli pervertiti. Onde il nominato principe scrisse al vescovo di Genevra che avesse fatto scelta di più fervorosi missionarj e gli avesse mandati a predicare a quei popoli per indurli ad abbracciare l'antica lor religione, promettendo di assisterli con tutta la sua protezione. Il vescovo elesse allora per capo della missione s. Francesco di Sales, il quale con altri compagni convertì molti eretici, ma molti altri erano restati ostinati. Il principe procurò di adoperare più altri mezzi per veder convertito il suo Sciablé, e specialmente volle andare egli stesso per aiutar quella missione colla sua presenza ed autorità. Ma vedendo che gli ostinati stavano forti a voler seguire la loro setta ordinò un giorno a tutti gli eretici che nel giorno seguente si fossero portati nel palazzo della città.
2. Ivi essendo poi andato egli stesso accompagnato dalle sue truppe per impedire ogni disordine, e stando tutti già radunati, intimò silenzio ed indi lor disse, «che potendo egli sin da principio impiegar la sua autorità e la forza per obbligarli a rientrar nella chiesa cattolica da essi abbandonata, avea voluto servirsi solamente di mezzi piacevoli e dolci, con cui già la maggior parte eran rientrati nella chiesa; ma vedendo che essi voleano ciecamente perdersi in questa e nell'altra vita, egli si dichiarava di non voler soffrire ne' suoi paesi coloro che colla loro ostinazione si palesavano nemici di Dio e suoi; pertanto ordinò che i buoni si separassero dagli ostinati, e passassero alla sua destra quei che voleano seguitare la sua religione, ed alla sinistra quei che voleano restare nella religione diversa da quella del principe.»
3. Avendo finito di parlare, ed avendo aspettato qualche tempo, pochi rimasero alla sinistra, la maggior parte passarono alla destra; ed allora il duca a questi rivolto disse che gli avrebbe considerato sempre come suoi sudditi fedeli e che perciò poteano promettersi da lui ogni favore. Rivolto all'incontro agli altri restati alla sinistra, disse: «Voi dunque che in mia presenza ardite dichiararvi nemici di Dio e miei, uscite dal mio regno senza speranza di rientrarvi. Io vi spoglio delle vostre cariche e dignità; poiché amo meglio di non aver sudditi che di averli simili a voi de' quali avrò sempre motivo di diffidare.» E
ciò detto, voltò loro le spalle. Ma dipoi il Signore consolò pienamente questo buon principe, giacché s. Francesco di Sales dopo tal fatto ebbe la sorte di vederli tutti ravveduti e convertiti; onde egli stesso ottenne poi loro dal principe la grazia del ritorno; e in avvenire vissero unitamente in pace ne' loro paesi.