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S. Alfonso Maria de Liguori
La fedeltà de' Vassalli

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§ 7. Conclusione che si ricava dagli esempj riferiti di sopra.

1. Da questi due ultimi riferiti esempj vedasi specialmente quanto sia falsa la massima di alcuni falsi prudenti i quali dicono che ne' regni anche cattolici bisogna tollerare i miscredenti per conservar la pace della repubblica. La pace è dono di Dio; e come mai possono conservar la pace quei che sono nemici di Dio? Un certo eretico chiamato Gianleonardo Froereisen, in una orazione che stampò in Argentina, quantunque fosse eretico, pure parlando delle chiese della comunione Augustana scrisse questa memorabil sentenza contro di se stesso: La nostra comunione pare un'armata ove ciascuno vuol far da capo. Ella è un serpe tagliato in più parti, le quali vivono, ma presto perderanno la vita. E volea dire che dove sono miscredenti, ognuno vuol far da capo, perché (come si disse da principio) quei che non ubbidiscono a Dio neppure ubbidiscono a' loro sovrani.

2. Ben si sa che tutti i sovrani non possono sempre far quanto vorrebbero per ben della religione; talvolta debbono usar la prudenza per non perder tutto; e so ancora che non conviene usar la forza per indurre i sudditi ad abbracciar la vera fede; la forza era un tempo mezzo de' tiranni che costringeano gli uomini a credere quel che non doveano credere, com'erano le idolatrie. Iddio nullum ad se trahit invitum, egli vuol essere da noi adorato con un cuore libero, non forzato. Non mancano all'incontro mezzi più adatti ed efficaci a' principi zelanti d'indurre, senza forzarli, i loro sudditi a seguir la sana dottrina. Quando ogni altro mezzo mancasse, essi chiamino ne' loro regni buoni missionarj che con sante istruzioni e prediche sgombrino gl'inganni e faccian conoscere la vera fede e la vera via di salvarsi, come han fatto i principi riferiti di sopra e tanti altri.

3. È vero che il mandar le missioni è officio de' vescovi; ma la sperienza fa vedere che alle volte vale più la diligenza d'un principe santo e prudente a convertire i suoi vassalli, che non valgono mille vescovi, mille missioni e mille missionarj. Onde se mai qualche principe cattolico avesse eretici nel suo regno, dovrebbe procurare come meglio può di aver buoni sacerdoti nelle sue terre, che si applicassero alla conversione de' miscredenti. In molti paesi non cattolici è proibito l'entrarvi a' predicatori zelanti, ma in ciò ben può rimediarvi un principe amante della gloria di Dio colla sua potenza e prudenza.

4. Termino per non rendermi tedioso a chi legge, mentre a tal fine ho fatto questo libretto quanto più breve ho potuto. E termino pregando Iddio ch'egli colla sua divina grazia dia vigore a tutti i sovrani, e specialmente a coloro nelle mani de' quali questo mio libretto avrà avuto la sorte di pervenire, a cooperare all'esaltazione della sua divina gloria; implorando insieme loro dal Signore un felice governo in questa vita temporale e la piena felicità poi nella vita eterna.

 

 




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