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S. Alfonso Maria de Liguori
Formola della rinnovaz. dei voti

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Introduzione

Trattasi d'una Formola della rinnovazione de' voti, che il Dottore zelantissimo compose, richiestone dalle Carmelitane di Napoli, dimoranti alla Croce di Lucca. Il Convento fondato nel 1524 venne demolito nel secolo XIX e sull'area fu costruito il Policlinico della Regia Università. Testimone dei sacri ricordi passati resta la Chiesa con bel soffitto a cassettoni dorati e rivestimento a tarsia marmorea policroma di Pietro Barberiis. Ai lati del presbiterio si scorgono due buone tele di Nicola Rossi, rappresentanti l'invenzione e l'Esaltazione della santa Croce.

S. Alfonso conosceva il pio luogo, adiacente alla inobliabile Chiesa della Mercede: nelle perplessità ricorreva alle fervorose Carmelitane, implorando preghiere. La Priora volle avere una memoria del Fondatore dei Missionari Redentoristi, celebre per le eroiche virtù e la vasta scienza: lo spinse a stendere una Formola da leggere annualmente nella rinnovazione dei voti, nella festa della Epifania.

Non si conosce l'epoca, ma sembra che lo scritto rimonti al periodo episcopale, se si vuol tenere conto del profilo calligrafico, un po' oscillante. Forse ne fu pregato dopo ch'ebbe stampata la biografia di Suor Teresa De Liguori, la quale morì nel monastero del SS. Sacramento in Napoli, appartenente alle Carmelitane Scalze.

Trascrivo il piccolo manoscritto custodito nel nostro Archivio Generale (S. A. M. IX) tra i preziosi autografi di S. Alfonso. La trascrizione è fedele: ho solo corretto evidenti sbagli ortografici come: spelonga Betelemme ingenzo, abassato.

Di questo scritto fu curata un'edizione nel 1852 a Napoli dalla Tipografia Ruggiero: la stampa però non corrisponde esattamente al testo allegato: vi sono parecchie mutazioni arbitrarie. L'editore di sua iniziativa soppresse qualche parola e cambiò qualche verbo: anzi non rispettò le stesse correzioni autografe di S. Alfonso. L'opuscoletto in. 24, in otto paginette ha questo titolo. Formola della rinnovazione de' voti composta da S. Alfonso de Liguori a petizione delle Religiose della Croce di Lucca (Napoli, Tip. Ruggiero, Strada S. Gregorio Armeno, num. 23, 1852).

E' un tipico esempio di composizione alfonsiana. Il santo Autore, già vescovo, si serviva generalmente di qualche amanuense: dettava, indi rileggeva, apportando al manoscritto le debite correzioni di suo pugno.

Parmi che questa breve composizione sia sfuggita alle diligentissime ricerche del P. M. De Meulemeester: almeno non mi è riuscito rintracciarla tra le copiose notizie del suo imponente Dizionario: Bibliographie générale des Ecrivains Rédemptoristes (Louvain, 1933), il cui I volume è dedicato interamente agli scritti di S. Alfonso.

Il brano non incontrasi in alcuna delle Collezioni complete delle Opere Ascetiche del santo Dottore: d'altra parte l'edizione del 1852 è esaurita e può dirsi irreperibile. I futuri Editori Alfonsiani non mancheranno di salvare dall'oblio questa Formola, in cui si sente vivissimo lo stile dell'autore dell'Amore delle anime e della Monaca Santa.

(Oreste Gregorio in S. Alfonso 19 (1948), pp. 161-162)




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