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S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria

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Le Glorie di Maria

Approccio alla lettura*

 

Scheda

Edizioni contemporanee a S. Alfonso

1750 Napoli, Pellecchia, 2 voll. in 12°, p. 360, 408.

1756, Napoli, Pellecchia, 2ª ed., p. XIV-607

1758, Napoli (lettera di S. Alfonso, ottobre 1758)

1760, Venezia, Remondini, 2 vol., in 12°, p. XXIV, 196, 262.

1765, Napoli, Campo (Stasi), 3ª ed.

1766, Parma, Borsi, 2 voll. In 8°, p. 160, 221.

1768, Napoli, Pellecchia, 9ª ed., in 12°, p. 608.

1769, Bassano, Remondini, 2 voll., in 12°, p. 196, 262.

1771, Napoli, Stasi.

1774, Bassano, Remondini.

1776, Napoli, Stasi, 9ª ed.

1780, Napoli, Stasi

1784, Bassano, Remondini.

L’opera si apre con una supplica a Gesù Cristo e alla Madonna, seguita da un avviso al lettore che fornisce dei chiarimenti su una proposizione che ritorna frequentemente sotto la penna dell’autore: "Dio vuole che tutte le grazie ci pervengano per le mani di Maria".

L’introduzione indica:

a - il fine dell’opera: esporre brevemente "le sentenze più scelte e spiritose de' Padri e de' Teologi, affine di dare il comodo a' divoti, con poca fatica e spesa, d'infiammarsi colla lezione nell'amor di Maria, e specialmente di porgere materia a' sacerdoti di promuovere colle prediche la divozione verso questa divina Madre".

b - il modo: mettere in luce, preferendole alle altre prerogative di Maria, la sua misericordia e la sua potenza, perché "s'è vera la sentenza... che tutte le grazie sol per mano di Maria si dispensano, e che tutti quei che si salvano, non si salvano che per mezzo di questa divina Madre; per necessaria conseguenza può dirsi che dal predicar Maria e la confidenza nella sua intercessione, dipende la salute di tutti".

c - il piano: "spiegazione (10 capitoli) della Salve Regina, preghiera dove questa misericordia e questa potenza della Beata Vergine sono meravigliosamente considerate. - Discorsi (o letture) sulle sette principali feste di Maria e le Riflessioni sui suoi dolori - Le virtù della Madonna - Pratica della devozione verso la divina Madre."

Lunghi anni furono impiegati alla raccolta del materiale di questa importante opera. Una lettera del P. Francesco Pepe S. J., in data 13 giugno 1734, ci fa credere che già allora S. Alfonso stava lavorando a questo libro. Il sapiente gesuita richiama e risolve dei dubbi che gli sono stati sottoposti a proposito di certe dottrine proposte nelle Glorie e spinge alla pubblicazione di questo "libro tutto a gloria di tal grande Madre" (testo di questa lettera in Romano, p. 45)

Nel 1750 il manoscritto è finito, e il 6 ottobre riceve l’imprimatur di Giacomo Martorelli e di Ignazio Savastano, che non risparmiarono certo i loro apprezzamenti. Intanto una lettera del Santo al canonico Giacomo Fontana rivela che egli ha dovuto assorbire delle contraddizioni prima di proporre al pubblico la sua opera (il mio povero contradetto libro... uscito dopo molti stenti); egli inoltre non ha voluto ritardarne l’uscita, perché, come dice nella supplica preliminare, a causa dell’età e della salute debilitata che sembravano annunciargli prossima la sua fine, vuole essere egli stesso a continuare a lodare la Santissima Vergine e portare i fedeli a questa devozione.

Prima della fine del 1750 il libro esce dai tipi del tipografo napoletano Alessio Pellecchia, che lo lancia di nuovo nel 1756; una terza edizione (purtroppo non ritrovata) apparve a Napoli nel 1758 e quindi a sua volta, nel 1760, lo pubblicò Remondini di Venezia.

Dopo di allora le edizioni si moltiplicano, e come accadde per le Visite, il loro numero si confonde: una edizione di Pellecchia del 1768 è indicata come nona edizione, come pure un’altra di Stasi nel 1776 porta lo stesso numero. Certamente vi furono almeno 15 edizioni prima della morte del Santo.

Nel 1772 le Glorie furono tradotte in tedesco da Pietro Obladen e pubbligate ad Ausburg col titolo di Lobredenen auf die gottliche Mutter Maria; vi fu anche una traduzione spagnola del P. Agostino Arquès pubblicata a Valencia verso il 1774.

 

P. Maurice De Meulemeester

Bibliographie générale des écrivains rédemptoristes,

Louvain 1933, pp. 69-70




* S. Alfonso pubblicò Le Glorie di Maria in due tomi a Napoli (A. Pellecchia) nel 1750. Nel 1756 ne curò la II edizione, apportandovi mutazioni d'indole ortografica, e aggiungendo in Appendice la Risposta a un Anonimo. Nel 1761, avendo disegnato di riunire insieme tutte le sue Opere Spirituali, rivide Le Glorie di Maria, con l'intento di eliminare gli errori tipografici incorsi precedentemente (cfr. Lettere di S. Alfonso, III, 126 e 136), e di variarne alquanto la disposizione. A tal fine si servì di una copia della I ediz. veneta (1760, Remondini). La preziosa fatica restata inedita negli Archivi Remondiniani, passò in seguito alla Biblioteca comunale di Bassana, dove fortunatamente l'abbiamo trovata. - Senza dubbio, per la presente edizione ci baseremo su di essa - che chiameremo la Bassanese - tenendo conto anche della IX ed. napoletana del 1776 (Stasi), la quale, sebbene si dica «accresciuta e corretta», contiene solo alcune variazioni di parole. Per tal guisa è la prima volta che Le Glorie di Maria escono alla luce nel modo definitivo in cui S. Alfonso desiderava vederle.

Nella I edizione (1750) la Prima Parte terminava con la giaculatoria: Sia sempre lodato il nostro amore Giesù, e la nostra speranza Maria, a cui seguivano in caratteri più piccoli le Canzoncine appartenenti alla Salve Regina. Nella II ediz. (1756) il santo Autore mise le 13 Orazioni alla Divina Madre al posto delle Canzoncine, che raggruppò in fine della Seconda Parte, e che nell'ediz. Bassanese tolse del tutto dalle Glorie di Maria, col disegno evidente di raccoglierle insieme alle altre in un solo opuscolo. Esse s'incontrano nel nostro volume XVII.






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