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S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria

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OSSEQUIO VII. - Dell'entrar nelle Congregazioni di Maria.

Taluno disapprova le Congregazioni col dire ch'elle riescono alle volte sorgenti di liti, e che molti vi vanno per fini umani. Ma conforme non si condannano le chiese ed i sacramenti, perché si trovano molti che se n'abusano; così neppure debbono condannarsi le Congregazioni. I Sommi Pontefici in vece di condannarle l'hanno con molta lode approvate ed arricchite d'indulgenze.

S. Francesco di Sales (nella sua Introduz., p. 2, c. 15) esorta con premura i secolari ad entrar nelle Congregazioni.1 E


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S. Carlo Borromeo che non fece per istabilire e moltiplicare queste Congregazioni? e ne' suoi sinodi precisamente insinua a' confessori che procurino di farvi entrare i penitenti: Confessor pro viribus suadebit ut alicui societati poenitentes adscribantur (Act. Med., to. I, p. 658).2 E con ragione, poiché queste Congregazioni, specialmente della Madonna, sono come tante arche di Noè, in cui trovano rifugio i poveri secolari dal diluvio delle tentazioni e de' peccati che inondano il mondo. Noi colla pratica delle missioni ben abbiam conosciuto l'utile delle Congregazioni. Regolarmente parlando, si trovano più peccati in un uomo che non va alla Congregazione, che in venti che la frequentano. La Congregazione può dirsi esser la torre di Davide: Turris David... mille clypei pendent ex ea, omnis armatura fortium (Cant. IV, 4), e questa è la cagione del gran profitto che fanno le Congregazioni, perché in esse si acquistano da' congregati molte difese contro l'inferno; e si praticano que' mezzi, per conservarsi nella divina grazia, che fuori della Congregazione da' secolari difficilmente si usano.

Per prima, uno de' mezzi per salvarsi è pensare alle massime eterne: Memorare novissima tua et in aeternum non peccabis (Eccli. VII, 40); e tanti perciò si perdono, perché non vi pensano: Desolatione desolata est omnis terra, quia nullus est qui recogitet corde (Ier. XII, 11). Ma quelli che vanno alla Congregazione ben si raccolgono a pensarvi in tante meditazioni, letture e sermoni che vi si fanno. Oves meae vocem meam audiunt (Io. X, 27).


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Per II. per salvarsi è necessario raccomandarsi a Dio: Petite et accipietis (Io. XVI, 24), e nella Congregazione questo fanno i fratelli continuamente; e Dio più gli esaudisce, poich'egli stesso ha detto che ben volentieri accorda le sue grazie alle preghiere fatte in comune: Si duo ex vobis consenserint super terram, de omni re quamcumque petierint fiet illis a Patre meo (Matth. XVIII, 19). Sul che disse S. Ambrogio: Multi minimi dum congregantur unanimes fiunt magni: et multorum preces impossibile est non audiri.3

Per III. nella Congregazione più facilmente si frequentano i sagramenti, così per le regole, come per gli esempi che vi sono degli altri fratelli. E con ciò più facilmente si ottiene la perseveranza nella divina grazia; avendo dichiarato il sagro Concilio di Trento, essere la comunione Tamquam antidotum quo liberemur a culpis quotidianis et a peccatis mortalibus praeservemur (Sess. 13, c. 2).4

Per IV. oltre de' sagramenti, nelle Congregazioni si fanno molti esercizi di mortificazioni, di umiltà, di carità verso i fratelli infermi e de' poveri. E ben sarebbe che in ogni Congregazione s'introducesse questo santo uso di assistere agl'infermi poveri del paese.

Sommo profitto avrebbe ancora se vi s'introducesse in onor della stessa divina Madre la Congregazione segreta de' fratelli più fervorosi. Voglio qui in breve notare gli esercizi che si sogliono praticare nelle segrete. 1. Si fa mezz'ora di lettura. 2. Si dicono vespero e compieta dello Spirito Santo. 3. Le litanie della Vergine, ed allora i fratelli destinati fanno qualche mortificazione in tener la croce sulle spalle e cose simili. 4. Si fa un quarto d'ora di meditazione sulla Passione di Gesù Cristo. 5. Ciascuno si accusa delle colpe commesse contro le regole, e ne riceve la penitenza dal Padre. 6. Si leggono


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da un fratello assegnato i fioretti di mortificazioni fatte nella settimana scorsa, e poi si enunciano le novene che occorrono, ecc. In fine si farà la disciplina per un Miserere ed una Salve, ed ognuno bacerà i piedi al Crocifisso posto a piè dell'altare. - Le regole poi sarebbero che ciascun fratello 1. Faccia ogni giorno l'orazione mentale. 2. La visita al SS. Sacramento e alla Madonna. 3. L'esame di coscienza la sera. 4. La lezione spirituale. 5. Fugga i giuochi e le conversazioni di mondo. 6. Frequenti la comunione e qualche mortificazione di catenella, disciplina, ecc. 7. Raccomandi ogni giorno a Dio l'anime del purgatorio ed i peccatori. 8. Che stando alcun fratello infermo, gli altri sian tutti tenuti a visitarlo. - Ma torniamo al nostro punto.

Per V. Già si è detto per salvarsi quanto giova il servire la Madre di Dio; ed i fratelli che altro fanno che servirla nella Congregazione? Ivi quanto la lodano! quante preghiere le presentano! Ivi si consagrano dal principio alla di lei servitù, eleggendola con modo speciale per loro signora e madre, e si scrivono nel libro de' figli di Maria. Onde conforme essi sono servi e figli distinti della Vergine, così ella poi con distinzione li tratta e protegge in vita e in morte. Sicché un fratello della Congregazione di Maria può dire che colla Congregazione ha ricevuto ogni bene: Venerunt mihi omnia bona pariter cum illa (Sap. VII, 11).

A due cose dunque dee attendere ogni fratello: per prima al fine, cioè di andare alla Congregazione non per altro fine, che di servire Dio e la sua Santa Madre, e di salvarsi l'anima; per secondo a non lasciar la Congregazione ne' giorni stabiliti per affari di mondo, poiché ivi dee andare a trattare il negozio più importante che tiene in questa terra, ch'è la sua salute eterna. E procuri ben anche di condurre quanti altri può alla Congregazione, e specialmente di farvi ritornar que' fratelli che l'hanno lasciata. - Oh li castighi terribili con cui il Signore ha puniti coloro che hanno abbandonata la Congregazione della Madonna! In Napoli un certo fratello lasciò la Congregazione, esortato poi a tornarvi rispose: Allora ci tornerò, quando mi saranno rotte le gambe e tagliata la testa; e fu profeta; poco passò che da alcuni suoi nemici gli furono appunto rotte le gambe e tagliata la testa 


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(Ap. Sarn., d. Congr., p. 1).5 - All'incontro i fratelli perseveranti sono da Maria provveduti di beni temporali e spirituali: Omnes... domestici eius vestiti sunt duplicibus (Prov. XXXI, 21). Si leggano appresso il P. Auriemma (T. 2, c. 4), le grazie speciali fatte da Maria a' congregati in vita e in morte, ma specialmente in morte.6 Narra il P. Crasset (T. 2, tr. 5) che nel 1586 un giovine stando in morte si addormentò, ma poi svegliato disse al suo confessore: Oh Padre, sono stato in gran pericolo di dannarmi, ma la Signora mia m'ha liberato. I demoni han presentato i miei peccati avanti al tribunale del Signore, e già si apparecchiavano a strascinarmi all'inferno, ma è venuta la S. Vergine, e dicendo loro: Dove conducete questo giovane? che ragione avete voi con un mio servo che mi ha servito tanto tempo nella mia Congregazione? i demoni son fuggiti e così sono stato salvato dalle loro mani.7 - Riferisce lo stesso autore ivi appresso, che un altro congregato anche in punto di morte ebbe una gran battaglia coll'inferno, ma poi, avendo vinto, tutto giubilante esclamò: Oh qual bene è servire la B. Madre nella sua Congregazione! E così tutto consolato morì.8 Indi soggiunge che in Napoli il duca di Popoli morendo disse al figlio: Figlio mio, sappi che quel poco di bene ch'io ho fatto in vita lo riconosco dalla mia Congregazione; onde non ho alcun bene maggiore da lasciarti che la Congregazione di Maria. Io più stimo essere stato congregato che duca di Popoli.9




1 «Entrez volontiers aux confréries du lieu où vos êtes, et particulièrement en celles desquelles les exercices apportent plus de fruit et d'édification; car en cela vous ferez une sorte d'obéissance fort agréable à Dieu, d'autant qu'encore que les confréries ne soient pas commandées, elles sont néanmoins recommandées par l'Eglise, laquelle, pour témoigner qu'elle désire que plusieurs s'y enrôlent, donne des indulgences et autres privilègies aux confrères. Et puis, c'est toujours une chose fort charitable de concourir avec plusieurs et coopérer aux autres pour leurs bons desseins. Et bien qu'il puisse arriver que l'on fit d'aussi bons exercices à part soi comme l'on fait aux confréries en commun, et que peut-être l'on goûtât plus de les faire en particulier, si est-ce que Dieu est plus glorifié de l'union et contribution que nou faisons de nos bienfaits (de nos bonnes oeuvres) avec nos frères et prochains.» S. FRANÇOIS DE SALES, Introduction à la vie dévote, seconde partie, ch. 15. Œuvres, III, pag. 103, 104.

2 GIUSSANO, Vita, Roma, 1610, lib. 2, cap. 11, pag. 95, 115; libro 5, cap. 3, pag. 327, 333; libro 7, cap. 15, pag. 503; lib. 8, cap. 2, pag. 527, 529; cap. 4, pag. 453; cap. 22, pag. 615. - Acta Ecclesiae Mediolanensis, a CAROLO Cardinali S. Praxedis Archiepiscopo condita, Mediolani 1599, pars 4, Avvertenze ai Confessori, pag. 770, col. 2: «Abbiano particolar cura che (i loro penitenti) spendano i giorni delle feste in onore e servizio del Signore. Per questo gli indurranno a entrare in alcune di quelle compagnie che hanno per istituto particolare spendere i giorni delle feste in orazioni ed esercizi di opere pie, come la scuola della vita cristiana.»

3 «Multi enim minimi dum congregantur unanimes, fiunt magni: et multorum preces impossibile est ut non impetrent.» Commentaria in Epist. ad Rom., cap. XV, n. 30, 31. Inter Opera S. Ambrosii, ML 17-177. D'autore ignoto, forse del quarto secolo, certamente non posteriore al secolo ottavo, giacché da quell'epoca in poi viene citato da molti sotto il nome di S. Ambrogio: i critici gli danno il nome di Ambrosiaster.

4 «Sumi autem voluit (Salvator noster) Sacramentum hoc tamquam spiritualem animarum cibum... et tamquam antidotum, quo liberemur a culpis quotidianis, et a peccatis mortalibus praeservemur.» SS. CONCILIUM TRIDENTINUM, Sessio 13, Decretum de SS. Eucharistiae Sacramento, cap. 2.



5 Ven. P. Gennaro M. SARNELLI, della Cong. del SS. Redentore, uno dei primi compagni di S. Alfonso, esimio apostolo di Napoli; morì ai 30 di giugno 1744, in età di 42 anni. S. Alfonso ne scrisse la Vita. - Il mondo riformato, parte terza. Aggiunta sulle sacre Congreghe ad onor di Maria SS., parte prima, § 14. Opere, VI, Napoli, 1849, pag. 175.

6 AURIEMMA, S. I., Affetti scambievoli, Bologna, 1681, parte seconda: cap. 4, pag. 55 e seg., Del frequentar le Congregazioni dedicate a Maria, e quanto Nostra Signora abbia ricompensato quest'ossequio; cap. 5, p. 74 e seg., Maria impetra a' Congregati beni di fortuna; cap. 6, p. 83 e seg., D'alcuni altri favori fatti dalla Vergine a' Congregati; cap. 8, p. 133 e seg., Affetto di Maria verso i suoi divoti nel tempo della lor morte; cap. 10, pag. 182 e seg., La Vergine ha impetrato buona morte a' Congregati.

7 CRASSET, S. I., La vera divozione verso Maria Vergine, parte seconda, Venezia, 1762, trattato 6, pratica 5, pag. 671, 672. - Quel giovane guarì, e divenne Canonico di Treviri.

8 La stessa opera, l. c., p. 672, 673.

9 La stessa opera, l. c., p. 677.




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