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S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria

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6. *

Stava in un monastero la figlia di un certo principe, la quale benché fosse di buona indole, nulladimeno, perché in quel luogo era rilasciato lo spirito, poco s'avanzava nelle virtù. Ma avendo poi cominciato a dire il rosario coi misteri, come le aveva insinuato un buon confessore, si mutò in modo ch'era l'esempio di tutte. Onde l'altre monache, offendendosi della sua ritiratezza, le diedero grandi assalti per farle lasciare la vita intrapresa. Un giorno, mentr'ella recitava il rosario, pregando Maria che l'assistesse in quella persecuzione, vide cader dall'alto una lettera. Di fuori stava scritto: Maria Madre di Dio alla sua figliuola Giovanna, salute. Di dentro poi: «Figlia mia diletta, seguita a dire il mio rosario: allontanati dal trattar con coloro


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che non ti giovano a vivere bene: guardati dall'ozio e dalla vanità, e togli dalla tua cella due cose superflue, ed io ti proteggerò appresso Dio.» Indi essendo venuto l'abbate di quel monastero a visitarlo, cercò riformarlo, ma non fece niente. Ed un giorno vide molti demoni entrar per tutte le celle delle monache, ma non in quella di Giovanna; poiché di gli scacciava la divina Madre, avanti di cui vide Giovanna che la stava pregando. Intendendo poi da lei la divozione praticata del rosario e la lettera ricevuta, ordinò che tutte dicessero il rosario; e narra l'istoria che quel monastero divenne un paradiso (Bonif., l. 4, c. 4, ex B. Alan., etc.).




* Esempio 6. - BONIFACIUS Ioannes, S. I., De Divae Virginis vita et miraculis (oppure, come viene ripetuto a tutte le pagine: De historia virginali), lib. 4, cap. 4, § De quadam virgine sanctimoniali. Coloniae, 1610, pag. 604-608. - Fonte indicato dall'autore nel margine: Alanus Rupensis. - B. ALANUS RUPENSIS, De ortu atque progressu Psalterii Christi et Mariae eiusque Confraternitatis, pars 5, cap. 65: De moniali conservata et monasterio reformato per Psalterium. (Il B. Alano non usa mai il termine di Rosario.) - Si possono considerare gli scritti del B. Alano, col dottissimo P. Echard, O. P., come «pie meditazioni» od anche «parabole». Si può pure, col non men dotto P. Mortier, dare a quel che chiama le sue «rivelazioni» il nome di «ispirazioni», almeno quanto alla sostanza della sua missione. E collo stesso autore, si può, anzi, a parer nostro, si deve conchiudere: «Alain de la Roche a-t-il eu une révélation directe de la sainte Vierge qui lui commanda de prêcher le Rosaire? On ne peut l'affirmer historiquement, puisque ses écrits n'ont qu'une autorité relative. Mais, à tout le moins, je crois fermement qu'il eut une inspiration divine, et je le crois parce que le succès du saint Rosaire, les grâces infinies de sainteté personnelle dont il a été la source, les bienfais miraculeux pour la salut de l'Eglise qui lui ont mérité la reconnaissance de la chrétienté, attestent, à n'en pas douter, une grâce extraordinaire, universelle, qui, selon les lois de la Providence, se communique, à l'origine, par une intervention divine, immédiate. Sans cette motion surnaturelle de la bonté de Dieu, un homme ne peur créer un mouvement de grâce comme a été le mouvement du Rosaire, et comme il demeure, plus vital que jamais, après quatre siècles. C'est une preuve post factum, je le sais, mais preuve évidente, à qui a des yeux pour voir.» MORTIER, O. P., Histoire des Maîtres Généraux de l'Ordre des Frères Prêcheurs, IV, Barnabé Sassone, chap. 2, Le mouvement du Rosaire au XVe siècle, pag. 645, Paris, 1909. - Il B. Alano non ha creato il Rosario; ne ha rinnovato e maravigliosamente propagato l'uso: l'odierna universale divozione al Rosario fa capo principalmente a lui; è sua poi la geniale creazione della Confraternita del Rosario. Quanto però ai suoi scritti, bisogna pur confessare che contengono cose manifestamente false, né possono, nella narrazione dei fatti, esser considerati come documenti storici, qualora manchino altre autorità anteriori; pur avviene che un fatto storico venga, in quegli scritti, trasformato, ed adattato all'intento dell'autore. Tutto ciò, forse, anche per questa ragione, che gli scritti di Alano non ci sono stati tramandati genuini. «Les écrits d'Alain de la Roche, dès leur première édition à Stockholm en 1498 (23 anni dopo la morte di Alano), et depuis, dans celle de Coppenstein, en 1619, ont été considérablement modifiés. Ils y ont perdu, surtout pour les faits surnaturels, une grande partie de leur valeur historique.» Mortier, l. c., pag. 634.




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