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S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria

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47. *

Nelle parti della Teutonica una giovine chiamata Agnese cadde in peccato col proprio padre. Uscì gravida e se ne fuggì in un deserto, dove partorì. Indi le apparve il demonio in forma di religioso e le fece buttare il parto in uno stagno. Dopo l'esortava a buttarsi ancor ella. Sentendo ciò la donna, disse: Maria, aiutami: e 'l demonio disparve (Spec. ex., verb. B. Maria, ex. 10).




* Esempio 47. - Magnum speculum exemplorum, dist. 5, exemplum 61. Venetiis, 1618, pag. 318, 319. - Fonte: THOMAS CANTIPRATANUS, O. P., Miraculorum et exemplorum memorabilium sui temporis libri duo, lib. 2, cap. 29, n. 21. Duaci, 1605, pag. 300-304. - Agnese aveva dovuto fuggire dal suo convento, completamente distrutto in una guerra. Quando fu liberata dalle mani del demonio, rimase cinque anni presso una ricca ed onesta signora ebrea, di nome Sara, la quale, per opera di Agnese, venne istruita nella fede cattolica. Il marito, per questo, diede tre mortali coltellate ad Agnese, la quale fu, da Maria SS., o preservata dalla morte o risuscitata, e fuggì da quella casa. Sara, sequestrata per due anni, riuscì anch'essa a fuggire, ricevette, con alcuni suoi figli, il battesimo, e prese il nome di Geltrude. Dopo qualche anno, ritrovò Agnese, che erasi ricoverata in un convento, e da essa creduta morta: riconobbe le cicatrici delle coltellate. Morì santamente Agnese nel 1265. Geltrude viveva tuttora in una città della diocesi di Colonia, «miro fidei calore succensa,» quando scriveva il Cantipratano.




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