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S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria

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69. *

Narra il divoto autore del libro Segreto per ogni grazia, in lode del SS. rosario, che dicendo S. Vincenzo Ferreri ad un moribondo disperato: «Tu perché vuoi dannarti, quando Gesù Cristo ti vuol salvarerispose quegli che a dispetto di Cristo si volea dannare. E 'l santo ripigliò: «E tu a dispetto tuo t'hai da salvareComincia il rosario con quei di casa, ed ecco l'infermo domanda confessione, si confessa piangendo e così muore.




* Esempio 69. - Il segreto per ogni grazia scoverto dalla verace divozione al Rosario di Maria Vergine, dall'amor tenero verso questa gran Signora, dalla divozione al SS. Sagramento e Sagro Cuore di Gesù. Napoli (per Benedetto Gessari), 1753, Quarto giorno, Lezione spirituale, pag. 93. - È molto probabile che S. Alfonso abbia conosciuto «il divoto autore» del «Segreto per ogni grazia»: il Gessari stampò pure opere di S. Alfonso; la presentazione del libro ai lettori è fatta da D. Giulio Niccolò Torno (o Torni), allora Canonico della Chiesa Metropolitana di Napoli, e poi vescovo di Arcadiopoli, il quale insegnò la teologia a S. Alfonso e fu sempre tenuto in grandissima stima e venerazione dal suo già discepolo. - L'edizione citata è quella del 1753, non la prima        . L'opera era finita di scrivere nel 1744, giacché uno dei racconti - quello riferito da S. Alfonso sotto il numero 71 - comincia così: «Nell'anno scorso 1743...» Si potrà dire che l'autore forse non diede subito il manoscritto alle stampe: ma l'avrà dato certamente prima del 1748, giacché, in quell'anno, alla fine del libro Il Parroco di villa, cioè Industrie per santificare le terre e villaggi, proposte... da un fratello della Congregazione del P. Pavone, in una Nota di libri... che possono servire per un prete di villa, viene raccomandato dall'autore - anzi due volte - Il Segreto per ogni grazia. - Il pregio speciale di questa operetta, come nota S. Alfonso al num. 75, era di presentare ai lettori esempi moderni. Però tutti gli esempi attinti da S. Alfonso a questa fonte, sono, toltone il primo, dell'aggiunto Brevissimo ragguaglio d'alcune grazie prodigiose ottenute ai tempi nostri per mezzo della vera divozione al Rosario di Maria Santissima. - Quanto al fatto di S. Vincenzo Ferreri, forse si tratta di quello riferito dal P. TEOLI, Storia della vita e del culto di S. Vincenzo Ferreri, lib. 2, trattato 2, cap. 4 (fine), Roma, 1735. Un moribondo, «più invecchiato ne' peccati che negli anni,» non vuol sentirsi parlare di confessione. Il Santo dice e fa quanto può; ma il morente gli dà risposte «da disperato qual era». Finalmente si lascia vincere dalla promessa - fatta dal Santo a voce e in iscritto - di ottenergli il perdono da Dio colle sue orazioni e di abbandonargli tutti i propri meriti. Ne seguono - alla morte del penitente e dopo - circostanze prodigiose.




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