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S. Alfonso Maria de Liguori
Istruzione al popolo

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CAP. III. De sacramento della cresima.

 

 

1. Circa la cresima, che si chiama propriamente confermazione, poco vi è da dire. Ella è uno de' sette sagramenti, come dichiarò il concilio di Trento1, e prima il concilio costanziese2, e 'l fiorentino3, per tal sagramento si aumenta la grazia ricevuta nel battesimo.

 

 

2. La materia della cresima è il sagro crisma composto d'olio di ulive, e di balsamo, consagrati dal vescovo, come insegna il catechismo romano, e come ha dichiarato Benedetto XIV.4. L'olio significa l'abbondanza della grazia dello Spirito santo, che si diffonde nel cresimando; ed il balsamo significa l'odore di virtù ch'egli dee dare invigorito da tal sagramento. La forma poi della cresima sono le parole che dice il vescovo, quando unge la fronte di chi la riceve col sagro crisma, e col segno della croce. Le parole sono (nominando prima il nome del cresimando): N. signo te signo crucis, et confirmo te chrismate salutis, in nomine Patris, et Filii, et Spiritus sancti. E si risponde Amen. Di poi lo percuote leggermente nella guancia, in segno che dee stare apparecchiato a soffrire ogni pena ed ingiuria per Gesù Cristo, e lo licenzia con dargli la pace: Pax tecum. Colle parole, Signo te signo crucis, quegli che si cresima, resta segnato, o sia scritto per soldato di Gesù Cristo con quel segno di croce. E colle parole, Confirmo te chrismate salutis, riceve la grazia di fortezza per resistere a' nemici della fede, ed agli assalti dell'inferno.

 

 

3. Chi riceve poi questo sagramento, dee sapere i misteri della santa fede, e dee stare in grazia di Dio, altrimenti commetterebbe un sacrilegio. E perciò è bene, che il cresimando prima si confessi e si comunichi. Anticamente la cresima davasi anche a' fanciulli; ma al presente dichiarò Benedetto XIV.5, che non dee darsi la cresima, se non a coloro che hanno già l'uso di ragione, almeno non prima dell'età di sette anni, come parla il catechismo romano. Nulladimanco lo stesso pontefice in altro luogo6 ammise con altri dottori, che ben può darsi la cresima a' fanciulli, essendovi qualche causa notabile, come quando il fanciullo stesse in pericolo di morte, o se il vescovo dovesse stare per molto tempo lontano dalla diocesi.

 

 

4. Se poi sieno obbligati sotto colpa grave a ricevere la cresima, non solo gli ordinandi, ma ancora tutti i cristiani; prima si dubitò fra i dottori, ma oggi non può mettersi più in dubbio, mentre Benedetto XIV. dichiarò nella sua costituzione Et si pastoralis7, che i vescovi debbono ammonire tutti i fedeli, che se ricusano, o trascurano di cresimarsi, non sono scusati da peccato mortale: Monendi sunt (son le parole) ab ordinariis locorum, eos gravis peccati reatu teneri, si cum possunt ad confirmationem accedere, renuunt, ac negligunt.

 

 

5. In questo sagramento anche si ricerca necessariamente sotto obbligo di colpa grave il patrino, il quale ha da esser unico, dee esser cresimato, anche sotto precetto grave, e dee essere dello stesso sesso del cresimando; egli poi nell'atto della cresima dee tener la mano destra sulla spalla destra del cresimando. Questo patrino parimente contrae la cognazione spirituale nello stesso modo come la contraggono i patrini del battesimo. E sappiasi, che a' religiosi, o alle monache, è proibito di fare il patrino, come si ha dal rituale romano (de patrinis in bapt.).

 

 

6. Per intender poi quanto sia efficace questo sagramento nel conferir la fortezza di spirito a' fedeli, basta sapere quel fatto che narrano s. Gregorio Nazianzeno e Prudenzio8. Un giorno volea Giuliano apostata offerire un sagrificio a' suoi falsi dei, e stava già apparecchiato il tutto; ma in atto di voler fare il sagrificio avvenne che i coltelli non tagliavano, il fuoco si spense in un subito, ed i ministri divennero immobili


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come pietre. Il sacerdote sacrificante allora disse: Qualche battezzato, o cresimato, qui sta. L'imperatore dimandò, se vi fosse questo tale fra gli astanti; ecco si fece innanzi un giovinetto poco prima cresimato, il quale animosamente gli disse: Signore, io son cresimato, e perciò ho pregato il mio Dio, che impedisse l'empietà di questo sagrificio, e Iddio mi ha esaudito. Giuliano stupefatto e confuso da quel prodigio, lasciò il sagrificio, e se ne uscì dal tempio.

 

 




1 Sess. 7. can. 1.

 



2 Can. 75.

 



3 In decret. fid. part. 2.

 



4 Encicl. 54. al §. 52 t. 4. del suo bollarlo

 



5 Costit. 129. Eo quamvis, dell'anno 1745. vedi t. 1. bullar. § 6.

 



6 De syn. l. 7. c. 10. n. 5.

 



7 Tom. 1. bullar. n. 57. § 3. n. 4.

 



8 S. Gr. orat. 1. de Iulian., et Prudent. l. adv. Iudaeos.






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