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S. Alfonso Maria de Liguori
Istruzione al popolo

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§ V. Della penitenza che impone il confessore.

 

 

61. La soddisfazione che noi chiamiamo penitenza, anche è parte necessaria della confessione, non già essenziale, perché senza di essa ben può la confessione esser valida, com'è nel caso che il penitente stesse in punto di morte, e non potesse fare la dovuta penitenza; ma è parte integrale, in modo che se il penitente nel confessarsi non ha intenzione di far la penitenza, la confessione è nulla; perché il penitente è tenuto nel confessarsi ad aver volontà di adempire la penitenza impostagli dal confessore. Ma se ha intenzione di farla, e poi non l'adempisce, resta valida la confessione, ma egli commette colpa grave, quando la penitenza data è di materia grave.

 

 

62. Bisogna intendere, che quando l'uomo pecca, contrae la colpa, e contrae ancora la pena dovuta alla colpa. Coll'assoluzione poi del confessore si rimette la colpa, e si rimette insieme la pena eterna, e quando il penitente avesse una contrizione intensa, si rimette anche tutta la pena temporale, ma quando non vi è questa contrizione così grande, resta a soddisfarsi la pena temporale, la quale si ha da pagare o in questa vita, o pure nel purgatorio, come insegna il concilio di Trento1, dove si dice, che colla penitenza sagramentale non solo si soddisfa la pena da noi meritata; ma si guariscono ancora i mali effetti lasciati dal peccato, le passioni, i mali abiti, la durezza di cuore; e di più si acquista forza per non ricadere. Perciò, figli miei, confessatevi ogni settimana, o al più ogni quindici giorni; almeno non fate mai passare il mese.

 

 

63. Che peccato fa chi tralascia di far la penitenza? se la penitenza è leggiera, pecca venialmente; se è grave, pecca mortalmente. Nel caso poi che al penitente si rendesse molto difficile il soddisfar la penitenza, in tal caso se la può far mutare dallo stesso, o pure da un altro confessore.

 

 

64. Fra quanto tempo dee adempirsi la penitenza? Si dee adempire fra quel tempo che ha determinato il confessore. E quando non avesse stabilito il tempo, dee soddisfarsi presto; perché quando la penitenza è grave, e specialmente se è medicinale, il differirla per lungo tempo sarebbe colpa grave. E se per disgrazia dopo la confessione il penitente ricadesse in qualche colpa grave, è tenuto a far la penitenza? Sì signore è tenuto. E soddisfa, facendola in peccato? sì signore anche soddisfa.

 

 

65. Ma oimè che molti si confessano, accettano la penitenza, e poi non l'adempiscono! Ma, Padre, non mi fido di fare tutto quello che m'ha imposto il confessore. E tu perché hai accettata quella penitenza, che vedevi di non poterla fare? Uditori miei, questo è quello che vi raccomando, quando il confessore vi qualche penitenza, e voi vedete che difficilmente la farete; parlate chiaro, e dite al confessore: Padre, ho paura, che poi non farò quanto mi avete detto; datemi qualche penitenza più leggiera. Che serve a dire: Padre sì, Padre, e poi non ne fate niente?

 

 

66. Del resto sappiate, che non facendo la penitenza in questa vita, ne farete un'altra nel purgatorio assai più grande. Udite. Narra il Turlot, che stando un infermo a letto con molti dolori per un anno, in fine pregò Dio a mandargli la morte. Iddio gli mandò un angelo a dire, che eleggesse o di andare per tre giorni al purgatorio, o di soffrire quei dolori per un altro anno. L'infermo elesse i tre giorni di purgatorio, dove essendo già arrivato dopo esser morto, fu visitato dall'angelo, col quale si lamentò che l'avea ingannato, mentre in vece di tre giorni pativa colà da più anni. Allora l'angelo gli disse: Che dici? appena è passato un giorno, e 'l tuo cadavere non ancora è seppellito, e tu dici che patisci qui da più anni? Onde quell'anima pregò poi l'angelo di farla ritornare in vita a patire per un altro anno la prima sua infermità, ed ottenne la grazia. Ed essendo ritornato in vita quell'infermo, animava quanti venivano a visitarlo ad accettare volentieri più presto tutte le pene di questa vita, che le pene dell'altra.

 

 

67. Volesse Dio poi, ed i penitenti sapessero soddisfare tutta quella penitenza che si meritano per i loro peccati! Ordinariamente quasi tutti restano a soddisfare qualche parte della pena temporale che loro spetta. Si legge di più anime, che hanno fatta vita santa, e pure sono state qualche tempo al purgatorio. Perciò procuriamo oltre la


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penitenza di fare altre opere buone, limosine, orazioni, digiuni, e mortificazioni. E procuriamo di guadagnare quante indulgenze possiamo. Le sante indulgenze ci fanno abbreviare le pene che dovremmo patire nel purgatorio. Per tanto voglio qui darvi notizia di molte indulgenze che potete acquistare.

 

 

68. Per 1., chi sente la messa, guadagna 3800. anni d'indulgenza. Per 2., chi porta l'abitino del Carmine, ed osserva castità secondo il suo stato, e si astiene di mangiar carne nel mercoledì, e recita ogni giorno sette Pater, Ave, e Gloria, sarà presto liberato dal purgatorio, come si dice nell'officio della b. Vergine del Carmine. E così ancora vi sono molte indulgenze in portare gli altri abitini, della Madonna de' Dolori, della Concezione, e della Mercede. Per 3., chi dice l'Angelus Domini, quando suona la chiesa, guadagna molte indulgenze. Per 4., a chi dice: Sia benedetta la santa, immacolata, e purissima concezione della b. Vergine Maria, stan concessi 100. anni d'indulgenza. A chi dice la Salve Regina, 40. giorni. A chi dice le Litanie della Madonna, 200. giorni. A chi nomina i nomi di Gesù e di Maria, 25. giorni, ed a chi inchina la testa a' detti nomi, altri 20. giorni. A chi dice cinque Pater ed Ave alla passione di Gesù Cristo, e a' dolori di Maria Vergine, diecimila anni.

 

 

69. Di più Benedetto XIII. concesse sette anni d'indulgenza a chi fa gli atti cristiani di fede, speranza, e carità, col proposito di ricevere in vita ed in morte i santi sagramenti; e chi li continua per un mese, guadagna indulgenza plenaria; e Benedetto XIV. concesse molti giorni d'indulgenza ogni volta che si replicano questi atti cristiani, ancorché si facessero nello stesso giorno.

 

 

70. Di più lo stesso Benedetto XIV. concesse molti giorni d'indulgenza a chi fa mezz'ora di orazione mentale; ed indulgenza plenaria a chi la continua per un mese, confessandosi e comunicandosi nello stesso mese. A chi accompagna il viatico stan concessi cinque anni d'indulgenze, ed anni sei a chi l'accompagna col lume; e chi non potesse accompagnarlo, recitando un Pater ed Ave (secondo l'intenzione del papa) cento giorni. A chi genuflette davanti al Ss. sagramento, ducento giorni. A chi bacia la croce, un anno e 4. giorni. A chi inchina la testa al Gloria Patri, 30. giorni. A chi bacia l'abito de' religiosi, cinque anni. A' sacerdoti che prima della messa recitano, Ego volo celebrare missam etc., 50. giorni. Queste ed altre indulgenze possono leggersi presso il p. Viva1.

 

 

71. Vi raccomando poi di applicare quante più indulgenze potete per le sante anime del purgatorio. Né temete, che applicandole per quelle sante anime, voi restiate debitori delle pene che dovete soddisfare. Sentite. Narra il p. Rosignuoli2, che s. Geltrude in morte stava afflitta di non aver fatto niente per l'anima sua, perché quanto avea fatto di bene, tutto ella avealo applicato per le anime del purgatorio. Le apparve Gesù Cristo, e le disse: Geltrude, statti allegramente, mentre io ho tanto gradita questa tua carità, che hai avuta colle anime purganti, che morendo sarai libera dal purgatorio, e ti farò accompagnare al paradiso da tutte quelle mie spose dilette, che sono uscite dal purgatorio per li tuoi suffragi.

 

 




1 Sessione 14. al c. 8.



1 In Trutina prop. damn. append. indulgentiar. in fine § ult.

 



2 Marav. di Dio p. 1. n. 34.

 






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