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S. Alfonso Maria de Liguori Lettera I. ad un religioso amico IntraText CT - Lettura del testo |
Lettera I. ad un religioso amico
Approccio alla lettura
Scheda
Edizioni contemporanee a S. Alfonso
1761, Napoli, di Paci, in 12°, pp. 72
1771, Venezia, Vitto, in 12°, pp. 64
(altre edizioni insieme a Sermoni compendiati, n. 083)
Un trattato sull'autentica predicazione apostolica, sotto forma di una lettera a un religioso che ha comunicato all'autore delle critiche formulate da un uomo istruito contro la IV Istruzione della Selva.
S. Alfonso propone la sua tesi, che tutti i sermoni, predicati davanti gli uditori dove si trovano mescolati sapienti e ignoranti, devono essere fatti in una maniera popolare; il suo contraddittore sostiene che questo stile semplice è contro la dignità del pulpito cristiano. In questa lunga lettera, di 64 pagine, il Santo rifiuta questa affermazione, appoggiandosi soprattutto sull'autorità del Muratori come anche sugli insegnamenti e sugli esempi degli uomini apostolici i più rinomati, quali s. Francesco di Sales, s. Vincenzo de Paoli, s. Francesco Regis, Giovanni d'Avila, Segneri, Tauler, Gaetano di Bergamo, ecc.
Egli si rifa specialmente alle teorie sulla predicazione esposte dal P. Bandiera nella sua opera il Gerotricamerone. L'insistenza che mette nel rispondere, punto per punto, agli argomenti di questo autore e il fatto che il P. Bandiera è il solo avversario di cui è citato il nome, ci fa supporre che la Lettera non sarebbe che una confutazione del Gerotricamerone e che s. Alfonso, tramite un’abile finzione letteraria, presenti l'autore di questo libro come il confidente del religioso amico per avere l’occasione di esporre pienamente il suo pensiero sulla predicazione popolare.
Comunque sia, il Santo attribuisce un certo valore a questo piccolo trattato che apparve a Napoli nel 1761. Egli l’inviò il 10 maggio di quell’anno insieme ad una lettera a molti vescovi, pregandoli di farla leggere dai loro preti e di comunicarla ai superiori degli ordini religiosi. Alcuni mesi più tardi, nell'inviarla al suo editore Remondini, gli disse che l'opuscolo aveva ricevuto la migliore accoglienza a Napoli.
Nel 1771, lo fece inserire nei suoi Sermoni compendiati (cfr. opera n.83) e nell'Avvertimento che precede questa raccolta scrive "Prego il mio lettore di non mancare di scorrere questa lettera perché è un'opera particolare, che nessun altro autore aveva fatto prima".
La Lettera restò da allora annessa ai Sermoni compendiati o Discorsi sacri. Successivamente si ebbero alcune edizioni separate ed essa fu anche inserita in altre raccolte.
Nel 1776 si ha una traduzione tedesca nei Geistreiche Lob- und Sittenredenen del francescano Hillinger.
Una traduzione francese di questa lettera dottrinale apparve in testa al volume delle Tables gènèrales de la collection intègrale des Orateurs sacrès (Edition Migne, Paris, 1892).
P. Maurice De Meulemeester
Bibliographie générale des écrivains rédemptoristes,
Louvain 1933, pp. 116-117