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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
912. AI PADRI E FRATELLI DELLA CONGREGAZIONE DEL SSMO REDENTORE. [Picone, Carmine CSSR. S.Angiolo [Angelo] a Cupolo.]
In questa circolare, che il Santo credeva fosse l'ultima, insiste specialmente su due punti a lui più cari: la condotta in tempo di missione, e la regolare osservanza.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
PAGANI, 1O LUGLIO 1779.
L'età avanzata nella quale mi trovo, e molto più le continue malattie che non cessano di molestarmi, siccome mi persuadono che questa sia l'ultima insinuazione che fo a voi, Padri e Fratelli miei dilettissimi, così mi dànno a credere che voi sarete per mettere in pratica quanto, in nome e da parte di Gesù Cristo, vi ammonisco, considerando ciò come un estremo pegno del mio affetto verso di voi.
È vero che ho sommo motivo di consolarmi, per avere inteso che nelle nostre case si vive in osservanza e morigeratezza, attendendo ciascuno a quel fine per cui il Signore l'ha chiamato in Congregazione; ma è vero ancora che, con grave rammarico dell'animo mio, mi è stato riferito che nella Congregazione vi sono insorti molti sconcerti, e specialmente intorno alle missioni, a' quali a tutto potere bisogna dare gli opportuni rimedi
Quindi, dando principio alle accennate missioni, prego, tanto i Superiori che i soggetti, ad osservare con iscrupolosità le antiche costumanze in riguardo al mangiare, al bere, al non andar girando per i paesi, fuori di quello ricerca il disimpegno del ministero apostolico.
È noto a tutti che sempre si è avuto in orrore il cibarsi di polli, dolci e bevande squisite e di molta spesa
Ora, con infinita pena, mi giunge a notizia che poco o nulla ciò si osserva; anzi mi si dice che si vadano quasi cercando, e che più volte si è fatto mutare o venire da fuori il vino, non
senza ammirazione de' popoli; che si vada a spasso, e facendo visite fuori delle necessarie e solite a farsi.
E di questa maniera, come vuol concorrere Dio e benedire le fatiche de' suoi operai? Come la gente può cavar profitto dalle prediche, quando i fatti sono contrari a quello che s'insegna colle parole?
Invigilino pertanto i Superiori su questo particolare, e solo (quando la necessità il richiegga) permettano il cioccolato a chi ne ha preciso bisogno.
Inoltre, incarico a' medesimi Superiori che, in fine di ogni missione, si faccia il capitolo delle colpe.
Che non dispensino mai la mezz'ora di orazione mentale; ad oggetto che l'operaio, per illuminare, deve essere illuminato, e per accendere nel petto degli altri il fuoco dell'amore di Dio, prima ne dee essere egli acceso. Tutto ciò ricavasi dalla meditazione.
Che mettano sempre i più giovani a confessare gli uomini: questo essendo stato sempre il costume, da che si è fondata la nostra Congregazione.
Soprattutto che mai, mai non si prendano spese, regali o denaro dalle università, affinché le missioni non si rendano odiose, e così si vada a perdere o almeno a raffreddarsi l'esercizio del missionarsi, sopra di cui sta appoggiato unicamente l'Istituto dell'adunanza del SS. Redentore.
Passando poi dalle missioni a ciò che riguarda l'interno governo delle case, procuri ogni Ministro di far l'inventario di tutte le robe che vi sono in casa, cioè nella sagrestia, sartoria, cucina, cantina ed in qualunque altroluogo, per sapersi, se occorre, fare altra provvista e per mantenere il buon ordine, tanto necessario nelle comunità
Di più, si diano indispensabilmente i conti, secondo prescrive la Regola, e non si facciano spese eccedenti la somma di scudi dieci, senza il voto degli Ammonitori e Consultori. E trascurandosi questo mio ordine, incarico gli Ammonitori di darmene subito avviso, per darci quel riparo che si conviene.
I Rettori non diano, a qualunque soggetto egli fosse, la licenza di dimorare fuori del collegio più di otto giorni; e richiedendo il bisogno dimora più lunga, la detta licenza dovrà domandarsi al Rettor Maggiore, a cui il soggetto dovrà scrivere in ogni mese, per sapere dove sia, e la cagione per la quale si trattenga fuori.
I Rettori medesimi mai non ammettano i forestieri alla prima tavola; e nella seconda, non si permetta che vi mangino mai o servitori, o gente di vile condizione; potendosi a questo effetto destinare qualche luogo decente.
Ne' primi tempi della Congregazione, in ciò si usava tutta la possibil cautela; ma ora ci si vede una trascuraggine grande.
Ed acciocché quanto hovvi affettuosamente insinuato stia nel vigore e nell'osservanza, ho stabilito con fermezza in ciaschedun anno, per quanto Dio vorrà, di mandare un Visitatore per ogni casa, che faccia le mie veci; e conoscendosi da lui di non essersi eseguite le mie ammonizioni, come di fatti il più delle volte è accaduto (non essendo servito per altro la cura di esortarvi, intorno al riparare alle corruttele introdotte, che per empirne inutilmente la carta in dove si è scritto), ne vorrò essere inteso per darvi quel riparo che si stimerà: e nel medesimo tempo sappiano i trasgressori di tali comandi che non resteranno impuniti da Gesù Cristo, come quelli che non hanno voluto sentire le sue voci, comunicate loro dal suo luogotenente.
In fine, in generale raccomandovi la minuta osservanza della Regola professata da noi, e pregandovi insieme di ricordarvi dell'anima mia nelle vostre orazioni, volontieri do a voi, Padri e Fratelli miei, in testimonio dell'amore tenero che vi porto, la mia paterna benedizione.
Fratello ALFONSO MARIA, vescovo Rettore Maggiore.
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.