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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
174. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.
Gli dimostra la sua gratitudine e delicatezza per un favore ricevuto; e pregatolo a determinare il tempo in cui potrà por mano alla 6a edizione della Morale, gli fa sperare la prima stampa di un'altra opera, da pubblicarsi quanto prima.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
ARIENZO, 19 MARZO 1766.
Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.
Ho ricevuta la notizia colla cartella che 'l padrone della barca [dice] di aver ricevuti i due libri consaputi; e starò con l'attenzione di farli prendere, subito che vengono, al Sig. D. Matteo Ernandez a cui ho già scritto.
Io ringrazio poi sommamente lei di questi due libri da una parte, e dall'altra parte ne ho inteso un certo rammarico; perché così resterò privato di poterla un'altra volta incomodare per qualche libro che mi bisogna. Basta: per ora la ringrazio di tanta cortesia; per l'avvenire restiamo così: voglio che mi
mandi il conto di qualunque libro, anche picciolo, che la pregherò a farmi venire.
Nell'altra mia le scrissi che l'inviavo ducati sette e mezzo, ritratti dalla vendita de' suoi libri. Sento ora che vi sono certi altri pochi danari de' libri venduti; ce li manderò, quando avrò unita più somma.
Io già sto inteso che V. S. Illma ha ragione di non metter mano alla ristampa della mia Morale, se non termina prima le famose edizioni delle opere di Benedetto XIV e di Noris. Io mi lusingava che tali edizioni, a quest'ora, fossero già da più mesi finite; ma, come vedo, ancora hanno da finire; altrimenti V. S. Illma mi avrebbe data la notizia di aver principiata la ristampa dell'opera mia. Quel solo che in questa mia ora la prego [è di] avvisarmi sinceramente per quando finalmente sarà per terminare la ristampa di quest'opere che tiene in mano, se tra quattro, cinque, sei mesi? V. S. Illma ben può saperlo, secondo la roba che resta da ristampare. Ciò voglio saperlo per rispondere, secondo ella mi avviserà, a tutti quelli che stanno aspettando questa mia Morale riformata; acciocché non si tengano quasi da me gabbati, mentre da molto tempo io li tengo a bada. E così, quando V. S. Illma mi dirà che vi bisognano cinque o sei altri mesi, o più, io ce lo dirò chiaramente, e così essi non mi tormenteranno più.
Replico, ella ha tutta la ragione di terminare prima queste edizioni così importanti, che non si possono né tralasciare né trattenere; ma la prego di scrivermi chiaramente per quando potranno essere terminate.
Non altro; resto con tutto l'ossequio, rassegnandomi
Di V. S. Illma
Divmo ed obblmo servitore vero
ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.
[P. S.] Ora subito che riceverò il consaputo libro del P. Valsecchi, procurerò di terminare il libro de' materialisti; giacché ne ho fatta buona parte, e subito che l'avrò qui finito, ce lo manderò. E forse chi sa se non abbia da succedere, come è stato
dell'Apologia, che V. S. Illma m'abbia da favorire di farlo stampare e cacciarlo fuori a principio? Dico ciò, perché mi è stato dato un certo revisore, col quale siamo di contrari sentimenti. Basta dire che è amico di Patuzzi.
Se mai vedrò che non possiamo accordarci, farò stampare qui segretamente pochissime copie del libro, le quali avranno da servire per originale, ed ella mi favorirà di cacciarlo fuori.
Non è possibile poi in niun conto di mandarle i manoscritti, i quali già vengono pieni di tante postille. Io quando rivedo le stampe di questi libri dottrinali, per dir così, ne muto quasi la metà, levando ed aggiungendo molte cose. E lo stesso succederà certamente in quest'opera. Onde necessariamente mi bisogna rivedere la stampa forse due e tre volte.
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.