- VOLUME III
- APPENDICE di lettere raccolte nel corso della publicazione
- 386. A D. MAURO MURANTE, STUDENTE DELLA CONGREGAZIONE DEL SS. REDENTORE, A MELFI.
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386. A D. MAURO MURANTE, STUDENTE
DELLA CONGREGAZIONE DEL SS. REDENTORE, A MELFI.
Gli permette di
recarsi nella casa di Pagani.
Viva Gesù, Maria, Giuseppe e
Teresa!
PAGANI, 7 [GENNAIO] DEL 1756.
Ho letta la sua, dalla quale sono
restato tanto commosso che non ho saputo negarle quanto domanda. Se ne venga
dunque qua nel collegio di Pagani; però con quanto maggior
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comodo si
può. Avrei piacere che sen venisse come si portò costà. Di più, scelga pel
viaggio un tempo buono e meno umido. Io qui la sto aspettando.
Non si scordi di condurre le
notizie del Fratello Gerardo, se l'avesse raccolte1.
E con desiderio di vederla qui
presto, resto abbracciandola ne' SS. Cuori di Gesù e di Maria.
Di V. R.
Fratello ALFONSO del SS.
Redentore.
[ P. S.] Fratello D. Mauro mio,
io t'aspetto qui e mi pare mille
anni di rivederti; o buono, o malato, basta che sei di Dio.
Ti prego però a non partirti a
tempo umido, e vieni cautelato per lo freddo quanto si può.
Ti benedico. Viva Gesù, Maria,
Giuseppe e Teresa!
Conforme all'originale
che si conserva in una famiglia della città di Melfi.
1 Il Ven. Fratello Gerardo Maria Maiella, avendo avuto
spesso occasione di recarsi dalla nostra casa d'Iliceto a Melfi, soleva
alloggiare presso la famiglia del Murante. Quindi questa conosceva meglio che
altri quanto egli ebbe in quella città operato. Però subito dopo la morte di
lui, avvenuta il 15 ottobre dell'anno precedente, S. ALFONSO ne aveva richieste
tutte le notizie che in questa lettera raccomanda al Fratello Mauro di condurre, ove fossero già raccolte. La
ragione poi che muoveva il Santo ad esser cotanto sollecito di conoscere quanto
poteva riferirsi alla vita del Ven. Fratello era appunto l'altissimo concetto
in che l'aveva, sino a chiamarlo un secondo S. Pasquale Baylon. Ne fa fede il
P. Giuseppe Landi nelle sue Memorie
istoriche della Congregazione del SS. Redentore, dove (pag. 386) così si
esprime: "In somma i miracoli fatti da Fllo Gerardo in vita e dopo morte
sono innumerabili, ed il nostro Padre D. ALFONSO per ciò lo chiamava il secondo
S. Pasquale, perché, in quanto al dono di profezia e miracoli, è stato
prodigioso; e ciò tutto per la sua semplicità, innocenza di vita e vero spirito
di penitenza e di unione con Dio."
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