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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
412. A Remondini Giuseppe. Venezia.
Chiede risposta alle sue lettere, specie per il testo della Teologia Morale redatto in forma nuova.
Nocera, 21. 11. 1777.
V. Gesù M. a e Gius.e
Ill.mo Sig.re e [ETML-M:U=“[]”]P[adro]ne col.mo
Io non so quietarmi, perché abbia io dovuto meritare l'afflizione di non veder risposta di V.S. Ill.ma a tante mie lettere1, dopo che con tanta fatica cercai di far l'ultima riforma alla mia Morale per renderla applausibile a tutti i letterati. Io non l'ho fatta ora di dottrina più larga, ma più stretta, secondo il genio corrente de' moderni, e perciò ne ho tolte più dottrine Gesuitiche che ora i dotti non vogliono sentirle nominare2.
Quand'io mandavo ad V.S. Ill.ma alcuna delle mie opere, subito ne avevo risposta, colla notizia che già erasi cominciata a stampare. Ora saranno sette otto mesi che mandai la mia Morale che dovea ristamparsi, secondo Ella mi avea scritto, nella maggior perfezione ch'io ho pensato che possa venire, e mi disse Fratello Michele Ilardo che V.S. Ill.ma già l'avea ricevuta, ma da allora in poi non ho ricevuta più da Lei risposta, e non so più che cosa si fa. Prego V.S. Ill.ma a scrivermi che cosa pensa di fare.
Se mai volesse che io aggiustassi la Morale in altro modo, me lo scriva, perché io penserò di far tutto per contentarla, secondo meglio può riuscire. Io speravo morir quieto con questa ultima riforma della Morale da me fatta, ma non posso vedermi consolato, e sento una gran pena in vedere che V.S. Ill.ma non mi risponde. Io credo che colle mie opere sono stato più presto di onore e di vantaggio alla sua stamperia3.
Onde la prego a scrivermi e non mantenermi più afflitto con non rispondermi. Ma io non lascerò di scriverle, se non tanto che mi risponde e mi fa sapere, perché non vuol metter mano a questa nuova ristampa. Del resto, se per ora Ella non sta a comodo, io non mi curo, aspetto; basta che mi dia speranza di far la ristampa, quanto prima può.
Io sto all'oscuro e non so, se il Sig.re D. Gius.e sta infermo. Se mai egli non mi risponde, perché sta infermo, prego colui che ha la cura della stamperia a scrivermi esso e farmi saper tutto distintamente, quello che ci è; e lo prego a scrivermi subito, altrimenti fra breve tornerò a scrivere.
Resto intanto con tutto l'ossequio [e] mi rassegno
Di V.S. Ill.ma
Div.mo ed Obbl.mo Servidore V.o
Alfonso MA de Liguori Vesc.o
Nocera de' Pagani, 21 Novembre 1777
Indirizzo a tergo:
All'Ill.mo Sig.re e [ETML-M:U=“[]”]P[adro]ne col.mo
Il Sig.re D. Gius.e Remondini
Venezia
Se mai il Sig.re D. Gius.e si trovasse infermo o fuori, prego il Capo della stamperia a legger questa mia lettera, e rispondermi il tutto distintamente.
Notizia a tergo: Nocera. Ligorio. 1777, 21 Nov.bre
R. 13 Xbre
Solo la firma è autografa; la lettera è scritta dal Frat. Francesco Romito. La trascrizione è secondo l'originale conservato in A G.
Analisi della lettera fatta dal P. Andreas Sampers.
Pubblicata in Spicilegium Historicum, Roma, 11 (1963), pp. 28-30.