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S. Alfonso Maria de Liguori Massime eterne IntraText CT - Lettura del testo |
Meditazione1 per la Domenica - DEL FINE DELL'UOMO
Considera anima mia, come quest'essere che tu hai, te l'ha dato Dio, creandoti a sua immagine, senza tuo merito:2 ti ha adottato per figlio col santo battesimo: ti ha amato più che da padre, e ti ha creato, acciò l'amassi3 e servissi in questa vita, per poi goderlo in eterno in paradiso. Sicché non sei nato, né dei vivere per godere, per farti ricco e potente, per mangiare, per bere e dormire come i bruti, ma sol4 per amare il tuo Dio, e salvarti in eterno. E le cose create te l'ha date il Signore in uso, acciocché t'aiutassero a conseguire il tuo gran fine. O me infelice, che a tutt'altro ho pensato, fuorché5 al mio fine! Padre mio, per amore6 di Gesù fa ch'io cominci una nuova vita, tutta santa e tutta conforme al tuo divino volere.
Considera, come in punto di morte sentirai gran rimorsi, se non hai atteso a servire Dio. Che pena, quando alla fine de' giorni tuoi ti avvederai che non ti resta altro in quell'ora, che un pugno di mosche, di tutte le ricchezze, grandezze, glorie e piaceri! Stupirai, come per vanità e cose da niente hai perduta la grazia di Dio e l'anima tua, senza poter rifare il mal fatto; né vi sarà più tempo da metterti7 nel buon cammino. O disperazione! O tormento! Vedrai allora quanto valga il tempo, ma tardi. Lo vorresti comperare col sangue, ma non potrai.8 O giorno amaro per chi non ha servito ed amato Dio.
Considera, quanto si trascura questo gran fine. Si pensa ad accumulare ricchezze, si pensa a banchettare, a festeggiare, a darsi bel tempo: e Dio non si serve, ed a salvar l'anima non si attende, e 'l fine eterno si tiene per bagattella! E così la maggior parte de' cristiani, banchettando, cantando e sonando se ne va all'inferno. Oh se essi sapessero che vuol dire inferno! O uomo, stenti tanto per dannarti, e nulla vuoi fare per salvarti! Moriva un segretario di Francesco re d'Inghilterra,9 9b e moriva dicendo: Misero me! ho consumato tanta carta per iscrivere le lettere del mio principe, e non ho speso un foglio per ricordarmi de' miei peccati, e farmi una buona confessione! Filippo III re di Spagna dicea10 10b morendo: Oh fossi stato a servire Dio in un deserto, e non fossi stato mai re! Ma che servono allora questi sospiri, questi lamenti? Servono per maggior disperazione. Impara tu a spese d'altri a vivere sollecito di tua salute, se non vuoi cadere nella medesima disperazione. E sappi che quanto fai, dici e pensi fuor del gusto di Dio,11 tutto è perduto. Su via è tempo già di mutar vita. Che vuoi aspettare il punto della morte a disingannarti? alle porte dell'eternità, sulle fauci
dell'inferno, quando non v'è più luogo di emendare l'errore? Dio mio, perdonami.12 Io t'amo sopra ogni cosa. Mi pento d'averti offeso sopra ogni male.
Maria, speranza mia, prega Gesù per me.