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S. Alfonso Maria de Liguori Massime eterne IntraText CT - Lettura del testo |
Meditazione1 per lo venerdì - DELL'INFERNO
Considera, come l'inferno è una prigione infelicissima, piena di fuoco. In questo fuoco stan sommersi i dannati, avendo un abisso di fuoco2 di sopra, un abisso d'intorno, un abisso di sotto. Fuoco negli occhi, fuoco nella bocca, fuoco per tutto. Tutti poi i sensi han la lor propria pena, gli occhi accecati dal fumo e dalle tenebre, ed atterriti dalla vista degli altri dannati e de' demonii.3 Le orecchie odono giorno e notte continui urli, pianti, bestemmie.4 L'odorato è5 appestato dal fetore di quegl'innumerabili corpi puzzolenti.6 Il gusto è crucciato da ardentissima sete e da fame canina, senza potere ottener mai una goccia d'acqua, né un tozzo7 di pane. Onde quegl'infelici carcerati, arsi dalla sete, divorati dal fuoco, afflitti da tutti i tormenti, piangono, urlano, si disperano, ma non vi è, né vi sarà mai chi li sollevi o li consoli. O inferno, inferno! che non ti vogliono credere alcuni, se proprio8 non vi cadono! Che dici tu che leggi? Se ora avessi a morire, dove anderesti?9 Tu non ti fidi di soffrire una scintilla di candela sulla mano,10 e ti fiderai11 poi di stare in un lago di fuoco che ti divori, sconsolato ed abbandonato da tutti per tutta l'eternità?
Considera poi la pena che avranno le potenze. La memoria sarà sempre tormentata dal rimorso della coscienza: questo è quel verme che sempre roderà il dannato, nel pensare al perché12 si è dannato
volontariamente, per pochi gusti13 avvelenati. Oh Dio che gli pareranno allora quei momenti di gusto, dopo cento, dopo mille milioni d'anni d'inferno? Questo verme14 gli ricorderà il tempo che l'ha dato Dio per rimediare; le comodità che l'ha presentate per salvarsi; i buoni esempi de' compagni; i propositi fatti, ma non eseguiti. Ed allora vedrà che non vi è più rimedio alla sua rovina eterna. Oh Dio, oh Dio, e che doppio inferno sarà questo! La volontà sarà sempre contraddetta, e non avrà mai niente di ciò che vorrà, ed avrà sempre quel che non vorrà, cioè tutti i tormenti. L'intelletto conoscerà il gran bene che ha perduto, cioè il paradiso e Dio. O Dio, o Dio, perdonatemi per amor di
Gesu-Cristo.
Peccatore, tu che ora non ti curi di perderti il paradiso e Dio, conoscerai la tua cecità, quando vedrai i beati trionfare e godere nel regno de' cieli, e tu come cane puzzolente sarai cacciato via da quella patria beata, dalla bella faccia di Dio, dalla compagnia di Maria, degli angioli e de' santi. Allora smaniando griderai: O paradiso di contenti, o Dio bene infinito,15 non sei né sarai più mio? Su, penitenza: muta vita: non aspettare che non vi sia anche per te più tempo. Datti a Dio:16 comincia ad amarlo davvero. Prega Gesù, prega Maria che abbiano17 pietà di te.