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S. Alfonso Maria de Liguori
Rifless. sulla Passione di Gesù Cristo

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Gesù in croce.

15. Gesù in croce fu uno spettacolo che riempì di stupore il cielo e la terra. Vedere un Dio onnipotente, Signore del tutto, morire in un patibolo infame, condannato qual malfattore tra due malfattori! Fu questo uno spettacolo di giustizia in veder l'Eterno Padre, il quale, affinché restasse soddisfatta la sua giustizia, punisce i peccati degli uomini nella persona del suo unigenito Figlio da lui amato quanto se stesso. Fu uno spettacolo di misericordia in vedere questo Figlio innocente morire con una morte sì vituperosa ed acerba, per salvare le sue creature


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dalla pena loro dovuta. Fu spettacolo poi principalmente d'amore in vedere un Dio che offerisce e dà la vita per redimer dalla morte gli schiavi suoi nemici. Questo spettacolo e quello ch'è stato sempre, e sarà l'oggetto più caro della contemplazione de' santi, per cui hanno essi stimato poco spogliarsi di tutti i beni e piaceri terreni, ed abbracciar con desiderio e gaudio le pene e la morte per render qualche gratitudine a un Dio morto per loro amore.

16. Confortati dalla vista di Gesù disprezzato sulla croce, i santi hanno amati i disprezzi più che i mondani non hanno amati tutti gli onori del mondo. Dal vedere Gesù morir nudo in croce han cercato di abbandonare tutti i beni di terra. Dal vederlo tutto impiagato sulla croce, che da tutti i suoi membri gronda sangue, hanno abborriti i piaceri sensuali ed han cercato quanto poteano di affligger la loro carne per accompagnare co' loro dolori i dolori del Crocifisso. Dal vedere l'ubbidienza e l'uniformità tenuta da Gesù Cristo alla volontà del Padre, si sono affaticati a vincere tutti gli appetiti che non eran conformi a' divini voleri; e molti benché occupati in opere di pietà, nondimeno sapendo che il privarsi della propria volontà è il sagrificio più gradito al cuore di Dio, sono andati a vivere in qualche religione per menar vita d'ubbidienza e soggettar la volontà propria a quella degli altri. Dal veder la pazienza di Gesù Cristo, in voler soffrire tante pene ed obbrobri per amor nostro, hanno accettate con pace e con gioia le ingiurie, le infermità, le persecuzioni ed i tormenti de' tiranni. Dal veder finalmente l'amore che ci dimostrò Gesù Cristo in sagrificare a Dio la sua vita sulla croce per noi, han sagrificato a Gesù Cristo tutto quanto aveano, beni, piaceri, onori e vita.

17. Ma come va poi che tanti altri Cristiani, quantunque sanno per fede che Gesù Cristo e morto per loro amore, in vece d'impiegarsi tutti in servirlo ed amarlo, s'impiegano ad offenderlo e disprezzarlo per gusti brevi e miserabili? Da che nasce questa tanta ingratitudine? Nasce dal dimenticarsi della Passione e morte di Gesù Cristo. Ma oh Dio, qual sarà il lor rimorso e rossore nel giorno del giudizio, quando il Signore lor rinfaccerà quanto per essi ha fatto ed ha patito? -Deh, non lasciamo noi, anime divote, di tener sempre innanzi agli occhi Gesù crocifisso, che muore fra tanti dolori ed ignominie


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per nostro amore. Tutti i santi dalla Passione di Gesù Cristo han ricevute quelle fiamme di carità, che loro han fatto dimenticare di tutti i beni di questo mondo ed anche di essi stessi per attender solo ad amare e compiacere questo divin Salvatore così innamorato degli uomini, che par che non abbia più che fare per esser da essi amato. La croce in somma, cioè la Passione di Gesù Cristo, è quella che ci otterrà la vittoria di tutte le nostre passioni e di tutte le tentazioni, che ci darà l'inferno per separarci da Dio. La croce è la via e la scala per salire in cielo. Beato chi l'abbraccia in vita e non la lascia sino alla morte! Chi muore abbracciando la croce, ha una caparra sicura della vita eterna promessa già a tutti coloro, che sieguono colla loro croce Gesù crocifisso.

18. Gesù mio crocifisso, voi per farvi amare dagli uomini nulla avete risparmiato, siete giunto sino a dare la vita con una morte si penosa; come poi questi uomini che amano i parenti, gli amici ed anche le bestie, da cui ricevono qualche segno d'affetto, con voi sono cosi ingrati che per beni miseri e vani disprezzano la vostra grazia e 'l vostro amore? - Ah miserabile me, io sono uno di quest'ingrati che per cose da nulla ho rinunciata la vostra amicizia e vi ho voltate le spalle! Meriterei che voi mi scacciaste dalla vostra faccia, com'io vi ho scacciato dall'anima mia. Ma sento che voi seguite a domandarmi il mio amore: Diliges Dominum Deum tuum. Sì, Gesù mio, giacché desiderate ch'io v'ami e mi offerite il perdono, io rinunzio a tutte le creature e non voglio amare da ogg'innanzi che voi solo, mio Creatore e Redentore. Voi avete da essere l'unico amore dell'anima mia.

O Maria, madre di Dio, o rifugio de' peccatori, pregate per me, ottenetemi la grazia di amare Dio e niente più vi domando.




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