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S. Alfonso Maria de Liguori
Traduzione de' Salmi e de' Cantici

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SABBATO - A MATTUTINO

Salmo 1. (97. del salterio.)

In questo salmo si ringrazia Dio per aver liberato il popolo giudeo dalla cattività; e sotto questa figura il profeta predice la venuta di Gesù Cristo e la redenzione degli uomini.

Cantate Domino canticum novum; quia mirabilia fecit. Cantate al Signore un cantico novello per le meraviglie da lui fatte a favore de' suoi servi.

Salvavit sibi dextera eius; et brachium sanctum eius. Quel salvavit ben può riferirsi a Gesù Cristo; per la voce poi sibi, scrive il Bellarmino che, secondo la frase ebrea, s'intende ipsa dextera eius; onde si spiega: La sua destra ha salvato il mondo. Ma s. Agostino riferisce il sibi a Cristo medesimo, dicendo; Cristo ha salvati gli uomini sibi, cioè per la gloria sua. Et brachium etc., e tutta è stata opera del suo santo braccio.

Notum fecit Dominus salutare suum; in conspectu gentium revelavit iustitiam suam. Il Signore ha fatta conoscere la salute da lui recata al mondo; ed a tutte le genti ha manifestata (per mezzo de' suoi apostoli) la sua giustizia; cioè la sua fedeltà nell'adempire la redenzione promessa.

Recordatus est misericordiae suae et veritatis suae domui Israel. Si è ricordato della sua misericordia, come avea promesso, di venire a salvare gli uomini (dicesi che Dio si ricorda quando adempisce qualche promessa fatta); et veritatis suae domui Israel, e si è ricordato della sua fedeltà per eseguire queste promesse fatte alla casa d'Israello.

Viderunt omnes termini terrae salutare Dei nostri. Tutta la terra, sino agli ultimi confini, ha veduta la salute operata dal nostro Dio.

Iubilate Deo omnis terra; cantate et exultate et psallite. Voi tutti della terra, esultate di giubilo e intonate cantici in sua lode.

Psallite Domino in cithara, in cithara et voce psalmi; in tubis ductilibus et voce tubae corneae. Cantate salmi al Signore nella cetera, accordandola col suono del salterio (ciò significa in voce psalmi, come spiegano il Bellarmino e il Lallemand); insieme cogli oricalchi, in tubis ductilibus, cioè metalli che suonavansi a martello; e trombe, cioè buccine di corno, buccinis ex cornu, come scrive Menochio.

Iubilate in conspectu regis Domini; moveatur mare et plenitudo eius; orbis terrarum et qui habitant in eo. Giubilate alla presenza del vostro Signore e re; si muova ancora a far festa il mare e ciò che in esso contiensi; e così anche tutta la terra ed i suoi abitatori.

Flumina plaudent manu, simul montes exultabunt a conspectu Domini; quoniam venit iudicare terram. I fiumi ancora applaudiscono il Signore colla mano (a modo di chi sbatte la mani per lodare alcuno); esultino insieme di allegrezza i monti a vista del Signore, ch'è venuto a giudicar la terra, cioè a reggerla con ottime leggi.

Iudicabit orbem terrarum in


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iustitia; et populos in aequitate. Egli governerà la terra con giustizia; e reggerà i popoli con rettitudine; l'equità secondo la voce ebrea, suona rettitudine, come osserva il Bellarmino.

Salmo 2. (118. del salterio.)

In questo salmo Davide invita il suo popolo a lodare ed invocare Iddio sul monte Sion ch'è figura della nostra chiesa, in cui dobbiamo invocare e lodar Gesù Cristo.

Dominus regnavit, irascantur populi; qui sedet super cherubim, moveatur terra. Il Signore ha stabilito già il suo regno, a dispetto de' popoli idolatri, che se n'adirano; egli presiede a' cherubini, ancorché la terra se ne turbi, viene a dire che niuno può opporsi alla sua potenza.

Dominus in Sion magnus et excelsus super omnes populos. Il Signore che si adora nel monte Sion è grande e sublime sopra tutt'i popoli.

Confiteantur nomini tuo magno; quoniam terribile et sanctum est; et honor regis iudicium diligit. Lodino tutti, Signore, e temano il vostro gran nome, poiché è terribile, essendo egli potentissimo e santo; et honor regis iudicium diligit, cioè la dignità, l'autorità di un re richiede ch'esso ami il giudizio, cioè che rettamente giudichi.

Tu parasti directiones; iudicium et iustitiam in Iacob tu fecisti. Voi, Signore, apparecchiate leggi rettissime per dirigere i costumi degli uomini; come già avete dimostrato nel popolo di Giacobbe, facendo la giustizia ed il giudizio, cioè giudicando sempre giustamente.

Exaltate Dominum Deum nostrum et adorate scabellum pedum eius; quoniam sanctum est. Onorate dunque il Signore nostro Dio; e adorate lo scabello de' suoi piedi, poiché è santo. Per lo scabello s'intende l'arca, la quale sostentava il propiziatorio, che era santo per la relazione che aveva a Dio.

Moyses et Aaron in sacerdotibus eius; et Samuel inter eos qui invocant nomen eius. Mosè ed Aronne suoi sacerdoti, e fra questi Samuele, si son veduti davanti quest'arca invocare il suo santo nome.

Invocabant Dominum, et ipse exaudiebat eos; in columna nubis loquebatur ad eos. Eglino invocavano il Signore, ed esso gli esaudiva, parlando loro in una colonna di nube. Scrive s. Agostino che per la colonna di nuvola s'intende il parlare oscuro che faceva il Signore.

Custodiebant testimonia eius et praeceptum quod dedit illis. Custodivano i suoi testimonj, cioè (come spiega il Bellarmino) tutti i precetti comuni agli altri; e il precetto che diede loro, cioè il precetto particolare, ch'era di governare e d'istruire il popolo.

Domine Deus noster, tu exaudiebas eos; Deus, tu propitius fuisti eis et ulciscens in omnes adinventiones eorum. Voi, Signore, Dio nostro, li esaudivate e foste loro propizio; et ulciscens in omnes adinventiones eorum, foste loro propizio in perdonare le loro mancanze, ma non lasciando però impuniti i loro peccati. Così espongono s. Agostino e Menochio; ma altri con Malvenda espongono così: Voi foste loro propizio, perdonando al popolo in loro grazia, ma non lasciando impunite le calunnie ed ingiurie ch'essi riceveano dal popolo. Dice Bellarmino che l'una e l'altra interpretazione è probabile.

Exaltate Dominum Deum nostrum et adorate in monte sancto eius;


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quoniam sanctus Dominus Deus noster. Glorificate il Signore Dio nostro, e adoratelo nel suo santo monte; mentre Iddio è santo per essenza, e perciò degno di tutti gli ossequj.

Qui seguita nel breviario il salmo Iubilate Deo etc., il quale già sta spiegato alla pag. 651. Quando questo salmo si dice nelle laudi, s'ommette qui, recitandosi in sua vece il seguente.

Salmo 3. (91. del salterio.)

Davide esorta il popolo a lodare Iddio per la protezione che ha de' suoi servi e per lo castigo con cui punisce i peccatori. Si pensa che Davide facesse questo salmo dopo la vittoria contra Assalonne.

Bonum est confiteri Domino; et psallere nomini tuo, Altissime. È giusto il render grazie al Signore quando ci benefica e cantar lodi al vostro nome, o Dio altissimo.

Ad annuntiandum mane misericordiam tuam; et veritatem tuam per noctem.

In decachordo psalterio, cum cantico in cithara. È dovere che, dopo aver celebrata la vostra misericordia nella mattina, lodiamo nella notte la vostra fedeltà nelle promesse col salterio di dieci corde e cantando sulla cetera.

Quia delectasti me, Domine, in factura tua; et in operibus manuum tuarum exultabo. Poiché voi, Signore, mi avete fatto gioire colla vista delle vostre creature; onde io esulterò sempre di gioia nel considerare le opere delle vostre mani.

Quam magnificata sunt opera tua, Domine! nimis profundae factae sunt cogitationes tuae. Oh quanto son grandi, Signore, le opere vostre! le vostre soavissime cogitazioni o sieno disposizioni in formar tante creature, tanto perfette secondo l'ordine loro, son troppo profonde ed occulte alla nostra poca intelligenza.

Vir insipiens non cognoscet; et stultus non intelliget haec. L'uomo ignorante e stolto nulla di tutto ciò conosce né intende.

Cum exorti fuerint peccatores sicut foenum; et apparuerint omnes qui operantur iniquitatem.

Ut intereant in saeculum saeculi; tu autem Altissimus in aeternum, Domine. Quando si troveran nati i peccatori e moltiplicati come il fieno che subito e molto cresce, e quando tutti gl'iniqui faranno una bella comparsa nel mondo in dignità e ricchezze (apparuerint, legge l'ebreo floruerint), avverrà che essi periscano in eterno; voi all'incontro, Signore, sarete sempre l'altissimo.

Quoniam ecce inimici tui, Domine, quoniam inimici tui peribunt; et dispergentur omnes qui operantur iniquitatem. Poiché i vostri nemici alla fine periranno e tutti gli iniqui saranno esterminati.

Et exaltabitur sicut unicornis cornu meum; et senectus mea in misericordia uberi. E la mia fortezza crescerà in alto come il corno del liocorno, ch'è molto elevato e forte; e la mia vecchiezza sarà consolata dall'abbondante vostra misericordia.

Et despexit oculus meus inimicos meos; et in insurgentibus in me malignantibus audiet auris mea. E gli occhi miei disprezzeranno i miei nemici, vedendoli abbattuti; e le mie orecchie udiranno il castigo dato a coloro che si sono alzati contra di me, macchinando, da maligni quali sono, la mia ruina.

Iustus ut palma florebit; sicut cedrus Libani multiplicabitur. I giusti fioriranno e persisteranno come la palma che sta sempre verde; e cresceranno in grande altezza, come i cedri del Libano.


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Plantati in domo Domini, in atriis domus Dei nostri florebunt. Piantati nella casa del Signore e da lui coltivati fioriranno, cioè conserveranno sempre il lor vigore e la loro bellezza.

Adhuc multiplicabuntur in senecta uberi; et bene patientes erunt, ut annuntient. Di più essi cresceranno fino ad una vecchiezza abbondante, s'intende abbondante di frutti di virtù; et bene patientes erunt, cioè (come traduce il Bellarmino) ben soffriranno le fatiche per la valida loro complessione. L'ebreo, in vece di patientes, legge florentes, e s. Girolamo frondentes; s'intende floridi e vigorosi nelle virtù, acciocché annunziino: dice il Bellarmino che questa parola annuntient appartiene al verso seguente.

Quoniam rectus Dominus Deus noster; et non est iniquitas in eo. Acciocché palesino a tutti colla voce e coll'esempio che il Signor nostro Dio è retto e giusto, e non vi è in esso alcuna iniquità, in modo che prosperi gl'iniqui; perché a suo tempo premierà i giusti e punirà gl'iniqui come meritano.

Salmo 4. (100. del salterio.)

In questo salmo Davide dà belli documenti a' superiori e specialmnete a' principi di ben vivere, ed ogni padre di famiglia trova qui da ben guidarsi.

Misericordiam et iudicium cantabo tibi, Domine. Signore, io loderò sempre la vostra misericordia e la vostra giustizia.

Psallam et intelligam in via immaculata; quando venies ad me? Canterò le vostre lodi sovra il salterio e mi applicherò a conoscere la strada immacolata e perfetta (l'ebreo in via perfecta) per camminare in essa; ma voi quando verrete a soccorrermi?

Perambulabam in innocentia cordis mei; in medio domus meae. Perambulabam, altri spiegano questo verso ed i seguenti in tempo preterito; ma l'ebreo li legge in futuro ambulabo, e così anche li spiegano s. Girolamo, Teodoreto, Eutimio ec. col testo greco. Io camminerò nell'innocenza in mezzo della mia casa, cioè de' miei domestici.

Non proponebam ante oculos meos rem iniustam; facientes praevaricationes odivi. Non mai proporrò di far veruna cosa ingiusta; e odierò, cioè avrò in abbominio tutti i trasgressori della vostra legge.

Non adhaesit mihi cor pravum; declinantem a me malignum non cognoscebam. Non adhaesit; volta s. Girolamo Cor pravum recedet a me, non farò mai lega con persone di cuore malvagio; e se alcuno di questi maligni declinerà da me, cioè non mi vorrà per amico, io non lo conoscerò, cioè mostrerò di non conoscerlo.

Detrahentem secreto proximo suo; hunc persequebar. E da colui che lacera occultamente la fama del prossimo mi terrò lontano, anzi lo perseguiterò con rimproverargli il suo vizio.

Superbo oculo et insatiabili corde; cum hoc non edebam. Non mi porrò mai a mensa con coloro che tengono l'occhio superbo, cioè che guardano gli altri con disprezzo; e cogl'insaziabili di cuore, cioè ambiziosi ed avari.

Oculi mei ad fideles terrae, ut sedeant mecum; ambulans in via immaculata, hic mihi ministrabat. Gli occhi miei saranno intenti ad accompagnarmi cogli uomini fedeli che meco vivono in questa terra; e non mi farò servire o soccorrere ne' miei bisogni se non da coloro che vivono lontani da' vizj.


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Non habitabit in medio domus meae qui facit superbiam; qui loquitur iniqua non direxit in conspectu oculorum meorum. Non abiterà in mia casa l'uomo superbo; e chi parla iniquamente, mentendo o mormorando, non direxit (l'ebreo non firmabitur) in conspectu oculorum meorum, non durerà a star troppo avanti gli occhi miei, cioè lo farò uscir di mia casa.

In matutino interficiebam omnes peccatores terrae; ut disperderem de civitate Domini omnes operantes iniquitatem. Io ben per tempo interficiebam (s. Girolamo col caldeo perdam), esterminerò dal paese tutti i malvagi, con procurare che sian castigati; e così disperderò, cioè caccerò fuori dalla città del Signore tutti coloro che vivono male e cercano di aver compagni nel male.

Salmo 5. (101. del salterio.)

In questo salmo, c'è uno de' sette penitenziali, si descrive un'anima che si umilia e prega Dio per sé e pel suo popolo. S. Agostino vuole che il salmo riguardi Gesù Cristo che prega per noi; e non può negarsi che in alcuni versi parlisi del Messia e della sua venuta.

Domine, exaudi orationem meam; et clamor meus ad te veniat. Signore, esaudite la mia preghiera; e fate che le mie grida giungano a voi.

Non avertas faciem tuam a me; in quacumque die tribulor, inclina ad me aurem tuam. Deh! non voltate da me la vostra faccia; ed in qualunque giorno che mi vedete afflitto porgete il vostro orecchio alle mie voci.

In quacumque die invocavero te, velociter exaudi me. In qualunque giorno io v'invocherò, presto esauditemi.

Quia defecerunt sicut fumus dies mei; et ossa mea sicut cremium aruerunt. Poiché i miei giorni sono mancati e dispersi come il fumo; e le mie ossa si sono inaridite come legni secchi e minuti, facili ad ardere. Cremium est id omne quod facile crematur, scrive il Du-Hamel.

Percussus sum ut foenum et aruit cor meum; quia oblitus sum comedere panem meum. È stato percosso come fieno dalla vostra mano il mio cuore, in modo che il mio spirito è rimasto inaridito a tal segno che mi son dimenticato di prender cibo.

A voce gemitus mei adhaesit os meum carni meae. Per lo tanto piangere e gemere la mia pelle si è attaccata alle mie ossa.

Similis factus sum pellicano solitudinis; factus sum sicut nycticorax in domicilio. Son fatto simile al pellicano del deserto, che ama le solitudini (scrive il Mattei che quest'uccello pellicano dicesi che vi sia, ma in fatti non se ne ha cognizione); e son divenuto come gufo; l'ebreo e s. Girolamo, in vece di nycticorax, leggono bubo, che significa gufo, il quale abita nelle case diroccate. In quanto poi alla voce domicilio, dice Mariana: Vox hebraea ruinas et parietinas significat, cioè mura mezzo ruinate.

Vigilavi; et factus sum sicut passer solitarius in tecto. Ho vegliato le notti intiere oppresso da' miei mali; e son fatto qual passero, che piango solitario sul tetto, cioè ne' luoghi più rimoti della mia casa.

Tota die exprobrabant mihi inimici mei; et qui laudabant me, adversum me iurabant. Tutto giorno i miei nemici mi rimproveravano; e coloro che prima mi onoravano, poi congiuravano contro di me; iurabant, volta Du-Hamel coniurabant.

Quia cinerem tamquam panem manducabam; et potum meum cum fletu miscebam. Sì che il pane di cui


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mi cibava pareami insipido come cenere; e mescolava colle mie lagrime la mia bevanda.

A facie irae et indignationis tuae; quia elevans allisisti me. Vivo pertanto afflitto a vista del vostro sdegno; mentre vedo che, dopo di avermi voi sollevato, mi avete precipitato: s. Girolamo elevasti me et allisisti me.

Dies mei sicut umbra declinaverunt; et ego sicut foenum arui. I miei giorni son passati come un'ombra, ed io sono rimasto come un fieno già secco.

Tu autem, Domine, in aeternum permanes; et memoriale tuum in generationem et generationem. Ma voi, Signore, siete e sarete sempre lo stesso; memoriale (il caldeo legge memoria tua, e dice il Mattei che così anche può tradursi l'ebreo), e la vostra memoria passerà da generazione in generazione; così Menochio.

Tu, exurgens, misereberis Sion; quia tempus miserendi eius, quia venit tempus. Voi, come sorgendo da profondo sonno, avrete pietà di Sionne; poiché è venuto il tempo stabilito ne' vostri decreti; quia venit tempus, l'ebreo tempus definitum.

Quoniam placuerunt servis tuis lapides eius; et terrae eius miserebuntur. Dice Mariana che qui si parla della città di Gerusalemme, quando fu diroccata da' nemici; onde si spiega: Poiché a' vostri servi piacciono le pietre, cioè i mucchi di pietre a cui è ridotta Gerusalemme; e ne rispettano anche la polvere delle rovine fatte. L'ebreo: Quoniam amant servi tui lapides eius, et pulveris eius miserentur, così Menochio, Bossuet e il Mattei.

Et timebunt gentes nomen tuum, Domine; et omnes reges terrae gloriam tuam. Le genti temeranno il vostro nome, o Signore; e tutti i re della terra conosceranno la vostra potenza.

Quia aedificabit Dominus Sion; et videbitur in gloria sua. Così avverrà quando Dio di nuovo edificherà Sionne; e quello si vedrà nella sua gloria, cioè col suo tempio, come dicono Maldonato, Mariana e il Mattei.

Respexit in orationem humilium; et non sprevit precem eorum. Il Signore ha riguardata l'orazione degli umili; e non ha disprezzata la loro preghiera.

Scribantur haec in generatione altera; et populus qui creabitur laudabit Dominum. Si scrivano queste opere del Signore, acciocché ne passi la memoria alle generazioni future; e il nuovo popolo, che di poi sarà creato, gliene darà perpetue lodi. Scrive il Mattei che ciò s'intende de' cristiani, i quali per mezzo del battesimo son chiamati da s. Paolo nova creatura1.

Quia prospexit de excelso sancto suo; Dominus de coelo in terram aspexit. Perché esso li ha rimirati dal sublime suo santuario; il Signore dal cielo si è degnato di volgere gli occhi alla terra.

Ut audiret gemitus compeditorum; ut solveret filios interemptorum. E ciò affin di udire i gemiti degl'incatenati e scioglierli da' ceppi nel tempo che eran destinati alla morte. L'ebreo: Ut audiat gemitus vincti et solvat filios mortis. Nota qui il Mattei filios interemptorum, sive filios mortis, esser lo stesso, secondo la frase ebrea, che destinati alla morte: per cui s'intendono gli uomini privi della grazia prima della redenzione.

Ut annuntient in Sion nomen Domini; et laudem eius in Ierusalem.


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Affinché predichino in Sionne il nome del Signore e celebrino le sue lodi in Gerusalemme.

In conveniendo populos in unum; et reges ut serviant Domino. Il loderanno unendosi in unum, cioè in una chiesa, in una fede. Commenta Du-Hamel: Haec ad ecclesiam sub Christo referuntur; e lo stesso dicono Bellarmino, Malvenda, Mariana e Menochio. Et reges etc., ed anche i re si uniranno per servire a Dio.

Respondit ei in via virtutis suae; paucitatem dierum meorum nuntia mihi. Il Bellarmino e il Mattei dicono che questo verso è oscurissimo; ed in fatti così è. Respondit ei, il Bellarmino e Menochio intendono che così rispondesse Iddio al salmista, che pregava in via virtutis suae, cioè nel tempo del vigore di sua età, e diceva: Paucitatem dierum meorum nuntia mihi; Signore, fatemi sapere la brevità de' giorni miei; cioè (si sottintende dagli espositori) se la vita mia sarà sì breve che non giungerò a vedere la fine di tanti mali per mezzo dell'umana redenzione.

Ne revoces me in dimidio dierum meorum, in generationem et generationem anni tui. Deh non mi ritirate dal mondo nella metà de' giorni miei (s. Girolamo ne rapias me); giacché gli anni vostri durano da generazione in generazione, cioè sono eterni, e voi potete accrescere il numero de' miei.

Initio tu, Domine, terram fundasti; et opera manuum tuarum sunt coeli. Voi siete quello, o Signore, che dal principio fondaste la terra ed i cieli, che sono opere delle vostre mani. Le parole di questo verso e dei seguenti, s. Paolo le intende di Gesù Cristo1.

Ipsi peribunt, tu autem permanes; et omnes sicut vestimentum veterascent. Essi periranno un giorno, ma voi persisterete sempre lo stesso (s. Girolamo tu autem stabis); e tutti invecchieranno come una veste usata per lungo tempo e finiranno; s. Girolamo atterentur.

Et sicut opertorium mutabis eos et mutabuntur; tu autem idem ipse es, et anni tui non deficient. E voi muterete questi cieli, come si cambiano i mantelli sdrusciti (opertorium, s. Girolamo legge pallium). Il Mattei ammira qui la fantasia del poetare nell'oriente. Ma voi sempre sarete il medesimo, e gli anni vostri non mancheranno mai, poiché sono eterni.

Filii servorum tuorum habitabunt; et semen eorum in saeculum dirigetur. Ed i figliuoli de' vostri servi abiteranno ivi, cioè nella santa città; e voi avrete sempre la cura della loro posterità.

Salmo 6. (102. del salterio.)

In questo salmo loda il salmista la misericordia di Dio; e vedendosi incapace di lodarlo e ringraziarlo come merita, invita gli angeli e tutte le creature a farlo in suo nome.

Benedic, anima mea, Domino; et omnia quae intra me sunt nomini sancto eius. Anima mia, benedici il Signore, e tutte le mie potenze diano gloria al suo santo nome.

Benedic, anima mea, Domino; et noli oblivisci omnes retributiones eius. Benedici il Signore, dico, e non ti dimenticare di tutti i suoi beneficj.

Qui propitiatur omnibus iniquitatibus tuis; qui sanat omnes infirmitates tuas. Egli è propizio, cioè ti rimette tutti i tuoi peccati (così l'interpretano quasi tutti) e guarisce tutte le tue infermità. S'intendono così le corporali, come le spirituali, siccome


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dice il Mattei, mentre si dice omnes.

Qui redimit de interitu vitam tuam; qui coronat te in misericordia et miserationibus. Egli libera la tua vita corporale dalla morte del corpo e la spirituale dalla morte dell'anima, cioè dal peccato; e si può intendere anche dall'inferno (s. Girolamo, de interitu volta de corruptione, e il caldeo de gehenna); e di più ti corona (cioè ti cinge d'ogni intorno, Estio ed altri) di misericordia e di beneficj.

Qui replet in bonis desiderium tuum; renovabitur ut aquilae iuventus tua. Egli riempie di beni i tuoi desiderj ed egli ti farà rinnovare la tua gioventù, come si rinnovano all'aquila le piume ed il vigore. Ciò anche può intendersi, come dice il Mattei, della rinnovazione dell'aima per mezzo del battesimo e della conversione a penitenza, secondo quel che scrisse s. Paolo: Expoliantes veterem hominem cum actibus suis, et induentes novum, eum qui renovatur etc.1.

Faciens misericordias Dominus et iudicium omnibus iniuriam patientibus. Egli il Signore gradisce di usar misericordia e far giustizia a tutti coloro che ingiustamente son perseguitati.

Notas fecit vias suas Moysi; filiis Israel voluntates suas. Egli fece conoscere a Mosè le sue vie, cioè le sue disposizioni; e fe' intendere a' figliuoli d'Israello le sue volontà.

Miserator et misericors Dominus; longanimis et multum misericors. Il Signore è misericordioso e ben fa vedere a noi gli effetti della sua misericordia (la misericordia è l'attributo divino; le miserazioni poi sono gli effetti della sua misericordia): egli è longanime, cioè paziente (ma sino a certo segno), ed è molto compassionevole.

Non in perpetuum irascetur, neque in aeternum comminabitur. Se si adira con alcuno e minaccia di abbandonarlo, non seguirà a minacciarlo per sempre, se colui si emenda.

Non secundum peccata nostra fecit nobis; neque secundum iniquitates nostras retribuit nobis. Deh, ringraziamolo sempre, vedendo ch'egli non ci ha trattati come meritavano i nostri peccati, né ci ha puniti secondo la nostra malvagità.

Quoniam secundum altitudinem coeli a terra, corroboravit misericordiam suam super timentes se. Poiché quanto è più alto il cielo dalla terra, tanto egli ha distesa la sua misericordia sovra coloro che lo temono.

Quantum distat ortus ab occidente, longe fecit a nobis iniquitates nostras. E quanto è lontano l'oriente dall'occidente, tanto il Signore ha fatti lontani da noi i nostri peccati.

Quomodo miseretur pater filiorum, misertus est Dominus timentibus se; quoniam ipse cognovit figmentum nostrum. Siccome un padre ha compassione de' figli, così il Signore ha compatiti coloro che lo temono; mentr'egli conosce la nostra debolezza.

Recordatus est quoniam pulvis sumus; homo sicut foenum dies eius, tamquam flos agri, sic efflorebit. Si è ricordato che noi non siamo che polvere e che l'uomo, vivendo in questa terra, è come il fieno che oggi fiorisce nel campo e domani secca e muore.

Quoniam spiritus pertransibit in illo et non subsistet; et non cognoscet amplius locum suum. Si è ricordato che in questa vita lo spirito nell'uomo non è di permanenza, ma sta


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di passaggio, per passare alla sua eternità; et non cognoscet amplius locum suum, viene a dire che non torna indietro a conoscere il luogo suo, cioè a ripigliare gli anni passati.

Misericordia autem Domini ab aeterno, et usque in aeternum super timentes eum. Ma la misericordia del Signore durerà in eterno sovra ognun che lo teme.

Et iustitia illius in filios filiorum, his qui servant testamentum eius.

Et memores sunt mandatorum ipsius, ad faciendum ea. E la sua giusta benignità si stende ai figliuoli de' figli che osservano il suo testamento, cioè la sua legge, e non si dimenticano de' suoi precetti per osservarli.

Dominus in coelo paravit sedem suam; et regnum ipsius omnibus dominabitur. Il Signore ha stabilito il suo trono in cielo; e il suo regno dominerà sovra tutti, viene a dire che tutti dovranno ubbidire al suo imperio.

Benedicite Domino omnes angeli eius; potentes virtute, facientes verbum illius ad audiendam vocem sermonum illius.

Benedicite Domino omnes virtutes eius; ministri eius qui facitis voluntatem eius. Benedite il Signore tutti voi, angeli suoi, voi che siete potenti nella fortezza e che eseguite i suoi comandi subito che udite la sua voce. Beneditelo voi tutti della corte celeste che siete ministri della sua volontà.

Benedicite Domino omnia opera eius; in omni loco dominationis eius; benedic, anima mea, Domino. Benedite il Signore, creature voi tutte, in ogni luogo del suo dominio; e tu, anima mia, non cessar mai di benedirlo.

Salmo 7. (103. del salterio.)

In questo salmo, dice il Du-Hamel, vi è una descrizione figurata della gloria del Signore nelle opere della natura; poiché si loda qui la divina sapienza e potenza nel creare i cieli e la terra. Soggiunge l'autore degli argomenti de' salmi nella compilazione di Venezia che in questo salmo si apprende come debba meditarsi la natura e la varietà delle cose.

Benedic, anima mea, Domino; Domine Deus meus, magnificatus es vehementer. Anima mia, benedici il Signore; mio Signore e mio Dio, voi sovra modo vi siete magnificato, cioè troppo (come spiega s. Girolamo quel vehementer) avete fatta conoscere la vostra grandezza nelle opere vostre.

Confessionem et decorem induisti; amictus lumine sicut vestimento. Vi siete vestito di gloria (confessionem, legge l'ebreo gloriam) di bellezza e di luce, come di una veste.

Extendens coelum sicut pellem; qui tegis aquis superiora eius. Avete disteso il cielo come una pelle, cioè come un padiglione, secondo legge l'ebreo, sicut tentorium; e ricoprite colle acque (cioè colle nubi, come spiega Estio) le parti superiori di quello. Dice il Mattei che questo cielo o sia padiglione è coperto di acque.

Qui ponis nubem ascensum tuum; qui ambulas super pennas ventorum. Voi salite sopra una nube, come sovra d'un carro che va dove voi volete; e camminate volando sopra i venti, come fossero uccelli che hanno le penne.

Qui facis angelos tuos spiritus; et ministros tuos ignem urentem. Voi rendete i vostri angeli come spiriti, cioè come venti, e fate questi vostri ministri come una fiamma che abbrucia; così interpreta s. Agostino in questo luogo, e s. Gregorio1. E ciò si accorda a quel che dice s. Paolo2,


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che assolutamente interpreta questo verso degli angeli.

Qui fundasti terram super stabilitatem suam; non inclinabitur in saeculum saeculi. Voi avete fondata la terra sulla sua base (supra basem suam, s. Girolamo ed il caldeo) cioè l'avete fermata col suo proprio peso; come spiega il Lallemand; onde si appoggia in se medesima, come scrive il Mattei, né mai si smoverà in eterno.

Abyssus, sicut vestimentum, amictus eius; super montes stabunt aquae. Abisso, dice il Mattei, che secondo l'idioma della bibbia significa un aggregamento di acque; onde si spiega: Voi copriste un tempo la terra di acque, come con una veste; in modo che queste acque (stabunt, l'ebreo legge stabant) sorpassavano i monti1.

Ab increpatione tua fugient, a voce tonitrui tui formidabunt. Queste acque poi al sentire intuonare il tuono della vostra voce fuggirono (l'ebreo legge fugerunt in vece di fugient, e così anche l'intendono più nostri interpreti) e si spaventarono, cioè si ritirarono come spaventate al luogo loro destinato, ch'era il mare.

Ascendunt montes et descendunt campi in locum quem fundasti eis. A tal comando parve che salissero i monti ed i campi, cioè le pianure, scendessero nel luogo che voi avete lor destinato.

Terminum posuisti, quem non trasgredientur; neque convertentur operire terram. Avete poi loro assegnati i termini, che non mai oltrepasseranno (qui si parla delle acque già confinate nel mare); e queste non torneranno mai a ricoprirla.

Qui emittis fontes in convallibus; inter medium montium pertransibunt aquae. Voi fate sorgere i fonti nelle valli; e le acque poi scorreranno per mezzo de' monti.

Potabunt omnes bestiae agri; expectabunt onagri in siti sua. Tutte le bestie de' campi correranno ad abbeverarsi; e gli onagri, cioè gli asini selvaggi (per cui s'intendono tutte le fiere selvagge; l'ebreo, in vece di onagri, legge ferae) andranno in cerca di queste acque nella loro sete.

Super ea volucres coeli habitabunt; de medio petrarum dabunt voces. Super ea, l'ebreo super eos, il caldeo iuxta eos; sovra o sia accanto di quei fonti abiteranno gli uccelli: de medio petrarum, l'ebreo legge inter ramos, e s. Girolamo de medio nemorum, tra i rami delle vicine selve, o pure, secondo la volgata, da mezzo alle rupi faran sentire le loro voci col canto.

Rigans montes de superioribus suis; de fructu operum tuorum satiabitur terra. Voi adacquate i monti colle acque superiori che scendono dalle nubi; e così la terra per opera vostra sarà saziata, cioè sarà abbondante di frutti.

Producens foenum iumentis; et herbam servituti hominum. Voi producete il fieno per i giumenti, e l'erbe per servire agli uomini.

Ut educas panem de terra; et vinum laetificet cor hominis. Voi cavate dalla terra il pane e il vino che rallegra il cuore dell'uomo. Qui soggiunge s. Gio. Grisostomo2: Dicunt quidam non sit vinum; sed dicendum est non sit ebrietas; vinum enim est opus Dei, ebrietas vero opus diaboli.

Ut exhilaret faciem in oleo; et panis cor hominis confirmet. L'ebreo in vece di exhilaret, legge nitidum


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reddat. Qui bisogna sapere che, secondo scrivono Teodoreto, Maldonato, Tirino ed altri, era uso degli orientali ungersi la faccia con olio per dimostrare un viso allegro; onde si spiega: E fate dagli ulivi uscire l'olio per ungere il volto e farlo comparire giulivo, e dalla terra il grano per sostentar la vita dell'uomo.

Saturabuntur ligna campi et cedri Libani, quas plantavit; illic passeres nidificabunt. Con tali acque dei fonti e delle piogge ne saran saziati gli alberi delle campagne (il Mattei intende le piante selvagge) ed i cedri del Libano, che Dio stesso vi ha piantati; ivi i passeri e gli altri uccelli faranno i loro nidi.

Herodii domus dux est eorum; montes excelsi cervis, petra refugium herinaciis. La parola Herodii non si sa certo qual sorta di uccello significhi: s. Girolamo lo spiega per lo milvo; ma il caldeo, Estio, Menochio, Lallemand ed altri dicono esser la cicogna. Herodii domus dux est eorum, ma l'ebreo legge Herodii abies est domus eius; onde si spiega il verso: la cicogna abita sugli alti abeti, i monti più alti sono le case de' cervi e le pietre concave servon di asilo a' conigli (herinaciis) o pure alle lepri. Vedi il Mattei.

Fecit lunam in tempora; sol cognovit occasum suum. Fecit lunam in tempora, legge l'ebreo statuit lunam in stata tempora. Ha fatta la luna per computo de' tempi (gli ebrei colla luna regolavansi per il loro calendario: A luna signum diei fecisti1; ed il sole fa il suo corso sino al suo tramontare; o pure, come spiega il Malvenda, il sole sa fare il suo corso senza le variazioni che fa la luna.

Posuisti tenebras et facta est nox; in ipsa pertransibunt omnes bestiae silvae. Voi avete poste le tenebre, cioè al tramontar del sole fate succeder le tenebre e si fa la notte; ed allora tutte le bestie selvagge passano, cioè escono dalle loro tane.

Catuli leonum rugientes, ut rapiant; et quaerunt a Deo escam sibi. Escono i leoni ruggendo co' loro piccioli figli per le foreste a far le prede, e coi lor ruggiti par che chieggano a Dio il loro cibo.

Ortus est sol et congregati sunt; et in cubilibus suis collocabuntur. Nato poi ch'è il sole, queste fiere si radunano e vanno a ritirarsi ne' loro covili.

Exibit homo ad opus suum: et ad operationem suam usque ad vesperum. Ed allora esce l'uomo e va al suo lavoro, e si occupa in tali opere sino alla sera.

Quam magnificata sunt opera tua, Domine! omnia in sapientia fecisti; impleta est terra possessione tua. Quanto son conosciute grandi le vostre opere, o Signore! tutte le avete fatte con somma sapienza; la terra è ripiena delle vostre possessioni, cioè delle vostre creature, come leggono i settanta, creatura tua; in vece di possessione tua; in somma è piena delle cose che avete create; come spiegano Menochio e Mattei.

Hoc mare magnum et spatiosum manibus; illic reptilia quorum non est numerus. In questo gran mare che tanto spande le mani o sieno le braccia, vi sono tanti pesci (reptilia sono propriamente quegli animali che si strascinano col ventre per terra) che sono innumerabili.

Animalia pusilla cum magnis; illic naves pertransibunt. E questi animali


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piccoli e grandi scorrono per quel vasto spazio; ivi scorrono ancora le navi.

Draco iste quem formasti ad illudendum ei; omnia te expectant, ut des illis escam in tempore. E cotesto dragone (s. Girolamo scrive leviathan, altri dicono la balena, come Lallemand e forse tutti comunemente, ma non è certo, come dice il Mattei; il certo è che sia un mostro marino) che voi avete formato a saltellare e scherzare in esso mare, l'ebreo legge ut luderet in eo, e così l'intendono Maldonato, Estio, Sa, Malvenda, Mattei ecc.); e tutti questi animali aspettano da voi il loro alimento nel tempo opportuno.

Dante te illis, colligent; aperiente te manum tuam, omnia implebuntur bonitate. Voi lo date loro ed essi lo raccolgono; voi aprite le mani, e tutti restano satollati de' vostri beni.

Avertente autem te faciem, tubabuntur; auferes spiritum eorum, et deficient et in pulverem suam revertentur. Ma volgendo voi la faccia, cioè sottraendo da essi i vostri sguardi benefici, languiranno; toglierete loro la vita e mancheranno e così torneranno alla polvere, donde li cavaste.

Emittes spiritum tuum, et creabuntur; et renovabis faciem terrae. Quando poi manderete lo spirito di vita ad altri animali che voi creerete, allora farete rinnovare la faccia della terra. Il Du-Hamel in senso mistico applica questo senso allo Spirito santo, che colla sua grazia rinnova la faccia della terra, cioè delle anime che vivono su questa terra, come canta la chiesa nella Pentecoste: Emitte spiritum tuum et creabuntur; et renovabis faciem terrae.

Sit gloria Domini in saeculum; laetabitur Dominus in operibus suis. Sia dunque il Signore glorificato per sempre; e si rallegri nelle sue opere cioè procuriamo noi che il Signore si rallegri in noi, che siamo opere sue, e non si conturbi colle nostre colpe.

Qui respicit terram, et facit eam tremere; qui tangit montes, et fumigant. Procuriamo di non conturbar quel Signore, che con un solo suo sguardo fa tremare la terra; e toccando i monti li fa fumare co' lampi e saette, come fece sul monte Sinai; Totum autem mons Sinai fumabat1.

Cantabo Domino in vita mea; psallam Deo meo quamdiu sum. Io canterò in tutta la mia vita lodi al Signore; dirò salmi in onor del mio Dio per mentre vivo.

Iucundum sit eloquium meum; ego vero delectabor in Domino. Siano ad esso accetti i miei cantici; mentr'io non avrò altro diletto che di compiacermi nel Signore.

Deficiant peccatores a terra et iniqui, ita ut non sint; benedic, anima mea, Domino. Manchino sulla terra i peccatori e gl'iniqui, in modo che non ve ne siano più; e tu, anima mia, persisti a benedir sempre il tuo Signore.

Salmo 8. (104. del salterio.)

Il profeta in questo salmo esorta i giudei a lodar Dio e a ringraziarlo dei benefizj fatti ai loro padri.

Confitemini Domino, et invocate nomen eius; annuntiate inter gentes opera eius. Date lodi al Signore ed invocate il suo nome; pubblicate alle genti le sue grandi opere.

Cantate ei et psallite ei; narrate omnia mirabilia eius. Cantate in suo onore e ditegli de' salmi; raccontate tutte le meraviglie ch'egli ha operate.


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Laudamini in nomine sancto eius; laetetur cor quaerentium Dominum. Siate voi lodati da tutti in procurare che sia lodato il suo santo nome; si rallegri il cuore di tutti coloro che cercano il Signore.

Quaerite Dominum et confirmamini; quaerite faciem eius semper. Cercate il Signore e siate fermi nel cercarlo; procurate di stare sempre collo spirito alla sua presenza.

Mementote mirabilia eius quae fecit; prodigia eius et iudicia oris eius. Ricordatevi delle cose meravigliose da lui fatte; e de' prodigi suoi e de' comandamenti proferiti dalla sua bocca.

Semen Abraham servi eius; filii Iacob electi eius. Ciò dico a voi che siete progenie di Abramo e servi del Signore; ed a voi, figli di Giacobbe, che siete del Signore il popolo eletto.

Ipse Dominus Deus noster; in universa terra iudicia eius. Egli è il nostro Signore e Dio che governa tutta la terra.

Memor fuit in saeculum testamenti sui; verbi quod mandavit in mille generationes. Egli sempre si è ricordato del suo patto co' suoi servi e della promessa loro fatta con parole che esprimeano il comando di parteciparlo a tutte le future generazioni.

Quod disposuit ad Abraham; et iuramenti sui ad Isaac. La promessa fu fatta ad Abramo e poi fu giurata ad Isacco.

Et statuit illud Iacob in praeceptum; et Israel in testamentum aeternum. E ciò anche fu stabilito con Giacobbe in precetto, cioè come una legge inviolabile; e con Israele come una lega o sia patto eterno che abbia sempre ad osservarsi.

Dicens: Tibi dabo terram Chanaan, funiculum haereditatis vestrae.

Cum essent numero brevi paucissimi, et incolae eius. Le parole della promessa nel patto furono queste: Io ti darò la terra di Canaan, ch'è la terra promessa ove abitavano i cananei; funiculum etc., la quale sarà posseduta da' tuoi figli come eredità divisa col funicolo. Questa promessa fu fatta agli ebrei quando erano pochissimi ed erano forestieri nella terra di Canaan.

Et pertransierunt de gente in gentem et de regno ad populum alterum. E passarono, cioè i patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, da nazione in nazione e da un regno al popolo di un altro regno, come dalla Palestina al regno di Egitto.

Non reliquit hominem nocere eis; et corripuit pro eis reges. Non permise Iddio che alcun uomo nocesse loro; e corresse, cioè punì, i re che li maltrattarono.

Nolite tangere christos meos; et in prophetis meis nolite malignari. Non vogliate toccare ed esser molesti a' miei cristi, cioè patriarchi; e co' miei profeti non vogliate esser maligni.

Et vocavit famem super terram; et omne firmamentum panis contrivit. E chiamò, cioè fe' venire, la fame sulla terra; poiché devastò tutto il firmamento del pane, cioè tutto il sostegno del vitto umano, che consiste nel pane.

Misit ante eos virum; in servum venundatus est Ioseph. Mandò avanti di loro nell'Egitto un uomo, che fu Giuseppe, ch'era stato venduto da' suoi fratelli, per liberarli dalla fame.

Humiliaverunt in compedibus pedes eius; ferrum pertransiit animam eius, donec veniret verbum eius. In Egitto Giuseppe fu umiliato e carcerato


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co' ceppi a' piedi; ferrum pertransiit animam eius, nel testo greco si legge pertransiit animae eius; l'ebreo può leggersi in uno e nell'altro modo; ma dice Bellarmino esser più chiaro il senso, dicendosi pertransiit animam eius, e così leggono s. Girolamo, s. Agostino ed altri: onde si spiega: Il ferro de' ceppi col dolore afflisse l'anima di Giuseppe, donec veniret verbum eius, finché si avverò il suo vaticinio, con cui avea predetta al coppiere di Faraone la di lui liberazione dalla carcere, dopo la quale avvenne quella di Giuseppe.

Eloquium Domini inflammavit eum; misit rex et solvit eum; principes populorum et dimisit eum. Il detto del Signore, cioè la predizione a lui inspirata, inflammavit eum, fu una fiaccola che l'infiammò, cioè l'incoraggì a fare quel vaticinio. Quindi il re Faraone mandò a liberarlo da' ceppi; e questo principe di molti popoli lo pose in libertà.

Constituit eum dominum domus suae et principem omnis possessionis suae. Faraone lo fe' padrone della sua casa, cioè preposito di tutto il suo regno, acciocché come signore e principe lo governasse.

Ut erudiret principes eius sicut semetipsum, et senes eius prudentiam doceret. Acciocché ammaestrasse i grandi del regno ed i vecchi consiglieri di quella prudenza di cui egli era dotato.

Et intravit Israel in Aegyptum; et Iacob accola fuit in terra Cham. Ed allora entrò Israele nell'Egitto, ed abitò Giacobbe nella terra Cam insieme colla sua famiglia. Già si spiegò di sovra che per la terra Cham si intende l'Egitto, perché Mezlaim figliuolo di Cam, che fu figliuolo di Noè, fu il primo che abitò nell'Egitto.

Et auxit populum suum vehementer; et firmavit eum super inimicos eius. E così il Signore aumentò molto il suo popolo nell'Egitto; ed ivi lo stabilì e lo rendé più numeroso de' suoi nemici.

Convertit cor eorum, ut odirent populum eius; et dolum faceret in servos eius. E con ciò diè occasione agli egiziani di perseguitare il popolo fedele e di armarsi per trovar modo di opprimere i servi di Dio.

Misit Moysen servum suum; Aaron quem elegit ipsum. Indi il Signore mandò il suo servo Mosè ed Aronne suo fratello, ch'egli elesse per suo coadiutore; mentre riflette Bellarmino, che secondo l'ebreo si potrebbe leggere quem elegit ei: ma soggiunge lo stesso Bellarmino con s. Agostino che la voce ipsum presso gli ebrei si aggiunge solo per eleganza, onde non significa niente.

Posuit in eis verba signorum suorum et prodigiorum in terra Cham. Pose in essi Mosè ed Aronne le parole de' suoi miracoli, cioè la potestà di far miracoli e prodigi nella terra di Cam.

Misit tenebras et obscuravit; et non exacerbavit sermones suos. In questo verso e negli otto seguenti Davide descrive i prodigi fatti in Egitto in castigo di quella gente, descritti già nell'Esodo, c. 7. ad 14. Pertanto mandò le tenebre sull'Egitto ed oscurò quella regione. Le tenebre durarono tre giorni. Et non exacerbavit sermones suos: alcuni leggono senza la particola non; ma dice Bellarmino che la volgata leggendo colla particola non, concorda coll'ebreo e col greco; onde dice che non dee correggersi. Si spiega dunque: E Mosè ed Aronne non


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ripugnarono agli ordini di Dio, che loro avea imposto di fare quei prodigi.

Convertit aquas eorum in sanguinem; et occidit pisces eorum. Convertì le acque degli egizj in sangue e ne fe' morire i pesci.

Edidit terra eorum ranas in penetralibus regum ipsorum. La loro terra produsse tanta quantità di ranocchie che giunsero a penetrare le camere più segrete dello stesso re.

Dixit et venit coenomyiia et cinifes in omnibus finibus eorum. Parlò il Signore, e venne una gran quantità di mosche e di mosconi, che si sparsero in tutti i loro confini.

Posuit pluvias eorum grandinem, ignem comburentem in terra ipsorum.

Et percussit vineas eorum et ficulneas eorum, et contrivit lignum finium eorum. Mandò nelle loro campagne piogge e grandini che bruciavano come fuoco; e devastò le loro vigne e le piante de' fichi, e ridusse in pezzi tutti gli alberi de' loro poderi.

Dixit, et venit locusta et brucus, cuius non erat numerus. Parlò di più, e venne una moltitudine innumerabile di locuste e di bruchi.

Et comedit omne foenum in terra eorum; et comedit omnem fructum terrae eorum. E quegli divorarono tutta l'erba de' loro terreni; e ne distrussero tutto il frutto.

Et percussit omne primogenitum in terra eorum; primitias omnis laboris eorum. Finalmente il Signore percosse colla morte nella loro regione tutti i primogeniti, ch'erano le primizie, cioè i primi frutti di tutte le loro fatiche.

Et eduxit eos cum argento et auro; et non erat in tribubus eorum infirmus. Ed all'incontro cavò fuori dall'Egitto il suo popolo carico di argento e d'oro; e non vi era in tutte le loro tribù alcuno infermo.

Laetata est Aegyptus in profectione eorum; quia incubuit timor eorum super eos. Si rallegrò l'Egitto nella partenza degli ebrei; poiché stavano col timore di altri castighi, se quelli non fossero partiti.

Expandit nubem in protectionem eorum; et ignem ut luceret eis per noctem. Il Signore nel giorno sparse una nuvola che servisse a proteggerli di giorno; ed una colonna di fuoco, acciocché lor desse luce di notte. Ma qui deve avvertirsi col Bellarmino non esser queste la colonna di nuvola e l'altra di fuoco, descritte nell'Esodo, c. 13: poiché ivi si legge che il Signore li precedea per dimostrare loro la via; onde la nuvola andava dinanzi e non già sovra la loro testa, altrimenti non potea dimostrare ad essi la strada. Oltreché essendo sparsa la nuvola, non potea avere la figura di colonna. Ma dicendo il verso riferito: Expandit nubem in protectionem eorum et ignem etc., soggiunge il Bellarmino che ben può dirsi fuori di quella colonna di nube esservi stata altra nuvola sparsa di sovra gli ebrei, che li proteggesse dal caldo nel viaggio. Ed a ciò consente s. Girolamo, leggendo dall'ebreo Expandit nubem in tentorium. E sta anche accennato nella Sapienza, c. 10, ove: Et fuit illis in velamento diei et in luce stellarum per noctem.

Petierunt et venit coturnix; et pane coeli saturavit eos. Dimandarono di potersi cibare di carni e di pane; e il Signore loro mandò un'abbondanza di coturnici, cioè di quaglie; e li saziò di pane del cielo, cioè della manna che cadde dal cielo.


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Dirupit petram et fluxerunt aquae; abierunt in sicco flumina. Ebbero sete, e il Signore per man di Mosè ruppe una pietra, e di là scorsero le acque; ed in quel luogo arido si videro quelle scorrere come torrenti.

Quoniam memor fuit verbi sancti sui quod habuit ad Abraham puerum suum. Poiché si ricordò della sua santa promessa fatta ad Abramo suo servo.

Et eduxit populum suum in exultatione et electos suos in laetitia. E trasse dall'Egitto il suo popolo con giubilo e gli eletti suoi con allegrezza.

Et dedit illis regiones gentium; et labores populorum possederunt. E diede loro le regioni delle genti; sicché essi ebrei vennero a possedere le fatiche di quei popoli, cioè le città che aveano edificate e i campi che aveano coltivati.

Ut custodiant iustificationes eius et legem eius requirant. Affinché custodissero i suoi precetti e cercassero di osservar la sua legge.

Salmo 9. (105. del salterio.)

In questo salmo si esorta il popolo de' giudei a ringraziare il Signore de' prodigj fatti in loro pro da che usciron dall'Egitto fino al tempo de' giudici; e si rinfaccia loro l'ingratitudine usata con Dio. Il che serve maggiormente per confondere noi cristiani, che abbiam ricevuti benefizj molto più grandi.

Confitemini Domino, quoniam bonus; quoniam in saeculum misericordia eius. Lodate il Signore, mentr'egli è la stessa bontà; e la sua misericordia è eterna. In saeculum, voltano s. Girolamo e il caldeo in aeternum.

Quis loquetur potentias Domini? Auditas faciet omnes laudes eius? Quis loquetur, il caldeo Quis eloqui poterit? Chi potrà spiegare la potenza del Signore? chi ci farà sentire (o chi ci farà note, come legge il caldeo) tutte le di lui lodi?

Beati qui custodiunt iudicium et faciunt iustitiam in omni tempore! Felici quei che custodiscono il giudizio, cioè la sua legge ed operano sempre secondo la giustizia!

Memento nostri, Domine, in beneplacito populi tui; visita nos in salutari tuo. Memento nostri, s. Girolamo legge memento mei, e così anche leggono nell'ebreo Bossuet, il Mattei, Malvenda ec. Ricordatevi, Signore, di me nel vostro beneplacito, cioè secondo la benignità più volte usata col vostro popolo, siccome volta s. Girolamo: Recordare mei, Domine; in repropitiatione populi tui; e visitateci nella vostra salute (così legge l'ebreo in salute tua), cioè col mandarci la salute o sia la redenzione (il caldeo in redemptione) per Gesù Cristo, come spiega s. Agostino: Ipse est enim salvator... de illo quippe dixit Simeon senex: Quoniam viderunt oculi mei salutare tuum.

Ad videndum in bonitate electorum tuorum, ad laetandum in laetitia gentis tua; ut lauderis cum haereditate tua. Ad videndum in bonitate, legge l'ebreo ut videam bonum; s. Girolamo ut videam bona. Ricordatevi di me, Signore, affinché io vegga i beni preparati a' vostri eletti; ad laetandum in laetitia gentis tuae, e mi rallegri nell'allegrezza del tuo popolo, cioè entri a parte della sua gioia; ut lauderis cum haereditate tua, ed affinché per sempre sii lodato dal popolo e da me, che siamo la vostra eredità.

Peccavimus cum patribus nostris; iniuste egimus; iniquitatem fecimus. Noi abbiamo peccato co' nostri padri; abbiam fatto male, siamo stati iniqui.

Patres nostri in Aegypto non intellexerunt


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mirabilia tua; non fuerunt memores multitudinis misericordiae tuae. Non compresero le maraviglie da voi operate nell'Egitto a lor favore; e presto poi si dimenticarono delle molte misericordie loro usate.

Et irritaverunt ascendentes in mare, mare rubrum. Ascendentes in mare, l'ebreo legge iuxta mare. E vi provocarono a sdegno presso il mare, dico il mar rosso, in cui avean ricevuti tanti beneficj.

Et salvavit eos propter nomen suum; ut notam faceret potentiam suam. E ciò non ostante volle Dio salvarli per onor del suo nome; affin di far nota la sua potenza.

Et increpuit mare rubrum et exiccatum est; deduxit eos in abyssis sicut in deserto. Qui torna il profeta a parlar de' beneficj lor fatti in quel mare. Et increpuit (s. Girolamo et comminatus est mari rubro), e minacciò al mare se non ubbidiva, cioè comandò al mar rosso che si seccasse, e quello si seccò, cioè le acque si ritirarono dall'una e dall'altra parte per dare il passaggio a' giudei; e così Dio li guidò in quell'abisso di acque come se avesser camminato in un deserto.

Et salvavit eos de manu odientium; et redemit eos de manu inimici. E li salvò dalle mani di coloro che li odiavano, e così li liberò da' loro nemici.

Et operuit aqua tribulantes eos; unus ex eis non remansit. Dipoi quell'acqua sospesa cadde e coprì i nemici che li perseguitavano; in modo che niuno di loro rimase vivo.

Crediderunt verbis eius; et laudaverunt laudem eius. Allora gli ebrei diedero fede alle sue parole; e cantarono le sue lodi. Vuole il Mariana ch'essi allora dissero il cantico di Mosè.

Cito fecerunt, obliti sunt operum eius; et non sustinuerunt consilium eius. Ma ben presto fecerunt, cioè fecero mutazione e si scordarono de' prodigj a loro pro operati; e non vollero aspettare il di lui consiglio, cioè, volta s. Girolamo, non expectaverunt voluntatem eius, non vollero aspettare l'esecuzione della sua volontà.

Et concupierunt concupiscentiam in deserto; et tentaverunt Deum in inaquoso. E stando nel deserto, si abbandonarono a' loro appetiti disordinati; e tentarono Dio in quell'arido luogo, cioè nella solitudine, come scrive s. Girolamo, in solitudine.

Et dedit eis petitionem ipsorum; et misit saturitatem in animas eorum. E il Signore accordò loro la dimanda delle carni che avean richieste; e mandò la sazietà alle loro anime, cioè li fé sazj di ciò che bramavano.

Et irritaverunt Moysen in castris; Aaron sanctum Domini. (Et irritaverunt, l'ebreo legge inviderunt, e il caldeo invidia commoti sunt). E per l'invidia che Datan ed Abiron (nominati nel verso seguente) avean conceputa contra Mosè ed Aronne per cagion di vederli fatti capi del popolo (onde diceano loro, come si scrive1: Cur elevamini super populum Domini?) stando nel campo, provocarono a sdegno essi Mosè ed Aronne sacerdote del Signore.

Aperta est terra et deglutivit Dathan; et operuit super congregationem Abiron. Ma si aprì la terra ed inghiottì Datan ed Abiron con tutti gli altri che si erano congregati e sollevati con essi.


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Et exarsit ignis in synagoga eorum; flamma combussit peccatores. E si accese un fuoco nell'adunanza di quella gente sollevata1; e la fiamma bruciò quegli empj.

Et fecerunt vitulum in Horeb; et adoraverunt scupltile. Qui passa il salmista a parlare di quell'altra sollevazione degli ebrei quando adorarono il vitello d'oro. E si formarono i nostri antenati un vitello d'oro presso il monte Oreb, ed adorarono quell'idolo.

Et mutaverunt gloriam suam in similitudinem vituli comedentis foenum. Et mutaverunt gloriam suam, altri quel suam l'intendono degli ebrei, ma legge il caldeo gloriam Domini sui, e così doversi intendere, dice Estio. E cambiarono la gloria che si doveva a Dio, con darla a quell'immagine d'un vitello che si ciba di fieno.

Obliti sunt Deum qui salvavit eos; qui fecit magnalia in Aegypto, mirabilia in terra Cham, terribilia in mari rubro. Si dimenticarono di Dio che gli avea salvati e che avea operate tante cose grandi nell'Egitto e tanti prodigj nella terra di Cam, ed altri portenti di terrore contra gli egizj nel mar rosso.

Et dixit ut disperderet eos, si non Moyses electus eius stetisset in confractione in conspectu eius. Onde disse Iddio di voler distruggere il suo popolo; e l'avrebbe fatto, se Mosè, eletto per loro capo, non si fosse posto in mezzo (stetisset medius, s. Girolamo) alla di lui presenza, e così avesse impedita quella confrazione, legge l'ebreo rupturam, e il greco vulnerationem, cioè quella rovina o sia eccidio con cui volea punirli, come sta nell'Esodo c. 19.

Ut averteret iram eius, ne disperderet eos; et pro nihilo habuerunt terram desiderabilem. Mosè, dico, s'interpose per distoglier la sua collera, affinché non li esterminasse; giacché essi nulla stimarono la terra promessa tanto desiderabile che avea lor destinata.

Non crediderunt verbo eius et murmuraverunt in tabernaculis suis; non exaudierunt vocem Domini. Non vollero credere alla sua parola e mormorarono contra Dio nelle loro tende; non vollero in somma udir la voce del Signore.

Et elevavit manum suam super eos; ut prosterneret eos in regionibus. Ed egli alzò sovra di loro la sua mano armata della spada di giustizia, per atterrarli nel deserto ov'erano.

Et ut deiiceret semen eorum in nationibus; et disperderet eos in regionibus. E per abbandonare la loro posterità tra le nazioni e disperderli per le regioni della terra. Ben qui avverte il Bellarmino che il castigo minacciato di sopra Iddio l'eseguì nello stesso deserto, ove tutti i mormoratori morirono, ma l'altro poi della loro dispersione l'eseguì appresso per mezzo del re di Babilonia e principalmente poi per mezzo di Tito e Vespasiano.

Et initiati sunt Beelphegor; et comederunt sacrificia mortuorum. Qui Davide fa menzione di un altro peccato del popolo descritto ne' Numeri c. 25., quando essi ingannati dalle donne moabite, cominciarono ad adorare il loro idolo Beelfegor. (Il Calmet in una sua dissertazione dimostra Beelfegor esser lo stesso che l'idolo Adone). Onde si spiega: Et initiati sunt Beelphegor,


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cioè aggiunsero il peccato d'iniziarsi, o sia di consacrarsi in onore dell'idolo di Beelfegor; e si cibarono de' sacrifizj de' morti, cioè de' sacrificj offerti a dei morti, quali sono gli dei de' gentili, a differenza del nostro vero Dio, che è Dio vivo, e perciò sacrificia mortuorum legge l'ebreo sacrificia deorum qui mortui sunt.

Et irritaverunt eum in adinventionibus suis; et multiplicata est in eis ruina. Ed irritarono il Signore colle loro prave invenzioni, cioè colle loro superstizioni. Multiplicata est in eis ruina, l'ebreo erupit eos plaga; si moltiplicò su di essi la ruina, cioè fu fatta di loro una grande strage per tal sacrilegio. Si legge1 che di questi sacrilegi ne furono uccisi sino al numero di ventiquattro mila e più.

Et stetit Phinees et placavit, et cessavit quassatio. Allora Finees (nipote di Aronne), acceso di zelo per Dio, uccise i due prevaricatori della legge: stetit, stette forte in onor della legge, altri leggono oravit, come volta il caldeo, s'interpose pregando per lo suo popolo e placò lo sdegno di Dio; e così cessavit quassatio, cioè cessò il sollevamento, come interpretano altri, ma il caldeo volta cessavit mors, e si uniforma a ciò s. Girolamo, spiegando et est retenta percussio, e si arrestò la strage; questa è la spiegazione migliore, poiché2 si legge: Cessavitque plaga a filiis Israel.

Et reputatum est ei in iustitiam; in generationem et generationem usque in sempiternum. E quest'azione di Finees gli fu imputata a merito, come opera di giustizia, cioè di zelo; e n'ebbe il premio del pontificato continuato nella sua famiglia per più di 1300 anni, come scrivono Mattei, Mariana, Menochio ec.; in sempiternum, cioè finché sarebbe durato il tempo della legge mosaica, quamdiu lex duraret, dice Emmanuel Sa.

Et irritaverunt eum ad aquas contradictionis; et vexatus est Moyses propter eos, quia exacerbaverunt spiritum eius. Di più gli ebrei irritarono il Signore presso le acque della contraddizione; qui bisogna intendere che il popolo, penuriando di acqua3 cominciò ad altercare con Mosè, il quale, benché ispirato da Dio a percuoter la pietra, esitò alquanto con qualche diffidenza a farlo, ma poi la percosse e l'acqua ne uscì in gran copia; nondimeno Dio, adirato con Mosè per quella sua esitazione, lo punì con farlo morir nel viaggio prima di giungere alla terra promessa. Onde si spiega: E l'irritarono presso le acque della contraddizione, cioè in quel luogo dove per la penuria dell'acqua contraddissero a Mosè e contesero contra di lui. Et vexatus est Moyses propter eos, e Mosè si afflisse per tali contese col popolo. Quia exacerbaverunt spiritum eius, poiché gli amareggiarono lo spirito in modo che poi si rendé esitante ad eseguir il comando di Dio di percuoter la pietra.

Et distinxit in labiis suis; non disperdiderunt gentes, quas dixit Dominus illis. Iddio distintamente colla sua bocca riprese gli ebrei, rimproverando loro che non aveano esterminati i gentili, siccome egli avea loro ordinato.

Et commixti sunt inter gentes et didicerunt opera eorum; et servierunt sculptilibus eorum, et factum est illis in scandalum. E si mischiarono tra' gentili ed appresero le loro scelleraggini; e si posero a venerare


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i loro idoli; e ciò fu loro di gran ruina.

Et immolaverunt filios suos et filias suas daemoniis.

Et effuderunt sanguinem innocentem; sanguinem filiorum suorum et filiarum suarum, quas sacrificaverunt sculptilibus Chanaan. E giunsero a sacrificare i loro figli ai demonj, con ispargere il sangue innocente de' proprj figli che immolarono agli idoli di Canaan.

Et infecta est terra in sanguinibus et contaminata est in operibus eorum; et fornicati sunt in adinventionibus suis. E così la terra restò infettata con quei detestabili sacrificj di sangue e contaminata colle loro opere abbominevoli; e colle loro superstizioni fornicarono, cioè mancarono di fede a Dio. L'apostasia della fede presso la Bibbia chiamasi fornicazione o sia tradimento simile a quello dei coniugi che tradiscono la fede che si han data.

Et iratus est furore Dominus in populum suum; et abominatus est haereditatem suam. E il Signore si adirò con furore contra il suo popolo: ed ebbe in abbominio coloro che prima erano la sua eredità.

Et tradidit eos in manus gentium; et dominati sunt eorum qui oderunt eos. E li diè in mano de' gentili, sottoponendoli al dominio di coloro che li odiavano.

Et tribulaverunt eos inimici eorum, et humiliati sunt sub manibus eorum; saepe liberavit eos. E questi nemici li afflissero in modo che sotto le loro mani molto furono umiliati; e tuttavia il Signore spesso li liberò.

Ipsi autem exacerbaverunt eum in consilio suo; et humiliati sunt in iniquitatibus suis. Ma con tutto ciò essi lo provocarono a sdegno, in consilio suo, intende Menochio col pensiero che aveano di servire agl'idoli; et humiliati sunt in iniquitatibus suis, dice il Mattei che ciò non deve intendersi che furono umiliati nelle loro iniquità, ma che diventarono più iniqui nelle loro umiliazioni.

Et vidit cum tribularentur; et audivit orationem eorum. Nonperò il Signore, vedendoli così tribolati, se ne mosse a pietà e diede orecchio alle loro preghiere.

Et memor fuit testamenti sui; et poenituit eum secundum multitudinem misericordiae suae. E ricordandosi del suo patto, cioè delle promesse fatte ai loro antenati a riguardo della sua gran misericordia, si pentì, cioè si rimosse dal suo sdegno (conversus est ab ira sua il caldeo), come sentisse dolore di averli castigati.

Et dedit eos in misericordias in conspectu omnium qui ceperant eos. E fece che trovassero compassione presso i loro nemici che li tenean prigionieri; così Maldonato, Mariana, Tirino e Mattei.

Salvos nos fac, Domine Deus noster; et congrega nos de nationibus. Salvateci, o Dio nostro Signore; e congregateci, liberandoci da mezzo ai gentili, ove stiamo dispersi.

Ut confiteamur nomini sancto tuo; et gloriemur in laude tua. Acciocché veniamo a ringraziarvi e benedire il vostro santo nome; e mettiamo la nostra gloria in lodarvi.

Benedictus Dominus Deus Israel a saeculo et usque in saeculum; et dicet omnis populus: Fiat, fiat. Benedetto, diremo allora, sia per sempre il Signore Dio d'Israele; e il popolo tutto dirà: Così sia, così sia.


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Salmo 10. (106. del salterio.)

Nel senso letterale di questo salmo si espongono le tribolazioni sofferte da' giudei nella loro cattività e nel deserto; e si esortano a rendere grazie a Dio di averneli liberati. Nel senso poi figurato si rappresentano le miserie da cui Gesù Cristo ha liberati i cristiani. Qui il profeta accenna chiaramente ancora la ruina della sinagoga, la vocazione de' gentili e lo stabilimento della chiesa.

Confitemini Domino quoniam bonus; quoniam in saeculum misericordia eius. Lodate il Signore, perché egli veramente è buono e misericordioso; e la sua misericordia non mai mancherà.

Dicant qui redempti sunt a Domino, quos redemit de manu inimici; et de regionibus congregavit eos.

A solis ortu et occasu; ab aquilone et mari. Lo dicano quelli che dal Signore sono stati liberati dalle mani de' nemici; i quali egli ha riuniti da diverse regioni, ove stavan dispersi, cioè dall'oriente, dall'occidente, dal settentrione e dal mare, che s'intende il mezzodì, poiché l'oceano, ch'è il gran mare, sta dalla parte dell'austro.

Erraverunt in solitudine in inaquoso; viam civitatis habitaculi non invenerunt.

Esurientes et sitientes; anima eorum in ipsis defecit. Errarono essi ebrei nel deserto, luogo sterile e privo di acque; e non poterono ritrovare la via che conduce alla città della propria abitazione. Soffrirono fame e sete, sì che la loro vita veniva meno.

Et clamaverunt ad Dominum, cum tribularentur; et de necessitatibus eorum eripuit eos. Essi, ritrovandosi in tali tribolazioni, gridarono al Signore cercando soccorso; e il Signore li liberò dalle pene che pativano nella loro necessità.

Et deduxit eos in viam rectam, ut irent in civitatem habitationis. E Dio li pose nella retta via, acciocché giungessero alla città destinata per loro abitazione.

Confiteantur Domino misericordiae eius; et mirabilia eius filiis hominum. Confessino dunque in onor del Signore le misericordie che loro ha usate e le maraviglie che ha operate per gli uomini.

Quia satiavit animam inanem; et animam esurientem satiavit bonis. Poiché in modo maraviglioso apparecchiò il sostentamento nel deserto, e con quello saziò gli affamati.

Sedentes in tenebris et umbra mortis; vinctos in mendicitate et ferro. Egli li soccorse mentre stavano in oscure carceri, che pareano l'ombra della morte; stavano i miserabili in penuria di tutto ed incatenati con ferri.

Quia exacerbaverunt eloquia Dei; et consilium Altissimi irritaverunt. E ciò perché aveano disprezzati i precetti di Dio e provocata a sdegno la volontà dell'Altissimo.

Et humiliatum est in laboribus cor eorum; infirmati sunt, nec fuit qui adiuvaret. Allora fu umiliato il lor cuore nelle fatiche, cioè la superbia del lor cuore per le fatiche che soffrivano in tante loro afflizioni; diventarono deboli per poter resistere a' loro nemici, né vi fu chi li aiutasse a liberarsi dalle loro mani.

Et clamaverunt ad Dominum, cum tribularentur; et de necessitatibus eorum liberavit eos. Essi di nuovo, vedendosi così afflitti, ricorsero al Signore, ed egli li liberò dalle necessità che soffrivano.

Et eduxit eos de tenebris et umbra mortis; et vincula eorum disrupit. Egli li cavò fuori da queste tenebrose prigioni, che loro sembravano l'immagine della morte, e ruppe le loro catene.


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Confiteantur Domino misericordiae eius; et mirabilia eius filii hominum. Confessino dunque grati le misericordie loro fatte dal Signore e le cose maravigliose operate a pro dei figli degli uomini.

Quia contrivit portas aereas; et vectes ferreos confregit. Mentr'egli ha fatte in pezzi le porte di bronzo da cui stavano chiusi; ed ha franti i catenacci di ferro delle loro prigioni.

Suscepit eos de via iniquitatis eorum; propter iniustitias enim suas humiliati sunt. Li ha liberati da mezzo le loro iniquità che loro avean recati tanti castighi; poiché per i loro peccati erano stati umiliati.

Omnem escam abominata est anima eorum; et appropinquaverunt usque ad portas mortis. Per le loro infermità abbominavano ogni sorta di cibo; e stavano vicini alle porte della morte.

Et clamaverunt ad Dominum cum tribularentur; et de necessitatibus eorum liberavit eos. Ricorsero al Signore in quella tribolazione; ed egli n'ebbe compassione e li liberò dalle loro necessità. Si noti qui che non a caso il profeta replica tante volte questo verso, ma per farci intendere la compassione che ha Dio delle nostre miserie ed insieme la forza della preghiera, per cui Dio non sa negare il soccorso a chi glielo domanda.

Misit verbum suum et sanavit eos; et eripuit eos de interitionibus eorum. Mandò la sua parola, cioè diè fuori il suo comando, e li guarì e liberò dalla morte.

Confiteantur Domino misericordiae eius; et mirabilia eius filiis hominum. Pubblichino essi dunque le misericordie del Signore e le maraviglie operate per i figliuoli degli uomini.

Et sacrificent sacrificium laudis; et annuntient opera eius in exultatione. Gli offeriscano sacrificj di lodi; e con allegrezza narrino le sue grandi opere.

Qui descendunt mare in navibus, facientes operationem in aquis multis.

Ipsi viderunt opera Domini et mirabilia eius in profundo. Quei che discendono nel mare a navigare (con ciò si prova che il mare è inferiore alla terra) ed a fare i loro negozj per via di quelle immense acque, essi han veduto coll'esperienza le ammirabili opere che fa il Signore in quel profondo, cioè nel mare.

Dixit et stetit spiritus procellae; et exaltati sunt fluctus eius.

Ascendunt usque ad coelos et descendunt usque ad abyssos; anima eorum in malis tabescebat. Iddio ordinò che uscisse il vento che fa la tempesta, e il vento subito uscì fuori; ed indi le onde del mare si alzarono sino ai cieli e poi si abbassarono sino al fondo; ed a' naviganti per lo timore venne meno lo spirito.

Turbati sunt et moti sunt sicut ebrius; et omnis sapientia eorum devorata est. Essi confusi e spaventati, a guisa di ubbriachi che non sanno che si fare, han perduta in quella confusione tutta la loro sapienza, cioè tutta la perizia dell'arte di navigare.

Et clamaverunt ad Dominum cum tribularentur; et de necessitatibus eorum eduxit eos. Tribolati dallo spavento han gridato al Signore, ed esso li ha salvati da ogni pericolo.

Et statuit procellam eius in auram; et siluerunt fluctus eius. Ha cangiato il vento della procella in un'aura leggera; e così le onde han taciuto, cioè si son quietate.

Et laetati sunt, quia siluerunt;


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et deduxit eos in portum voluntatis eorum. E, quietate le onde, i naviganti si son rallegrati; e il Signore li ha condotti al porto in cui voleano ricoverarsi.

Confiteantur Domino misericordiae eius; et mirabilia eius filiis hominum. Così i giudei liberati dalla tempesta della schiavitù e giunti al porto della patria, debbon confessare le misericordie loro usate dal Signore e le maraviglie ch'egli opera a pro de' figliuoli degli uomini.

Et exaltent eum in ecclesia plebis; et in cathedra seniorum laudent eum. E lodino grandemente Iddio nella chiesa della plebe, cioè nell'adunanza del popolo congregato a lodar Dio; ed anche nella catedra de' seniori, cioè nel consesso de' principali del popolo.

Posuit flumina in desertum; et exitus aquarum in sitim. Ed ha posti i fiumi in deserto: e le sorgenti di acqua in sete, cioè i fiumi ed i luoghi abbondanti di acque li ha fatti seccare e diventare come un arido deserto.

Terram fructiferam in salsuginem a malitia inhabitantium in ea. E la terra, prima abbondante di frutti, l'ha renduta sterile, come fosse coperta di sale, in pena de' peccati di coloro che l'abitavano.

Posuit desertum in stagna aquarum; et terram sine aqua in exitus aquarum. All'incontro i luoghi deserti li ha fatti diventare stagni di acque, e sorgenti di acque le terre aride.

Et collocavit illic esurientes; et constituerunt civitatem habitationis. E vi ha collocati coloro che languivano per la miseria; in modo che vi hanno stabilita poi una città per abitarvi.

Et seminaverunt agros et plantaverunt vineas; et fecerunt fructum nativitatis. E seminarono le campagne, vi piantarono le vigne e videro il frutto nato dalle loro fatiche.

Et benedixit eis, et multiplicati sunt nimis; et iumenta eorum non minoravit. Il Signore dié loro la benedizione, e si moltiplicarono con abbondanza gli uomini ed i loro giumenti, facendo che si conservassero in gran numero.

Et pauci facti sunt; et vexati sunt a tribulatione malorum et dolore. Ma dopo, in pena de' loro peccati, furon ridotti a piccol numero; e furono afflitti da grandi tribolazioni e dolori.

Effusa est contemptio super principes, et errare fecit eos in invio et non in via. Si sparse ancora un disprezzo sovra de' principi, cioè fece il Signore che fossero disprezzati anche i capi che li governavano, permettendo che errassero in molte cose, camminando fuori della via della giustizia e della prudenza.

Et adiuvit pauperem de inopia; et posuit sicut oves familias. Nondimeno, mosso a pietà de' poveri, li soccorse nella loro miseria, e di nuovo moltiplicò la loro famiglia, come pecore nella greggia.

Videbunt recti et laetabuntur; et omnis iniquitas oppilabit os suum. Vedono i giusti queste misericordie e se ne rallegrano; e gli empj per la confusione delle loro iniquità non ardiscono di aprir bocca.

Quis sapiens, et custodiet haec; et intelliget misericordias Domini? Chi è savio, ben tra sé custodirà la memoria di queste cose; ed intenderà sin dove giungono le misericordie del Signore.


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Salmo 11. (107. del salterio.)

In questo salmo Davide ringrazia Dio de' benefizj ricevuti e gli domanda la vittoria degl'idumei. Si avverta che questo salmo sta già spiegato parte nel salmo 56. pag. 727. e parte nel salmo 59. pag. 731. Onde qui per comodo del lettore ne porremo la spiegazione, ma più succinta.

Paratum cor meum, Deus, paratum cor meum; cantabo et psallam in gloria mea. Mio Dio, il mio cuore è preparato a volere quanto voi disponete; in tutto vi loderò e canterò le vostre lodi.

Exurge, gloria mea, exurge, psalterium et cithara; exurgam diluculo. Sorgi, gloria mia, cioè spirito mio, che ami di lodare Dio; sorgi, arpa mia e mia cetera, a lodarlo dal principio del giorno.

Confitebor tibi in populis, Domine; et psallam tibi in nationibus. Sempre vi loderò, Signore, tra i popoli; e canterò le vostre glorie tra le genti.

Quia magna est super coelos misericordia tua; et usque ad nubes veritas tua. Poiché tutto, dalla terra ai cieli, è pieno della vostra pietà e fedeltà.

Exaltare super coelos, Deus, et super omnem terram gloria tua; ut liberentur dilecti tui. Siate dunque innalzato sovra i cieli, mio Dio, e la vostra gloria sia celebrata sovra tutta la terra.

Salvum fac dextera tua et exaudi me; Deus locutus est in sancto suo.

Exultabo et dividam Sichimam; et convallem tabernaculorum dimetiar. Esauditemi, Signore; e la vostra destra mi salvi; Iddio ha dichiarato dal suo santuario che un giorno io sarò lieto in dividere a mio piacere la Samaria ed in misurare i campi della valle de' tabernacoli di là del Giordano per distribuirli a mio arbitrio.

Meus est Galaad et meus est Manasses; et Ephraim susceptio capitis mei. Ecco già mio è Galaad, Manasse è mio; ed Efraim è la fortezza del mio capo. Sotto questi nomi intendonsi le province della tribù.

Iuda rex meus; Moab lebes spei meae. Nella tribù di Giuda è il mio regno; Moab è la pignatta della mia speranza, cioè la provincia abbondante di Moab mi fa sperare di saziare il mio popolo.

In Idumaeam extendam calceamentum meum; mihi alienigenae amici facti sunt. Stenderò il piede nell'Idumea e vedrò a me soggetti i popoli stranieri.

Quis deducet me in civitatem munitam? quis deducet me usque in Idumaeam? Chi mi condurrà ad impossessarmi della forte città, la quale è il centro dell'Idumea?

Nonne tu, Deus, qui repulisti nos? et non exibis Deus in virtutibus nostris? Non sarete voi, mio Dio, che prima ci ributtaste? e non uscirete voi stesso colle nostre truppe per darci la vittoria?

Da nobis auxilium de tribulatione; quia vana salus hominis. Dateci il vostro aiuto nella tribolazione; poiché invano possiam sperarlo da altri.

In Deo faciemus virtutem; et ipse ad nihilum deducet inimicos nostros. Sperando in Dio vinceremo; poiché egli sterminerà coloro che ci affliggono.

Salmo 12. (108. del salterio.)

Questo salmo da diversi interpreti è diversamente applicato. Alcuni l'applicano a Saulle che rimproverava Doeg ed altri simili scellerati. Altri a Davide il quale prediceva in forma d'imprecazione i castighi che doveano soffrire Doeg e Achitofello suoi nemici. Altri, come il Mattei con Marco Marino e Luigi Mingarella vogliono che le imprecazioni siano de' nemici di Davide e di Cristo contra di essi. Ma comunemente i padri e gli altri applicano tali imprecazioni contra Giuda ed altri nemici del nostro Salvatore; e questa interpretazione noi seguiremo, specialmente colla scorta di s. Agostino.

Deus, laudem meam ne tacueris; quia os peccatoris et os dolosi super me apertum est. Mio Dio, non


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celate la mia lode, cioè fate palese la mia innocenza, poiché la bocca di un empio e traditore si è aperta contra di me (s. Girolamo, in vece di super, legge contra me) per l'odio che mi porta; e s. Agostino: Odium, quod dolo tegebatur, erupit in vocem.

Locuti sunt adversum me lingua dolosa et sermonibus odii circumdederunt me; et expugnaverunt me gratis. Han parlato contra di me con lingua fraudolente (il che dice s. Agostino essere avvenuto quando un ebreo chiamò Gesù Cristo buon maestro: Magister bone, quid faciam etc.1. e con parole piene di odio mi hanno perseguitato gratis, senza ragione.

Pro eo ut me diligerent, detrahebant mihi; ego autem orabam. Essi, in vece di amarmi, mi hanno infamato, oppure mi han contraddetto, come scrive s. Girolamo, adversabantur; ma io nello stesso tempo pregava per essi, pro eis ipsis orabam; s. Agostino.

Et posuerunt adversum me mala pro bonis; et odium pro dilectione mea. Eglino mi han renduto male per bene; e odio per l'amore che loro ho portato.

Constitue super eum peccatorem; et diabolus stet a dextris eius. Costituite sovra di lui un peccatore, cioè un empio giudice, come intendono Emmanuel Sa e Mariana; e Satan gli stia a fianco; cioè spiega s. Agostino, applicando questo verso a Giuda, idest diabolo subditus sit qui Christo subditus esse noluit. Ed in fatti scrive s. Giovanni che Giuda fu posseduto da Satanasso: Post buccellam, cioè dopo la comunione, introivit in eum Satanas2.

Cum iudicatur exeat condemnatus; et oratio eius fiat in peccatum. Quando sarà giudicato nel divin tribunale, n'esca condannato; e la sua orazione siagli imputata a peccato, cioè (come saggiamente spiega il Lallemand) il parlare in sua difesa gli si ascriva a nuovo delitto per la sua temerità.

Fiant dies eius pauci; et episcopatum eius accipiat alter. Gli sieno abbreviati i giorni di sua vita, ed il suo vescovado, cioè (come spiegano altri) la sua prefettura: ma giustamente dice Bossuet che per vescovado deve intendersi l'apostolato; e così questo passo fu interpretato da s. Pietro3. Onde gli apostoli, congregati allora nel concilio pregarono il Signore: Ostende quem elegeris ex his duobus unum accipere locum ministerii huius et apostolatus de quo praevaricatus est Iudas etc.4. Ed allora cadde la sorte sopra s. Mattia.

Fiant filii eius orphani; et uxor eius vidua. Diventino orfani i figli; e diventi vedova la sua moglie. Qui si avverte che s. Gio. Grisostomo, Teodoreto ed Eutimio son di parere che Giuda non mai sia stato ammogliato. Di più, Genebrardo e Tirino stimano che queste imprecazioni contra Giuda non gli fossero succedute tutte, ma tutte quelle che avrebbero potuto succedergli. All'incontro Menochio con s. Agostino dicono che quelle si avverarono sopra i figli della sinagoga, la quale divenne vedova, ed i giudei divennero orfani nell'eccidio di Gerusalemme.

Nutantes transferantur filii eius et mendicent; et eiiciantur de habitationibus suis. Seguitano le imprecazioni: I suoi figliuoli sieno erranti e vagabondi (s. Girolamo, nutantes, legge


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instabiles vagentur) e vadano mendicando; di più sieno discacciati dalle loro case, come già avvenne dopo il suddetto eccidio.

Scrutetur foenerator omnem substantiam eius; et diripiant alieni labores eius. Scrutetur (il caldeo volta colligat foenerator), l'usuraio si esiga tutto il suo avere, e gli stranieri gli rapiscano tutti i beni acquistati colle sue fatiche. Nota qui il Menochio che nell'eccidio nominato Milites romani etiam corporibus sectis aliquorum viscera scrutati sint, sperantes aurum quod deglutissent inventuros, secondo scrisse Giuseppe1.

Non sit illis adiutor; nec sit qui misereatur pupillis eius. Non siavi chi gli porga aiuto né chi abbia compassione de' suoi pupilli.

Fiant nati eius in interitum; in generatione una deleatur nomen eius. Siano tolti di vita i loro figliuoli; e si cancelli il nome di lui, cioè il nome del padre, in una generazione, viene a dire il nome del padre non passi ad una seconda generazione, come bene spiega il Lallemand.

In memoriam redeat iniquitas patrum eius in conspectu Domini; et peccatum matris eius non deleatur. Ritorni alla memoria l'iniquità de' suoi padri nel cospetto del Signore, cioè punisca Dio sovra di lui (o sia sovra il suo popolo; come spiega s. Agostino, apportando il santo a tal proposito quel testo del vangelo: Ut veniat super vos omnis sanguis iustus qui effusus est super terram a sanguine Abel iusti usque etc.2): et peccatum matris etc., e il peccato della sua madre, cioè di Gerusalemme, come nota s. Agostino, non sia mai cancellato.

Fiant contra Dominum semper, et dispereat de terra memoria eorum; pro eo quod non est recordatus facere misericordiam. Fiant contra Dominum etc. Siano sempre di rincontro, cioè a vista del Signore le loro iniquità e si perda sulla terra la lor memoria, in pena di non essersi ricordati di usar pietà sovra di me, cioè di Gesù Cristo.

Et persecutus est hominem inopem et mendicum, et compunctum corde mortificare. Questo popolo ha perseguitato un uom bisognoso e povero, ed ha cercato di dar morte ad un afflitto di animo ed oppresso dal dolore.

Et dilexit maledictionem, et veniet ei; et noluit benedictionem, et elongabitur ab eo. Egli il popolo ha amata la maledizione (s. Agostino applica ciò al tempo quando dissero i giudei: Sanguis eius super nos et super filios nostros3) e questa gli verrà sopra; non ha voluto la benedizione, e questa si allontanerà da esso.

Et induit maledictionem sicut vestimentum; et intravit sicut aqua in interiora eius, et sicut oleum in ossibus eius. Egli si è vestito della maledizione, come di una veste; e la maledizione gli è penetrata nelle viscere come acqua; cioè, come spiega s. Agostino, la maledizione gli sia da fuori del corpo come una veste e da dentro nell'anima come l'acqua; e come olio gli resti insinuata anche nelle ossa.

Fiat ei sicut vestimentum quae operitur; et sicut zona qua semper praecingitur. Sicché la maledizione sempre lo copra come un mantello e sempre lo cinga come una fascia.

Hoc opus eorum qui detrahunt mihi apud Dominum; et qui loquuntur mala adversus animam meam. Questa è l'opera loro; s. Girolamo, haec est


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tribulatio cioè questa è la pena con cui Dio punisce coloro che m'infamano e che m'impongono calunnie per togliermi la vita.

Et tu, Domine, Domine, fac mecum propter nomen tuum; quia suavis est misericordia tua. E voi, Signore, voi dico, mio Signore, operate meco, cioè in mio soccorso, per gloria del vostro nome; e perché la vostra misericordia è soave, inclinata a soccorrere gli oppressi.

Libera me, quia egenus et pauper ego sum, et cor meum conturbatum est intra me. E giacché voi siete sì pietoso, liberate me che sono povero e abbandonato e dentro di me ho il cuore tutto afflitto e mesto. S. Agostino allude ciò a quel che disse Gesù nell'orto: Tristis est anima mea usque ad mortem.

Sicut umbra cum declinat, ablatus sum; et excussus sum sicut locustae. Come l'ombra che va mancando verso la sera e poi svanisce, così io ablatus sum (il caldeo legge consumptus sum) mi vedo consumato; e mi vedo scosso e sbattuto, come la locusta. Dicono s. Agostino, Teodoreto, Tirino ecc. che la locusta va saltellando da luogo a luogo; e così scrive il Du-Hamel essere avvenuto a Gesù Cristo, che ex uno tribunali in aliud iactatus fuit.

Genua mea infirmata sunt a ieiunio; et caro mea immutata est propter oleum. Le mie ginocchia si sono indebolite per lo digiuno; e la mia carne si è mutata ed è diventata squallida per l'olio: propter oleum. Qui si avverta che dee spiegarsi non già per l'uso dell'olio essergli venuta la debolezza, ma per mancanza dell'olio, come legge s. Girolamo, che in vece di propter oleum, legge absque oleo; poiché dicono Estio, Sa, Mariana, Malvenda, Tirino e Mattei, che presso gli ebrei erano in uso le unzioni con olio: il quale mancando, pativa la sanità. Quindi il Mattei scrive essere manifestissimo errore il credere che qui s'intenda dimagrata la carne per l'uso dell'olio. Inoltre il caldeo, in vece delle parole et caro mea immutata est propter oleum, legge et caro mea macilenta est absque pinguedine, la mia carne è divenuta macilente per mancanza di cibo, che produce la pinguedine, e più propriamente le suddette parole possono spiegarsi secondo legge l'ebreo, caro mea immutata est a pinguedine, cioè la mia carne da pingue si è fatta macilente, come spiegano Bellarmino e Menochio; altrimenti non vedo come questo verso possa con proprietà applicarsi a G. C.

Et ego factus sum opprobrium illis; viderunt me et moverunt capita sua. Ed io son divenuto per essi un oggetto di ludibrio; mi han veduto ed han crollate le loro teste per insultarmi. Ciò avverossi, dice il Bellarmino, quando i nemici di Gesù Cristo lo bestemmiavano, stando egli in croce: Praetereuntes autem blasphemabant eum, moventes capita sua etc.1.

Adiuva me, Domine Deus meus; salvum me fac secundum misericordiam tuam. Soccorretemi, mio Signore e mio Dio; salvatemi secondo la vostra misericordia.

Et sciant quia manus tua haec; et tu, Domine, fecisti eam. E sappiano che la vostra mano ha operato tutto questo, cioè (come applica Menochio) che quanto io ho patito l'ho patito per vostra volontà, secondo quel che scrisse Isaia: Propter scelus populi mei percussi eum2.


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Maledicent illi, et tu benedices; qui insurgunt in me confundantur; servus autem tuus laetabitur. Essi mi malediranno (secondo quel che scrisse s. Paolo1: Christus nos redemit de maledicto legis, factus pro nobis maledictum, cioè, come commenta

Du-Hamel, nostram in se suscipiens maledictionem), e voi mi benedirete: qui insurgunt, quei che sollevansi contro di me restino confusi e si convertano, come l'intende s. Agostino; e il vostro servo resterà consolato.

Induantur qui detrahunt mihi pudore; et operiantur, sicut diploide, confusione sua. Siano coperti di vergogna quei che m'infamano, e siano ripieni di confusione come di un doppio mantello, cioè di dentro e di fuori, come l'intende s. Agostino.

Confitebor Domino nimis in ore meo; et in medio multorum laudabo eum. Io loderò il Signore quanto posso (nimis, legge s. Girolamo vehementer) colla mia bocca, e canterò le sue lodi in mezzo ai popoli, in medio populorum, come legge s. Girolamo.

Quia adstitit a dextris pauperis, ut salvam faceret a persequentibus animam meam. Poiché è stato a' fianchi di me povero, per difendermi e salvarmi la vita dalle mani de' miei persecutori. Ciò l'intende il Bellarmino della risurrezione di Cristo, con cui egli riebbe la vita toltagli da' giudei.




1 Gal. 6. 15.



1 Hebr. 1. 10.



1 Coloss. 3. 9. et 10.



1 Hom. 32. in Ev.



2 Hebr. 1. 7.



1 Gen. 7. 20.



2 Hom. 1. ad pop.



1 Eccli. 43. 7.



1 Exod. 19.18.



1 Num. 16. 3.



1 Num. 16. 32.



1 Num. 25. 18.



2 Ibid. 8.



3 Num. 20.



1 Marc. 10. 17.



2 13. 27.



3 Act. 1. 20.



4 Ibid. 24. et 25.



1 De bello iud. l. 6. c. 15.



2 Matth. 23. 35.



3 Matth. 27. 25.



1 Matth. 27. 39.



2 53. 8.



1 Galat. 3. 13.






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