Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
S. Alfonso Maria de Liguori Via della salute IntraText CT - Lettura del testo |
DANNO DELLA TEPIDEZZA
Troppo grande è il danno, che cagiona la tepidezza in quelle anime,1 che temono bensì di stare in peccato mortale, ma poi poco fan conto de' veniali anche deliberati, e non curano di emendarsi. Iddio minaccia a' tepidi di vomitarli: "Sed quia tepidus es, incipiam te evomere" (Apoc. 3. 16).2 Il vomito significa l'abbandono: quel che
si vomita, non più si ripiglia. Il tepido disonora Dio, mentre dichiara ch'egli non merita d'esser servito con maggior attenzione.
Sì, mio Dio, è vero, così io v'ho3 disonorato per lo passato, ma voglio mutar vita, soccorretemi voi.
S. Teresa non cadde mai in colpa grave, come si ha dalla Bolla della sua canonizzazione,4 ma pure le fu dimostrato il luogo preparatole nell'inferno, se non si emendava dalla sua tepidezza. Come va ciò, mentre il solo peccato mortale ci fa rei dell'inferno? Ma dice lo Spirito Santo: "Qui spernit modica, paulatim decidet" (Eccli. 19. 1).5 Chi non fa conto de' peccati veniali commessi ad occhi aperti, facilmente caderà ne' mortali; sì, perché facendo egli l'abito a disgustare deliberatamente il Signore nelle cose leggiere, non avrà molto orrore poi a disgustarlo qualche volta in cose gravi; sì, perché scostandoci noi da Dio, Iddio mancherà i suoi aiuti speciali, senza i quali facilmente caderemo nelle tentazioni più forti.
Ah Signore, non m'abbandonate6 a questa rovina, fatemi prima morire, abbiate pietà di me.
"Qui parce seminat, parce et metet" (2. Cor. 9. 6). Giustamente Iddio stringe la mano alle sue grazie, con chi va scarso nel servirlo ed amarlo. Anzi dice il profeta: "Maledictus homo, qui facit
opus Dei negligenter" (Ier. 48. 10).7 Commette dunque un gran male chi serve a Dio con negligenza, mentre Dio lo maledice. Il peccatore, conoscendo la gravezza de' suoi peccati, confessa almeno la sua malvagità; ma il tepido stimandosi migliore degli altri, perché non fa il male che gli altri fanno, vive nel fango de' suoi difetti, e neppure si umilia.
Ah mio Dio, io con la mia tepidezza ho chiuso la porta alle grazie, che voi avreste voluto farmi. Aiutatemi, Signore, ch'io8 voglio emendarmi. Non è ragione ch'io vada scarso con voi, che siete giunto a dar la vita per me.
O Maria, madre mia, soccorretemi, in voi confido.