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S. Alfonso Maria de Liguori Via della salute IntraText CT - Lettura del testo |
MEDITAZIONE IX - DELLA NASCITA DI GESÙ NELLA GROTTA DI BETLEMME
Essendo già uscito l'editto dell'imperator di Roma che andasse ognuno a scriversi nella sua propria patria, si parte Giuseppe colla sua sposa Maria per andare a scriversi in Betlemme.1 Oh Dio, quanto dovette patire la Vergine santa in questo viaggio, che fu di quattro giornate per vie di montagna ed in tempo d'inverno, con freddi, venti e pioggie! Giunti che furono colà, venne il tempo del parto; onde Giuseppe si pose a cercare per quella città qualche alloggio, dove potesse partorire Maria. Ma perché son poveri,2 son discacciati da tutti son discacciati anche dall'osteria, dove gli altri poveri erano stati accolti. Onde in quella notte uscirono dalla città, e trovando una grotta, ivi entrò Maria. Ma Giuseppe le disse: Sposa mia, come vuoi stare
questa notte in questo luogo così umido e freddo, e qui partorire? non vedi, che questa è stalla di animali? Ma rispose Maria: Ah Giuseppe mio, e pur è vero che quella grotta è il palagio reale, in cui vuol nascere il Figlio di Dio.
Ed ecco già che venuta l'ora del parto, stando la santa Verginella genuflessa in orazione, vede tutt'insieme illuminata quella spelonca da una gran luce, bassa3 ella gli occhi, ed ecco che mira già nato in terra il Figlio di Dio da tenero4 bambino, che trema di freddo e piange; onde prima l'adora come suo Dio, poi se lo mette in seno, e lo fascia con quei poveri pannicelli, che seco avea, e finalmente così fasciato lo ripone a giacere dentro una mangiatoia sopra la paglia. Ecco come ha voluto nascere il Figlio dell'Eterno Padre per nostro amore. Dicea S. Maria Maddalena de' Pazzi5 che l'anime innamorate di Gesu-Cristo, stando a' piedi del santo bambino, debbono fare l'officio delle bestie della stalla di Betlemme, che co' loro fiati riscaldavano Gesù; e così elle debbon anche riscaldarlo co' sospiri d'amore.
Affetti e preghiere
Adorato mio bambino, io non avrei ardire di stare a' vostri piedi, se non sapessi che voi stesso m'invitate di accostarmi a voi. Io son quello che co'6 peccati miei vi ho fatto spargere tante lacrime nella stalla di Betlemme. Ma giacché voi siete venuto in terra a perdonare i peccatori pentiti, perdonate me ancora, mentr'io7 mi pento sommamente di avere8 disprezzato voi mio Salvatore e Dio, che siete così buono e tanto mi avete amato. Voi in questa notte dispensate grazie
grandi a tante anime; consolate ancora l'anima mia. La grazia che voglio è la grazia d'amarvi da oggi avanti con tutto il mio cuore; infiammatemi tutto del vostro santo amore. V'amo9 Dio mio, fatto bambino per me. Deh non permettete ch'io10 lasci più d'amarvi.
O Maria, madre mia, voi tutto potete colle vostre preghiere; altro non vi domando, pregate Gesù per me.