Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Sant'Alfonso Maria de Liguori Confessore diretto…campagna IntraText CT - Lettura del testo |
PUNTO IV. Della soddisfazione, o sia penitenza.
23. In quanto all'obbligo del confessore, si noti per 1., ch'egli nel dar l'assoluzione è tenuto ad imporre la penitenza; e ciò quantunque il penitente si confessasse subito dopo l'assoluzione d'un nuovo peccato, come ben dicono Castrop., Roncaglia ec., contro d'altri; almeno dee imporgli una penitenza leggiera
per fare intiero quel nuovo sagramento. Regolarmente la penitenza dee imporsi prima dell'assoluzione, ma può darsi anche dopo di quella. Può ancora probabilmente il confessore dare una penitenza grave sotto obbligo leggiero. Si noti per 2. quel che dice il trident.1 circa la quantità della penitenza: Debent ergo sacerdotes quantum prudentia suggesserit pro qualitate criminum, et poenitentium facultate, salutares et convenientes satisfactiones iniungere: ne si forte peccatis conniveant, levissima quaedam opera pro gravissimis delictis iniungendo, alienorum peccatorum participes efficiantur.
24. La penitenza poi può diminuirsi per più cause: per 1. se il penitente è molto contrito. Per 2. s'è tempo di giubileo, o d'indulgenza plenaria; ma (come ha dichiarato Bened. XIV.) anche in tali tempi sempre dee imporsi qualche penitenza, per rendere il sagramento intiero, specialmente se v'è bisogno di penitenza medicinale2.
25. Per 3. se il penitente è infermo di corpo; avvertendo il rituale, che agl'infermi, benché aggravati di colpe mortali, non dee imporsi per allora penitenza grave, ma solo per quando saran guariti. Per 4. se il penitente è infermo di spirito (cosa che più ordinariamente accade) sì che prudentemente si tema, ch'egli non adempisca poi la penitenza proporzionata che gli s'impone. A costoro, come insegnano s. Tommaso, s. Carlo Borromeo, Scoto, Gersone, Gonet, Habert, Natale Aless., Antoine, ed altri comunemente, dee imporsi quella sola penitenza, che verisimilmente adempiranno, e non più. E ciò appunto significano le parole riferite del concilio, pro qualitate criminum, et poenitentium facultate, salutares, et convenientes satisfactiones iniungere. Le penitenze che non sono proporzionate alla debolezza di spirito de' penitenti, non sono né salutari, né convenienti. Siccome il medico, dice s. Tommaso, non dà all'infermo, ch'è debole, una medicina che richiede molto vigore; ita sacerdos non semper totam poenam, quae uni peccato debetur, iniungit, ne infirmus desperet, et a poenitentia totaliter recedat3. Soggiunge il santo in altro luogo: Melius est, quod sacerdos poenitenti indicet, quanta poenitentia esset sibi iniungenda; iniungat nihilominus, quod poenitens tolerabiliter ferat. Oh quanti confessori in ciò mancano, imponendo penitenze proporzionate bensì a' peccati, ma improporzionate alle forze de' penitenti, e così son causa della ruina di molte anime! Bisogna per altro far conoscere al penitente che si meriterebbe, ed anche consigliargli la soddisfazione difficile; ma conviene poi imporgli solamente la facile, come scrive s. Tommaso da Villanova. Perciò dicono (nelle loro istruzioni a' confessori) s. Carlo Borromeo, e s. Francesco di Sales, col rituale parigino, che giova interrogare il penitente, se si fida di far quella penitenza, altrimenti bisogna mutarla, o diminuirla. Si avverta però, che fuori del caso di grave infermità, quando la confessione è di peccati gravi, regolarmente sempre dee imporsi una penitenza grave, che per sé induca obbligo grave. E quando il penitente fosse assai debole di spirito, almeno se gli dee imporre per penitenza qualche opera, a cui sarebbe già obbligato, come udir la messa nelle feste, digiunare nella quaresima, e simili, con qualche altra penitenza4.
26. Si noti per 5. circa la qualità della soddisfazione, che non debbono imporsi penitenze perpetue, né penitenze pubbliche, se non quando ciò fosse necessario al pubblico scandalo dato. La penitenza poi non solo dee essere medicinale per rimedio della vita futura, ma anche penale, e vendicativa per la vita passata; del resto, come dicono i teologi, ogni opera buona che s'impone vale per penale. La regola è, che a' peccati di senso s'impongono mortificazioni; a' peccati di avarizia, limosine: ed a' peccati di bestemmia, o spergiurii, orazioni. Le penitenze generalmente utili a tutti sono v. gr. l'entrare in qualche congregazione, sentir la messa ogni giorno, leggere qualche libro spirituale, far la visita al Ss. Sagramento, ed alla divina Madre, cercando la perseveranza: in levarsi la mattina, ed in coricarsi la sera, domandare a Dio ed a Maria ss. l'aiuto per non cadere in peccato. La frequenza de' sagramenti e l'orazione mentale sarebbero le penitenze più profittevoli, ma queste non è spediente imporle, almeno per lungo
tempo, a persone che non sono usate a praticarle1.
27. In quanto poi all'obbligo del penitente, quando la confessione è di peccati gravi, egli è tenuto ad accettare la penitenza grave. Ma quando poi la penitenza fosse troppo grave alle sue forze, e 'l confessore non volesse moderarla, ben può egli cercare altro confessore, lasciando di ricevere l'assoluzione dal primo. In quanto poi all'adempimento della penitenza, si noti per 1., che pecca senza dubbio gravemente chi non soddisfa la penitenza grave imposta per peccati gravi; ma non già chi lascia una penitenza leggiera, come sarebbe un miserere; il lasciare però il rosario di cinque poste sarebbe già materia grave. Si noti per 2., che pecca gravemente chi differisce la penitenza per lungo tempo, come per sei mesi, ma non già chi la differisce per un mese; purché quella non fosse medicinale. Si noti per 3., che chi si ha dimenticata la penitenza, probabilmente, e secondo comunissimamente dicono Suarez, Vasq., Laym., Castrop., Soto, Lugo, Salm., ed altri, non è tenuto a ripeter la confessione (come dicono altri) per ricever di nuovo la penitenza; perché quella è fatta allora materia impossibile. È vero però, che se il confessore può ricordarsi della penitenza imposta, il penitente dee ritornare ad esso per intenderla. Si noti per 4., che il penitente, stando in peccato mortale, anche può adempir la penitenza, secondo la sentenza comunissima di Suar., Nav., Lugo, Conc., Roncaglia, e d'altri. Si noti per 5., che il penitente non può cambiar da sé la penitenza, anche in opera migliore. Il dubbio è se possa cambiarla un altro confessore senza ripetere i peccati; molti lo negano, ma molti altri, come Toledo, Nav., Sa, e Bonac. probabilmente l'affermano; purché la penitenza non sia stata imposta per peccati riservati da chi ha la facoltà d'assolverli2.
28. Notiamo qui alcune cose più importanti a sapersi circa il giubileo; le altre possono osservarsi nell'Istruzione. Si noti per 1., che le visite prescritte delle chiese debbono compirsi in un sol giorno, come dichiarò Bened. XIV. nella costit. Inter praeteritos nel 1749. Per 2., che le facoltà del giubileo non si godono da chi non è preparato a soddisfare tutte l'opere prescritte. Si avverta però che se uno è stato già assoluto dalle censure, se poi non lucra il giubileo, non perciò ricade in quelle. Per 3., che in tempo di giubileo possono i religiosi confessarsi a qualunque confessore anche secolare approvato dall'ordinario, come dichiarò Gregor. XIII. ed Aless. VII. Per 4., che per lucrare il giubileo tutte l'opere prescritte debbono adempirsi in una delle due settimane: la confessione però e comunione possono farsi così nella prima, come nella seguente domenica. Per 5., che non gode il giubileo chi si confessa sacrilegamente, o invalidamente. Per 6., che chi si confessa nel giubileo, e si scorda d'un peccato riservato, ben può esserne assoluto appresso da ogni altro confessore. E lo stesso dicono più dd. della commutazione de' voti. Si noti per 7., che nel giubileo possono assolversi tutti i casi papali vescovili, cioè concessi a' vescovi, e tutti gli altri assolutamente papali, fuorché l'eresia esternata, ma possono assolversi le bestemmie ereticali, e le letture di libri d'eresia, ed anche le pubbliche percussioni de' chierici. In quanto alle irregolarità possono dispensarsi le sole incorse per violazione di censura. Vedi ciò ed altro all'Istr.3. E circa il giubileo dell'anno santo v. ivi.4.