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S. Alfonso Maria de Liguori
Avvertim. per la lingua toscana

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Capo VIII – DE' PUNTI E VIRGOLE

 

Avvertasi che le seguenti regole spettano così alla lingua italiana come alla latina.

 

La virgola significa solamente interrompimento, onde si mette avanti l'e o l'o o quando il senso è diviso, v. gr. voglio saper scrivere latino, e almeno leggere greco; non voglio scrivere a Pietro, né leggere le sue lettere; ma non si mette, secondo l'uso moderno, quando il senso è congiunto: voglio prima conoscerlo e vederlo; non mi fido né di scrivere né di leggere. Così anche si tralascia la virgola quando vi sono due addiettivi, sinonimi o simili: dotto e prudente; lo persuasi e convinsi; né si mette quando l'e, o o né si pongono per soprabbondanza: voglio e scrivere e parlare a Paolo; voglio o scrivere o almeno parlare al ministro, ec.; non voglio né scrivere né leggere, ec.

 

Avanti il che si mette virgola quando significa il quale o la quale, ma non quando il che non interrompe il senso, v. gr. quel che disse a coloro ec.; questo prodigio che si ammira; è un miracolo che Dio fa, ec. Così ancora, se il che significa ut o quod, neppure si mette la virgola, quando non s'interrompe la costruzione: voglio che studj ec.; ignora egli che voi ec.; ma si pone poi quando s'interrompe, v. gr. voglio prima morire mille volte, che offendere il mio Dio.

 

Il punto e virgola significa insieme interrompimento e compimento, v. gr. ma dopo che si trovò sedato dalla passione, che l'agitava; egli loro parlò ec.

 

I due punti sono più che il punto e virgola e si mettono quando vi sono due proposizioni concatenate, ma che una provi o confermi l'altra, v. gr. non voglio altro che la gloria di Dio: poiché questa sola dee mirarsi dal Cristiano. Si mettono ancora i due punti per dar qualche pausa quando il periodo è troppo lungo, o pure quando si riferisce il detto d'alcuno, v. gr. dice s. Tommaso: L'amor Divino ec. o vero egli rispose: Basta quanto ho fatto ec. Si mettono ancora i due punti quando si tratta di divisioni, v. gr.


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disse per prima ch'egli volea veder Roma: disse di più ch'egli volea passare ec.

 

Il punto finale si mette quando la proposizione è intieramente compita. Il punto interrogativo (?) si segna dopo la domanda. L'ammirativo poi (!) si mette sulle parole o d'ammirazione o di passione o d'affetto, v. gr. qual maraviglia sarebbe mai ec.! Che miseria vedere ec.! Che gioja sarebbe ec.!

 

La parentesi ( )è un concetto che si frappone nel discorso, talmente staccato da quello che senza d'esso resta illeso il senso, per esempio: il Battesimo (purché non ci sia necessità) non può darsi che nella Chiesa. Quando la parentesi è lunga, la prima lettera si fa maggiore; quando poi vi è un vocativo per mezzo, in vece della parentesi si mettono due virgole, v. gr. il pericolo è grande, Signor mio, se 'l Principe non rimedia, ec., ma quando il verbo accorda col vocativo, si lasciano le due virgole, v. gr. osserva lettor mio che quanto ec.

 

Si comincia poi da capo quando non solo la proposizione è compiuta, ma anche la materia ed il punto di cui si tratta.

 




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