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Sant'Alfonso Maria de Liguori Due scritti inediti sul quietismo IntraText CT - Lettura del testo |
Testo
V. Gesù Maria Ge e Ta
Sentimenti e documenti ricavati
dalle Lettere e Trattati spirituali
di Mr. Pier Matteo Petrucci
Vesc° di Jesi e poi Car.le di S.C.
Dopo il titolo s. Alfonso ha disegnato in una forma un poco semplificata la croce posta dal Petrucci sulla facciata dirimpetto all'inizio del I Libro delle Lettere (p. 60 dell'edizione citata). Per consentire al lettore di rilevare la fedeltà del disegno alfonsiano rispetto all'originale petrucciano, li riproduciamo ambedue, uno di fronte all'altro.
In ogni impresa bisogna attendere il principio, il mezzo ed il fine. Ma il fine è il primo ad esser mirato, poi si dà principio all'opera coll'esecuzione e si passa per li mezzi, sintanto che si giunga al fine1.
Il fine delle nostre opere non abbiamo da esser noi, né le creature, ma solo Dio. L'acque che scorrono al fiume, non vanno per fermarsi nel fiume, ma per passare al mare. E perciò tutte le parole, azioni ecc.2.
S. Maria Maddalena de' Pazzi, quando facea qualche opera e s'accorgea non averla diretta [a] Dio, si fermava, diriggevala a Dio e seguitava3. E 'l B. Taulero: Di quelle opere, di cui non è Dio ||1v|| il fine, Dio non ne sarà premio4. Se uno zappasse per un anno le vigne d'altri, ma non la vostra, gli dareste paga5? Blosio: Quando cominci l'opera, e quando vedi che quella piace a Dio, allora falla, pronto a lasciarla, se ecc.6.
Ma il fine più perfetto è per piacere a Dio, che merita solo d'esser guardato ed amato senza doni e paga7.
Attendete anche nelle cose minute a questa purità d'intenzione. Quante cose si fanno per fine proprio, genio, rispetto. Quando vi sentite inquieta, allora è segno che cercate voi. Operate dunque per Dio, che così, quando anche il senso s'inquieta, lo spirito starà in pace8.
Acciocché dunque la fabrica della vostra perfezione sia ferma, bisogna farvi sodi fondamenti. Per far li fondamenti si cava la terra sino al fondo stabile; così si fa la fossa, indi s'empie di pietre e calce. E così bisogna prima cavar la terra col distacco e far il vacuo coll'umiltà9.
Per l'umiltà, considerar quelle cinque parole10:
1. - Niente sono. L'esser vostro non v'è stato dato né da voi, né da altri, che da Dio11. Dio è eterno, il mondo non ha che sei migliaja d'anni non finite; voi da quanti anni? E se Dio cessasse di conservarvi l'essere, dove sareste più? Disse Dio a S. Caterina da Siena: Io sono quello che sono, e tu sei quella che non sei12. Sì, perché Dio è in se stesso, ma la creatura che non è in se stessa ma in Dio, è quella che non è. «Substantia mea tamquam nihilum ante Te» (Is. 41 [recte PS. 38, 6])13.
Bisogna pregare per conoscere il nostro niente. Il B. Giacopone:
Annichilarsi bene
Non è poter umano
Anzi è virtù divina14.
Perciò Dio permette i difetti, manda le desolazioni ecc., le tentazioni15.
«Iacta in Dominum curam tuam et ipse te enutriet» (Ps. 54)16. Volete, potete voi farvi tanto bene quanto Dio vuole ecc.? (PETRUCCI). «Noverim me, noverim Te» (S. Agostino)17. Dicea S. Caterina da Siena: L'anima nel conoscere sé, trova l'odio santo, e nel conoscere Dio e specialmente l'amore di Gesù, trova il suo amore18. Dicea S. Lorenzo Giustiniani che il vero lume della verità è il conoscere che Dio è tutto e noi niente19.
2. - Niente posso. E che potete far senza Dio? Potete far bene l'orazione? Eseguire i buoni propositi20?
3. - Niente so. Quante volte stimiamo il male per bene? Senza la luce divina, chi conosce la bruttezza del peccato, le vanità del mondo, la grandezza ecc. di Dio? Che ignoranza conoscer tutte le cose del mondo, e non il Creatore del mondo!21.
4. - Niente ho che le colpe. Niente di bene avete potuto fare. Quanto è povero chi non ha che sassolini e frondi ecc.! Voi più povero, perché avete i peccati, che son tutti vostri, abusandovi della libertà donatavi da Dio22.
5. - Niente merito che le pene. Chi non ha da sé niente di buono, niente merita. E chi ha colpe, merita solo pene. Chi ciò considera, non s'inquieta quando ecc. Chi si merita la morte, non si lamenta se è condannato ad un giorno di carcere, di digiuno ecc.23.
E così si fa la fossa con votarvi della stima propria, dell'amore a voi stesso, non avendo che peccati; delle vostre pretenzioni, non meritando che pene24.
E così finalmente cavate la terra, con distaccarvi da ogni cosa che non è Dio25.
||2r|| Non lasciate di cavar la terra, sin che troviate il fondo stabile, cioè arriviate a conoscere bene, come s'è detto, che siete e che meritate. Sintanto che v'appoggiate alle vostre forze ed industrie, fabricate sull'arena mobile. Non vedete che oggi siete fervorosa, domani tepida?; oggi piacevole, domani aspra? Il Redentore (Matt. 7) dice che la casa fondata sull'arena alla prima tempesta de' venti cade26.
La Pietra fondamentale è Gesù-Cristo. Niuno può porre altro fondamento fuorché quello che è stato posto, ed è Gesù Cristo (1. Cor. 3)27. E perciò bisogna camminare in fede, cioè 1) che Dio vi vede, 2) Stimar Dio ne' superiori28, 3) Imitar Gesù-Cristo, credendo esser buggia ogni massima contraria a quel che ha detto o fatto Gesù-Cristo29. «Hic est Filius meus dilectus, in quo mihi bene complacui, Ipsum audite»...
Gesù grida (Matt. 5): «Beati pauperes». Il mondo grida: Beati i ricchi. Gesù: Guai a voi che avete qui le vostre consolazioni. «Vae vobis»... (Luc. 6). Il mondo: Bisogna darsi bel tempo. Gesù: «Discite a me quia mitis» ecc. (Matt. 11). «Beati eritis, cum persecuti»... Il mondo: Bisogna farsi onore. Ma Gesù quanti disprezzi sopportò ecc.30?
E su questa pietra s'alza la fabrica colle altre pietre delle opere sante, cercando sempre l'ajuto per li meriti di Gesù-Cristo31, e specialmente attendendo 1) all'ubbidienza della regola e de' superiori. Nel giudizio non sarete giudicata che delle cose fatte di volontà propria32. 2) Alla mortificazione esterna, e più l'interna; questo sia uno studio continuo. Che frutto farebbe una vite, se non fosse putata e raddrizzata? E così bisogna raddrizzare i costumi e togliere il superfluo, parole, faccende, pensieri. 3) All'orazione, senza cui non farete
niente. Dicea S. Francesco: Non aspettate di far casa che vaglia [= valga], se voi non cercate d'esser anima d'orazione. A misura che voi amerete l'orazione, Dio benedirà quel che farete. 4) La carità verso il prossimo, facendo bene a tutti, senza volere esserne ringraziato e sopportando tutti senza lamentarvene. E sopra tutto carità verso Dio, amandolo incessantemente e facendo tutto per dar gusto a Lui e compiacere il suo cuore divino33. 5) Purità d'intenzione, solo per Dio34. È vero che alcuno fa quello principalmente per Dio, ma vi concorre il gusto proprio. E di ciò è segno, quando lascia senza gusti ecc., o s'inquieta. L'anima perfetta cerca solo il gusto di Dio ed ama [altre cose] solo35 perché l'ajutano a dar gusto a Dio36.
Onde rifiuta il mezzo onorevole, piacevole, e sceglie il doloroso, disprezzabile, se questo più l'ajuta a dar gusto a Dio. Gesù: «Proposito sibi gaudio» ecc. S. Caterina Senese elesse la corona di spine e non di rose. E perciò i Santi han cercato il patire, come mezzo più puro37. Alcuni mali ricercano zuccari, altri assenzio; è facile ne' primi ch'uno l'usi per gola, non già i secondi38. I primi dovressimo usarli solo per ubbidienza e per forza. E perciò l'han ricusati un S. Filippo Neri, S. Filippo Benizi, S. Francesco Borgia, S. Tommaso ecc. Di più dobbiamo prenderne quanto è necessario per la gloria di Dio. Di più siam pronti a lasciarlo, se ecc. Ciò si può usare nel cibo, vesti ecc.39.
||2v||