- Parte seconda.
- IV. - VARI OSSEQUI DI DIVOZIONE VERSO LA DIVINA MADRE COLLE LORO PRATICHE
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IV. - VARI OSSEQUI DI DIVOZIONE VERSO LA DIVINA MADRE COLLE LORO
PRATICHE
È così liberale e grata la regina del cielo, che a' piccioli ossequi de' suoi
servi ella rende gran cose: Cum sit
magnificentissima, solet maxima pro minimis reddere, dice S. Andrea
Cretense (Or. 2, de dorm. Virg.).1
A ciò nulladimeno vi bisognano due cose: la prima, che le offeriamo i nostri
ossequi coll'anima monda da' peccati, altrimenti Maria ci dirà lo stesso che
disse ad un soldato vizioso il quale, come narra S. Pietro Celestino (Opusc.,
c. 23), ogni giorno facea qualche ossequio alla Vergine: or mentre egli un
giorno pativa una gran fame, gli apparve la Madonna e gli presentò certe
squisite vivande, ma dentro un vaso sì sporco che esso non si fidò2
d'assaggiarle. Io sono, allora disse Maria, la Madre di Dio, che son venuta a
soccorrer la tua fame. Ma in questo vaso, rispose il soldato, non posso
provarle. E come poi tu vuoi, ripigliò Maria, ch'io accetti le tue divozioni,
offeritemi3 con un'anima così lorda? Il soldato con ciò si convertì, si
fe' romito, visse trent'anni nel deserto, ed in morte l'apparve di nuovo la
Vergine e lo condusse in cielo.4
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Dissimo5 nella prima
parte essere impossibile, moralmente parlando, che un divoto di Maria si danni.
Ma ciò s'intende con condizione6 che questi o viva senza peccati o
almeno abbia desiderio d'uscirne, perché allora la Madonna l'aiuterà. Che se
poi taluno all'incontro volesse peccare colla speranza che la Madonna lo
salverà, egli per sua colpa si renderebbe indegno e incapace della protezione
di Maria.
La seconda condizione è che perseveri nella sua divozione a Maria. Perseverantia sola meretur coronam, dice
S. Bernardo (Ep. 129).7 Tommaso da Kempis essendo giovinetto solea ogni
giorno ricorrere alla Vergine con certe preghiere; un giorno le lasciò, poi le
lasciò per qualche settimana, indi le lasciò in tutto. Una notte vide Maria in
sogno che abbracciava i suoi compagni, ma giunta a lui: Che aspetti tu, disse,
che hai lasciate le tue divozioni? partiti, che sei indegno de' miei
abbracciamenti. Con ciò Tommaso svegliossi spaventato e ripigliò le solite
preghiere.8 Quindi ben disse Riccardo: Qui tenuerit Mariam perseveranter, hic beatus erit in spe, quia omnia
optata ei succedent (Lib. 2, p. 48).9 Ma perché niuno
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può
esser sicuro di questa perseveranza, perciò niuno può assicurarsi di sua salute
sino alla morte. Molto memorabile dunque fu il grande documento che in morte
lasciò a' suoi compagni il fratello Gio. Berkmans della Compagnia di Gesù,
allorché da essi richiesto a lasciar detto loro quale ossequio più caro
potessero fare alla Madonna per acquistar la di lei protezione, rispose: Quidquid minimum, dummodo sit
constans.10
Soggiungo io pertanto qui in fine alla semplice e
succintamente i diversi ossequi, che possiamo fare alla nostra Madre per
acquistarci la sua grazia; cosa ch'io stimo la più profittevole di quanto ho
scritto in questa Operetta. Ma non tanto raccomando al mio caro lettore di
praticarli tutti, quanto di praticare quelli ch'eleggerà con perseveranza, e
con timore di perdere la protezione della divina Madre, se poi sarà trascurato
in continuarli. Oh quanti che ora sono nell'inferno sarebbero salvi, se
avessero continuati a Maria gli ossequi una volta da essi incominciati!
1
«Libens enim Sanctissima, cum munifica sit, pro minutissimis maiora retribuit.»
S. ANDREAS CRETENSIS, Oratio 14, tertia in SS. D. N. Deiparae dormitionem. MG 97-1102.
2 Non ebbe animo.
3
Offertemi.
4 S. PETRUS CAELESTINUS PP. V, Opusculum 6, De miraculis B. M. V., cap. 23. Maxima Bibliotheca veterum Patrum et
antiquorum scriptorum ecclesiasticorum, XXV, Lugduni, 1677, pag. 816, col.
2: «Quidam miles, licet luxuriosus et mendax, tamen devote et saepe salutabat
B. Mariam. Hic cum esset quodam die in Capella B. Virginis et eam devote
salutaret, irruit in eum vehemens fames, ita quod manus suas vellet comedere:
unde rogabat B. Virginem ut ei succurreret. Tunc adfuit B. Virgo ornatu
fulgenti, ferens in manibus vasculum cibo repletum delectabili, sed subtus erat
turpe et immundum vas; cumque ille prae nimia fame cibum conglutire vellet,
impuritatem vasis videns, noluit comedere. At illa: «Nosti quae sim ego?»
Respondit: «Non.» Et illa: «Ego sum Mater Dei. Sed quare non comedis?» Qui dixit: «Domina mea, propter immunditiam vasis.»
At illa: «Ita est de te; nam cibus quem mihi praebes quotidie valde
delectabilis est mihi; sed quia es vas luxuriae foetidum, in abominationem mihi
vertitur: purifica ergo vas, et tuum servitium gratiose recipiam.» Et hoc
dicto, disparuit. Qui statim accessit ad eremum, et triginta annis laudabiliter
vixit; in fine vero apparuit ei B. Virgo, et animam eius ad gloriam secum
duxit.»
5 Dicemmo. - Vedi Parte I, capit. VIII, §
1, pag. 254 e seg.
6 Nella I ediz. si
leggeva: Ma ciò s'intende con due
condizioni: la prima che questi... - Nelle ediz. seguenti è stata tolta
questa suddivisione superflua, avendo già determinato come prima condizione
«l'anima monda da' peccati».
7 «Et nunc quid
restat, carissimi, nisi ut admoneamini de perseverantia, quae sola meretur
viris gloriam, coronam virtutibus? Prorsus absque perseverantia nec qui pugnat
victoriam, nec palmam victor consequitur. Vigor virium, virtutum consummatio
est; nutrix ad meritum, mediatrix ad praemium. Soror est patientiae, constantiae filia, amica pacis,
amicitiarum nodus, unanimitatis vinculum, propugnaculum sanctitatis. Tolle perseverantiam, nec obsequium mercedem
habet, nec beneficium gratiam, nec laudem fortitudo. Denique non qui coeperit,
sed qui perseveraverit usque in finem, hic salvus erit (Matth. X, 22).» S.
BERNARDUS, Epistola 129, ad
Ianuenses, n. 2. ML 182-284.
8 Magnum
Speculum exemplorum, Venetiis, 1618, Distinctio 10, Exemplum 7, pag. 690. - Opera
Ven. Thomae a Kempis, ed. Sommalii, 1759, I, pag. 23, 24
(paginazione dei «preamboli»).
9 «Vigesima (causa,
quare Mariae serviendum): quia ipsa est lignum
vitae his qui apprehenderint eam (Prov. III, 18) speciali amore et
servitio... Sequituribid.): Et qui
tenuerit eam perseveranter... ipsi videlicet inseparabiliter adhaerens, beatus hic in spe, in futuro in re...
Beatus, quia omnia optata succedunt ei in futuro.» RICHARD. A S. LAUR., De
laudibus B. V. M., lib. 2, cap. 1, n. 22. Inter Opera S. Alberti Magni, Lugduni, 1651,
XX, p. 39, col. 1; Paris., XXXVI, 70.
10 Questo detto non
vien riferito dai primi biografi del santo giovine - Cepari, Povius - i quali pure entrano in molti particolari sugli
ultimi suoi giorni, come anche sulla sua divozione verso Maria SS. - Tace di
questo anche il P. Nicola Angelini, nella
sua Vita di S. Giovanni Berchmans, Roma,
1888. - Lo troviamo, senza alcuna indicazione di fonte, in un opuscolo
intitolato: Sancti Ioannis Berchmans
documenta vitae spiritualis clericis proposita, Romae, 1908, XV, pag. 39:
«In Virginis obsequium: Quidquid minimum, dummodo constans;» e nella nota: «Sic
ipse cuidam fratri, roganti quodnam obsequium putaret aptius ad Virginis
patrocinium demerendum.» - AURIEMMA, Affetti
scambievoli, parte 2, cap. 17 (secondo l'Indice de' capitoli, cap. 16), Bologna, 1681, pag. 232, 233: «Stava
morendo» in età di 88 anni, di cui 67 di religione, con gran fama di santità (Patrignani, Menologio, 6 dicembre 1619)
«il nostro Padre Francesco Costero, tanto
benemerito di Maria» e così largamente da essa rimunerato: sempre innocente,
sempre sano, sempre allegro. «Fu domandato da' Padri che l'assistevano... quale
ossequio fosse più accetto (alla Regina del cielo); ed egli: «Constans, quamvis
exiguus.» NADASI, Annus dierum
memorabilium Societatis Iesu, Antverpiae, 1665, VI die decembris, pag. 309:
«(P. Franciscus Costerus) rogatus
(non si dice che fosse negli estremi di sua vita) quis cultus Dei Matri esset
gratissimus, respondit: «Constans, quantumvis exiguus.» - S. Giovanni Berchmans
conobbe nel Belgio (Angelini, Vita, parte
3, cap. 2, p. 288) il P. Costero e lo venerava; ebbe certamente in Roma notizia
della sua morte, accaduta nel 1619, mentre egli stesso visse fino ai 13 agosto
1621: avrà il santo giovine ripetuto a qualche compagno il detto del santo
vecchio?
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