- Parte seconda.
- IV. - VARI OSSEQUI DI DIVOZIONE VERSO LA DIVINA MADRE COLLE LORO PRATICHE
- OSSEQUIO IV. - Del digiuno.
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OSSEQUIO IV. - Del digiuno.
Molti sono i divoti di Maria che ne' giorni di sabbato e nelle vigilie delle di
lei feste sogliono offerirle il digiuno in pane ed acqua. Si sa che 'l sabbato
è giorno dedicato ad onor della Vergine dalla S. Chiesa, perché in questo
giorno, dice S. Bernardo, ella stiè costante nella fede dopo la morte del
Figlio: Per illud triste subbatum stetit
in fide, propterea aptissime S. Ecclesia diem sabbati per totum anni circulum
celebrare consuevit (Cap. 2, de Pass.).1 Perciò i servi di Maria
non lasciano in questo giorno d'offerirle qualche ossequio particolare e
specialmente il digiuno in pane ed acqua, come praticava S. Carlo Borromeo, il
Cardinal Toledo, e tanti altri. Anzi il vescovo di Bamberga Nittardo ed il P.
Giuseppe Arriaga
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della Compagnia di Gesù nel sabbato non assaggiavano
affatto alcun cibo.2
Le grazie grandi che poi la Madre di Dio ha dispensate a chi le ha usato
quest'ossequio si possono leggere appresso il P. Auriemma (al T. 1, c.
17).3 Basti per tutte la misericordia usata a quel capo de' banditi,
che per questa divozione fu fatto degno di restar vivo, benché gli fosse stata
recisa la testa, ritrovandosi il miserabile in disgrazia di Dio, e di potersi
confessare prima di morire: poiché dopo essersi confessato dichiarò che la S.
Vergine per questo digiuno offertole l'avea conservato in vita, e poi subito
spirò (Ap. Auriem., l. cit.).4 Non sarebbe dunque gran cosa che taluno,
il quale pretende
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esser divoto speciale di Maria, e precisamente chi
già si avesse meritato l'inferno, che le offerisse il sabbato questo digiuno.
Io dico che chi pratica questa divozione, difficilmente si dannerà; non già che
arrivandogli la morte in istato di peccato mortale, la Madonna abbia a
liberarlo con un miracolo, come avvenne a quel bandito; questi sono prodigi
della divina misericordia, che rarissime volte accadono, e da' quali sarebbe
pazzia il pretendere l'eterna salute. Ma dico che a colui che le farà questo
ossequio, la divina Madre otterrà facilmente la perseveranza nella divina
grazia ed una buona morte. - Tutti i fratelli della nostra minima Congregazione
- quelli che possono farlo - fanno il digiuno in pane ed acqua nel sabbato in
onor di Maria. Ho detto quelli che possono farlo, per dire che se taluno fosse
poi impedito dalla salute a praticarlo, almeno nel sabbato si contenti d'una
vivanda, o faccia il digiuno comune, oppure s'astenga da' frutti o altro cibo
che piace.
Bisogna il sabbato fare ossequi speciali alla Madonna, far la comunione o
almeno sentir la Messa, visitar qualche immagine della Vergine, portare il
cilizio e simili. Ed almeno nelle vigilie delle sette feste di Maria procuri il
suo divoto di offerirle questo digiuno in pane o in altra maniera come meglio
può.
1
Vitis mystica, seu Tractatus de Passione Domini, cap. 2, n.
4. - Inter Opera S. Bernardi, ML 184-639:
«Mulieribus sexus... solus Christo, discipulis fugientibus, adhaesit... Si vero
fugam mentalem intelligimus, nec vir relictus est cum eo, nec mulier, praeter
illam quae sola benedicta est in mulieribus, quae sola per illud triste
sabbatum stetit in fide, et salvata fuit Ecclesia in ipsa sola. Propter
quod aptissime tota Ecclesia in laudem et gloriam eiusdem Virginis diem sabbati
per totius anni circulum celebrare consuevit.» - Colle stessissime parole:
inter Opera S. Bonaventurae, VIII, ad
Claras Aquas, pag. 161, in nota 9, col. 2. - Cf. Appendice, 2, 9°, nel nostro vol. V. pag. 452, 453.
2 S. Carlo Borromeo: «Era divotissimo
della Beatissima Vergine... Digiunava a pane ed acqua tutte le sue vigilie.»
GIUSSANO, Vita, lib. 8, cap. 2, Roma,
1610, p. 528; p. 607: «Nell'ultimo della sua vita... il suo digiuno era quasi
cotidiano di pane ed acqua, eccetto le feste di precetto.» - Il Cardinal Toledo: «Il Cardinal
Francesco Toleto, della Compagnia... digiunava il sabbato in pane ed acqua.»
AURIEMMA, Affetti scambievoli, parte
1, cap. 17, pag. 243. - Nitardo
(Neithardus a Thuengen ep. Bambergensis, 1591-1598): «Singulis sabbatis, in
honorem D. Virginis cibo abstinebat.» MARRACCI, Familia Mariana, II, Antistites
Mariani, cap. 11, n. 18. Summa aurea,
X, col. 1000. - AURIEMMA, l. c., p. 243, 244. - Il P. Paolo Giuseppe Arriaga, + 6 settembre 1622: «A onor di lei
(di Maria), dal mezzo giorno del venerdì sino a quello della domenica, non si
sdigiunava, e ciò per 40 anni costantemente.» PATRIGNANI, Menologio, III, pag. 29. - Cf. AURIEMMA, l. c., pag. 244.
3
AURIEMMA, l. c., pag.
245-254.
4 AURIEMMA, Affetti scambievoli, parte 1, cap. 17,
pag. 245. - Magnum Speculum exemplorum, dist.
5 (Ex libro Apum), exemplum 63. - Thomas CANTIPRATANUS, episcopus, O. P., Miraculorum et exemplorum memorabilium sui
temporis libri duo. (Altri titoli dell'opera: Liber Apum, Apum Respublica, Bonum universale). Duaci, 1605. Lib.
2, cap. 29, n. 24, pag. 306, 307: «Magistro Richardo Normanno, viro per omnia
litterato et pio, narrante, cognovi - sed et in scriptis cuiusdam Fratris
Ordinis Praedicatorum in Belvaco legisse me memini - quemdam in Normanniae
partibus virum flagitiosum valde et impium fuisse suis temporibus, rapinis et caedibus
debacchantem. Quem inimici sui in declivo montis cuiusdam deprehendentes,
amputato capite permerunt; cuius caput abscissum, trunco corporis in loco
manente, in vallem subiacentem devolutum est, clamans horribiliter per haec
verba: «Virgo sancta Maria, da veram confessionem.» Hoc non paucis horis
incessanter capite clamitante, unus inimicorum pro sacerdote cucurrit in
villam: venit ille, sed appropinquare ausus non est, nisi relatum caput suo
corpori compaginaretur. Quod ubi
factum est, advenit presbyter, sedit, et loquente capite compaginato,
confessionem illius audivit. In fine ergo confessionis, presbyter inquirit,
dicens: «Miror in miraculo de te facto, super omne miraculum quod audivi.» Et
ille: «Causa, inquit, miraculi ista est. Audivi adhuc iuvenis, quod quicumque
quartam feriam at sabbatum in honorem gloriosae Virginis ieiunaret, veram
confessionem, antequam ab hac vita decederet, Matris Christi precibus
obtineret. Hoc ut audivi, in omni scelestissima vita mea dictum
ieiunium observavi. Alterius vero boni nihil aliud feci.» Quo sacerdos audito miratus est, et statim ubi hoc
dicentem et confitentem absolvit, spiritum defunctus efflavit.»
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