- Parte seconda.
- IV. - VARI OSSEQUI DI DIVOZIONE VERSO LA DIVINA MADRE COLLE LORO PRATICHE
- OSSEQUIO VI. - Dell'abitino.
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OSSEQUIO VI. - Dell'abitino.
Conforme gli uomini si recano ad onore di avere alcuni che portano le loro
livree, così Maria SS. gradisce che i suoi divoti portino il suo scapolare in
segno d'esser dedicati alla di lei servitù ed esser del numero della famiglia
della Madre di Dio. Gli eretici moderni deridono al solito questa divozione, ma
la S. Chiesa l'ha approvata con tante bolle ed indulgenze. E riferisce il P.
Crasset (T. 2, tr. 6, part. 4), ed il Lezzana (In Mar., c. 5, n. 10), parlando
dell'abitino del Carmine, che verso l'anno 1251 apparve la S. Vergine al B.
Simeone Stochio inglese, e dandogli il suo scapolare, gli disse che coloro i
quali l'avessero portato, sarebbero stati liberi dall'eterna dannazione, con
queste parole: Accipe, fili dilectissime,
hoc tui Ordinis scapulare, meae confraternitatis signum, tibi et cunctis Carmelitis
privilegium; in quo quis moriens, aeternum non patietur incendium (Ap.
Lez., loc. cit.). E di più porta il
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P. Crasset che Maria apparendo
un'altra volta a Papa Giovanni XXII gli ordinò di far sapere a coloro che
portassero il suddetto abitino che sarebbero stati liberati dal purgatorio nel
sabbato dopo la lor morte; conforme appunto il medesimo Pontefice poi dichiarò
nella sua bolla, confermata appresso da Alessandro V, da Clemente VII, e da
altri, come riferisce il P. Crasset nel luogo citato. E secondo abbiamo notato
nella prima parte (cap. 8, § 2, pag. 272), Paolo V accenna lo stesso, e par che
spieghi le bolle de' Pontefici antecessori, prescrivendo nella sua bolla le
condizioni da osservarsi per guadagnare l'indulgenze appostevi, cioè l'osservanza
della castità secondo il proprio stato e la recitazione dell'Officio picciolo
della Vergine: e chi non può recitarlo, almeno che osservi i digiuni della
Chiesa, astenendosi dal mangiare carne nel mercoledì.1
Le indulgenze poi che vi sono così a questo abitino del Carmine,2 come
agli altri de' Dolori di Maria,3 della Mercede,4 e
singolarmente a quello della Concezione,5 sono innumerabili, quotidiane
e plenarie, in vita e in articolo di morte. Io per
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me ho procurato di
prendere tutti li suddetti abitini. - Singolarmente sappiasi che all'abitino
dell'Immacolata Concezione che si benedice da' PP. Teatini, oltre delle molte
indulgenze particolari, vi sono annesse tutte le indulgenze concedute a
qualunque religione, luogo pio, e persona. E specialmente recitandosi sei Pater, Ave e Gloria ad onore della SS.
Trinità e di Maria immacolata, si guadagnano toties quoties tutte le indulgenze di Roma, della Porziuncula, di
Gerusalemme, e di Galizia, le quali giungono a 533 indulgenze plenarie, oltre
alle temporali, che sono innumerabili. Tutto ciò sta ricavato da un foglio
stampato da' medesimi PP. Teatini.6
1 Su
questo argomento dell'abitino del Carmine, si veda il nostro vol. precedente, Appendice, 10, De Mariano Carmeli Scapulari
eiusque insignibus privilegiis, pag. 394-401. - I luoghi citati qui del Crasset e del Lezana, sono i seguenti: CRASSET, S. I., La vera divozione verso Maria Vergine stabilita e difesa, parte 2,
trattato 6, pratica 4 (Venezia, 1762, II, pag. 634-636). - Io. Bapt. de LEZANA,
Ord. Carmelit., Maria Patrona, seu de
singulari SS. Dei Genitricis et Virginis Mariae patronatu et patrocinio in sibi
devotos, specialiter in Carmelitici Ordinis fratres et sodales, qui sub
Scapularis sacri vexillo ipsi deserviunt: Romae, 1648, cap. 5, n. 10, pag.
49-53.
2 Le numerose
indulgenze, plenarie e parziali, concesse a quelli che indossano l'abitino del
Carmine, sono elencate nel Sommario approvato
dalla S.C. delle Indulgenze il 4 luglio 1908. Acta S. Sedis, XLI, pag. 608 e seg.
3 Lo scapolare dei
sette dolori di Maria deve la sua origine ai sette fondatori dell'Ordine dei
Serviti. Non è altro che la riduzione dell'abito dei religiosi di questo
Ordine, accordato ai loro affiliati e a quelli che fanno parte della
Confraternita della Vergine dei sette dolori. - Le indulgenze concesse dalla S.
Sede ai membri di questa Confraternita sono state riviste e approvate il 12
genn. 1925.
4 Lo scapolare della
Madonna della Mercede fu accordato all'Ordine dei Mercedari per la redenzione
degli schiavi. - Le indulgenze concesse agli ascritti sono elencate nel Sommario approvato dalla S.C. delle
Indulgenze il 30 luglio 1868. Rescripta
auth. S. C. Indulg., Ratisbonae, 1885, pars II Summaria Indulg., n. 36, pag. 483 e seg.
5 L'abitino
dell'Immacolata Concezione deve la sua origine alla Ven. Orsola Benincasa,
fondatrice dei Teatini di Napoli al principio del sec. XVII, la quale ne ebbe
rivelazione in un'estasi di cui fu favorita il giorno della Purificazione della
B.V. - È specialmente destinato a onorare il glorioso privilegio
dell'Immacolato Concepimento di Maria, e ad ottenere la riforma dei costumi,
senza che sia imposta alcuna pratica determinata. Le buone opere da compiere
sono lasciate alla scelta dei fedeli; però dei favori eccezionali sono stati
concessi a coloro che recitano 6 Pater,
Ave e Gloria.
6 Il foglio, al
quale si riferisce S. Alfonso, è l'Elenchus
Indulgentiarum Scapularis caerulei, di 16 pagine. - Nei Rescripta authentica S. C. Ind., 1885,
pars II Summaria Indulgentiarum n.
57, pag. 574 e seg., sono notate sia le indulgenze annesse all'abitino,
dell'Immacolata, sia quelle concesse a chi recita i 6 Pater, Ave e Gloria. - Però il S.P. Pio XI, con Decreto della S.
Penitenzieria, Acta Ap. Sedis, XXV,
1933, pag. 254, ha abrogato tutte le precedenti indulgenze annesse alla recita
dei 6 Pater, Ave e Gloria, concedendo
10 anni toties quoties, e la
plenaria, alle solite condizioni, a chi li avrà recitati per un mese
intero.
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