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Giovanni Villani Nuova cronica IntraText CT - Lettura del testo |
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XII
Come i Fiorentini ghibellini assediarono Castello Nuovo in Valdarno, e come se ne partirono a modo di sconfitti.
Ne' tempi che il re Carlo fu coronato a Roma, come è fatta menzione, il vescovo d'Arezzo, ch'era degli Ubertini, tutto fosse Ghibellino, perché non era in accordo cogli Aretini, né col conte Guido Novello vicario per Manfredi in Toscana, perché gl'ingiuriavano il vescovado e sue terre, sì diede in guardia le sue castella agli usciti guelfi di Firenze, i quali per lo favore della venuta del re Carlo feciono gran guerra in Valdarno a' Ghibellini che teneano Firenze, e aveano preso Castelnuovo in Valdarno. Per la qual cosa le masnade de' Fiorentini ch'erano col conte Guido Novello, con gente a piè assai, e con certi caporali ghibellini cittadini di Firenze, v'andarono ad oste, e a quello diedono più battaglie per modo che quasi più non si potea tenere, se non fosse il senno e sagacità di guerra ch'usò messer Uberto Spiovanato de' Pazzi di Valdarno del lato guelfo, ch'era capitano in quello castello, il quale prese e levò uno suggello di cera intero d'una lettera ch'egli avea avuta dal detto vescovo suo zio d'altra materia, e fece fare una lettera, dicendo come francamente si dovesse tenere, imperciò che di presente avrebbono soccorso di VIIIc cavalieri franceschi del re Carlo, e rimise il suggello a quella, e miselasi in borsa di seta con altre lettere e con danari. E uscito fuori ad uno badalucco, cautamente la borsa si tagliò e lasciolla; la quale da' nemici trovata, fu portata a' capitani, e letta la detta lettera, diedono fede alla venuta de' Franceschi. Incontanente presono partito di levarsi da oste, e per la fretta si partiro a modo di sconfitta, co·lloro danno e vergogna tornato in Firenze; per la qual cosa quasi tutte le terre di Valdarno si rubellarono a' Ghibellini. In questi tempi venne in Firenze uno Saracino ch'avea nome Buzzeca, ed era il migliore maestro di giucare a scacchi, e in su il palagio del popolo dinanzi al conte Guido Novello giucò a un'ora a tre scacchieri co' migliori maestri di scacchi di Firenze, cogli due a mente, e coll'uno a veduta; e gli due giuochi vinse, e l'uno fece tavola; la qual cosa fu tenuta grande maraviglia.
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