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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
15. AL SACERDOTE D. FRANCESCO DI VIVA.
Lo esorta a distaccarsi da ogni affetto umano.
Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!
VILLA, 7 GIUGNO 1734.
Don Ciccio mio, vediamo certo che Gesù Cristo ci benedice e vuol far conoscere in noi che egli è quello di cui si dice: de stercore erigens pauperem.
Séguita a faticare per la coronella di Gesù bambino col P. Campanello: va, lo trova, scrivigli; perché, se no, non l'arrivi. In quanto poi al tuo ritiro a S. Maria del Vignanello,1 D. Ciccio, come mai puoi dubitare che io non gradisca sommamente di averti vicino, quando io ho desiderato di averti più vicino di questo? E questo credeva forse che già fosse, vedendoti così inclinato alla vita ritirata, e vedendoti così amante della virtù: ma qualche rispetto umano o, per meglio dire, i peccati miei ci avranno posto impedimento; e così, come non voglio sommamente gradire di averti almeno vicino, e godere almeno qualche volta l'anno nelle sante missioni l'esempio delle tue belle virtù?
Ma senti, D. Ciccio: non starai mai perfettamente quieto, e forse ancora difficilmente sarai tutto di Gesù Cristo, se non rinunci affatto a questo Campanello e non ti metti sotto i piedi il mondo con tutti i suoi rispetti. Scrisse Tommaso da Kempis: Dimitte omnia, et invenies omnia. Orsù, non voglio avere più ardire con chi può insegnarmi e dottrina e virtù. Raccomandami a Gesù e Maria, a cui raccomanda specialmente in questo mese questa cosa tua: chi sa, Maria che ti dice? Viva Gesù, Giuseppe, Maria e Teresa! Fammi favore di mandarmi quattro figure di S. Maria di Caravaggio, e mandami la risposta. Viva Gesù e Maria!
Conforme all'edizione romana.