Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Pietro Metastasio Ezio IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SESTA
Camere imperiali istoriate di pitture
Onoria e Varo
ONOR. |
Del vincitor ti chiedo, Non delle sue vittorie: esse abbastanza Note mi son. Con qual sembiante accolse L’applauso popolar? Serbava in volto La guerriera fierezza? Il suo trionfo Gli accrebbe fasto, o mansueto il rese? Questo narrami, o Varo, e non le imprese. |
VARO |
Onoria, a me perdona Se degli acquisti suoi, più che di lui, La germana d’Augusto Curiosa io credei. Sembrano queste Sì minute richieste D’amante più che di sovrana. |
ONOR. |
È troppa Questa del nostro sesso Misera servitù. Due volte appena S’ode da’ labbri nostri Un nome replicar, che siamo amanti. Parlano tanti e tanti Del suo valor, delle sue gesta, e vanno D’Ezio incontro al ritorno: Onoria sola Nel soggiorno è rimasta, Non v’accorse, nol vide; e pur non basta. |
VARO |
Un soverchio ritegno Anche d’amore è segno. |
ONOR. |
Alla tua fede, Al tuo lungo servir tollero, o Varo, Di parlarmi così. Ma la distanza, Ch’è dal suo grado al mio, teco dovrebbe Difendermi abbastanza. |
VARO |
Ognuno ammira D’Ezio il valor: Roma l’adora: il mondo Pieno è del nome suo; fino i nemici Ne parlan con rispetto: Ingiustizia saria negargli affetto. |
ONOR. |
Giacché tanto ti mostri Ad Ezio amico, il suo poter non devi Esagerar così. Cesare è troppo D’indole sospettosa. Vantandolo al germano, uffizio grato All’amico non rendi. Chi sa? Potrebbe un dì... Varo, m’intendi. |
VARO |
Io, che son d’Ezio amico, Più cauto parlerò; ma tu, se l’ami, Mostrati, o principessa, Meno ingegnosa in tormentar te stessa.
Se un bell’ardire Può innamorarti, Perché arrossire, Perché sdegnarti Di quello strale Che ti piagò? Chi si fe’ chiaro Per tante imprese, Già grande al paro Di te si rese; Già della sorte Si vendicò. (parte) |