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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
CONCILIO VATICANO II
Più volte ho fatto pressanti inviti alla preghiera per il Concilio Ecumenico Vaticano II; ma non avevo finora dedicato un apposito «San Paolo».
Si attendeva l'esito sulla discussione della «Costituzione Conciliare» sulla Chiesa, che ora è uscita e che costituiva l'argomento fondamentale e principale in questo Concilio.
Ora la discussione e l'approvazione sono avvenute; e, dopo la votazione dei Padri (su 2156 votanti, i «placet» furono 2151), Paolo VI ha confermato col suo sigillo pontificio, ha pronunciato il suo «approbamus, decernimus, ae statuimus».
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Il Concilio Ecumenico è la riunione legittima dei Vescovi, ed altri, per cose che riguardano la fede, la morale, la liturgia, la disciplina e, in generale materie ecclesiastiche.
Sono chiamati a parteciparvi di diritto soltanto i Vescovi residenziali; ma per diritto ecclesiastico sono stati convocati quanti sono consacrati Vescovi, gli Abati e gli altri Prelati nullius, gli Abati generali dei Monasteri uniti in Congregazione, i Superiori generali degli Ordini, e gli altri Superiori generali convocati per Decreto del Papa.
Un vero Concilio Ecumenico ha autorità ordinaria e suprema nella Chiesa.
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Dal Concilio di Trento (1545-1563) non si era più radunato un Concilio Ecumenico sino a quello del 1869, che venne interrotto nell'anno successivo (1870) per l'avvenuta occupazione di Roma dalle truppe italiane.
In tale Concilio fu trattata soltanto una parte dottrinale, con la condanna del panteismo, materialismo e razionalismo. Nonostante tutto vi è stato un grande risultato, cioè la definizione dell’infallibilità pontificia. Tale definizione ha aperto la via a molte soluzioni successive; ad esempio, il modernismo da san Pio X venne condannato e colpito alla radice, e vinto in breve tempo, considerato la prerogativa pontificia.
L'interruzione del Concilio Vaticano I ha lasciato in sospeso molti problemi pratici; e così le necessità e problemi recenti, gravi ed attuali da quattro secoli non si sono più trattati in una riunione, valida e competente quale è un Concilio Ecumenico.
Dopo la lunga attesa oggi vi è la massima riunione dei Vescovi e di altri Padri conciliari con la presenza del Papa che ha i sommi poteri.
È realmente un Concilio Ecumenico, secondo tutti gli elementi costitutivi: il massimo numero dei Padri conciliari nei Concili precedenti è stato di settecento; nel presente invece i Padri sono circa duemilaquattrocento, rappresentanti i cinque Continenti; inoltre periti, parroci, osservatori, laici, suore, e rappresentanze di non cattolici, ecc. Concilio veramente ecumenico. Nessun intervento di poteri civili; piena libertà di trattare tutti gli argomenti predisposti.
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La Chiesa è di Gesù Cristo, secondo s'intitola la prima Enciclica di Paolo VI «Ecclesiam suam»; Gesù Cristo ne è il Fondatore, la difesa, il reggitore, la guida secondo i bisogni dei tempi.
Così Gesù Cristo suscitò un Papa che mosse e commosse il mondo intero: Giovanni XXIII.
Il Papa Giovanni XXIII, all'apertura del Concilio Ecumenico, dichiarò: «Parola pronunciata innanzi al Sacro Collegio dei Cardinali in quel faustissimo 25 gennaio 1959, festa della Conversione di san Paolo, nella basilica sua. Fu un tocco inatteso: uno sprazzo di superna luce; ma grande soavità negli occhi e nel cuore. E insieme un fervore, un grande fervore destatosi improvviso in tutto il mondo, in attesa della celebrazione del Concilio».
Infatti, dopo l'assistenza alla Messa, raccolse i Cardinali presenti in un ambiente riservato, e con la massima semplicità annunziò il suo programma: Sinodo Romano, Concilio Ecumenico, revisione del Codice di Diritto Canonico.
In una privata udienza mi raccontava che alcuni Cardinali si spaventarono di un simile programma, che sarebbe stato enorme, quasi una illusione, anche per un Papa giovane... Ma il Papa incoraggiò i Cardinali!
La prima parte del programma, Sinodo Romano, è stata compiuta; della seconda già ne è realizzata la preparazione e la prima sessione; la terza in pieno sviluppo.