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S. Alfonso Maria de Liguori Meditaz. per l'ottava dell'Epifania IntraText CT - Lettura del testo |
MEDITAZIONE VIII. - Dello smarrimento di Gesù nel tempio.
Narra S. Luca - cap. 2, [v. 42 e seg.]- che Maria e Giuseppe andavano ogni anno in Gerusalemme nel giorno di Pasqua e seco portavano Gesù fanciullo. Era poi costume, come scrive il Ven. Beda, appresso gli ebrei di far questo viaggio al tempio, almeno nel ritorno, andando gli uomini divisi dalle donne; ed i fanciulli si accompagnavano a lor piacere o con i padri o colle madri. 1 Il Redentore che allora era di dodici anni, in quella solennità se ne restò per tre giorni in Gerusalemme, credendo Maria ch'egli fosse con Giuseppe e Giuseppe che fosse con Maria: Existimantes illum esse in comitatu. 2 Il santo Fanciullo tutti questi tre giorni gl'impiegò in onorare l'Eterno suo Padre con digiuni, vigilie ed orazioni, ed in assistere a' sacrifici ch'eran tutti figura del suo gran sacrificio della croce. Se prese qualche poco di cibo, dice S. Bernardo, dovette procurarselo mendicando; e se prese qualche poco di riposo, altro letto non gli toccò che la nuda terra. 3 Giunti la sera Maria e Giuseppe alla loro casa 4 non trovano Gesù, onde afflitti si mettono a cercarlo tra' parenti e tra gli amici. Finalmente ritornando in Gerusalemme nel terzo giorno lo ritrovano nel tempio che disputava co' dottori, i quali stupiti ammiravano
le interrogazioni e le risposte di quel gran Fanciullo. Maria in vederlo gli disse: Fili, quid fecisti nobis sic? Ecce pater tuus et ego dolentes quaerebamus te. 5 - Non vi è pena in questa terra simile alla pena che prova un'anima che ama Gesù, se teme che Gesù Cristo siasi da lei allontanato per qualche difetto. Questa fu la pena di Maria e di Giuseppe, che tanto li afflisse in quelli giorni, temendo forse per la loro umiltà, come dice il divoto Laspergio, che si fossero renduti indegni di custodire tanto tesoro. 6 Onde in vederlo Maria, per fargli intendere questo lor dolore, gli disse così: Fili, quid fecisti nobis sic? Ecce pater tuus et ego dolentes quaerebamus te. E Gesù rispose: Nesciebatis quia in his quae Patris mei sunt, oportet me esse? 7 Impariamo da tal mistero due documenti. Il primo, che dobbiamo lasciar tutti, amici e parenti, quando si tratta di attendere alla divina gloria. Il secondo, che Dio ben si fa trovare da chi lo cerca: Bonus est Dominus... animae quaerenti illum (Thren. III, 25).