Carlo Goldoni
Il poeta fanatico

ATTO TERZO

SCENA SECONDA

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SCENA SECONDA

 

Beatrice e detto.

 

BRIGH. Cara siora padrona, per carità, la senta ste ottave balzane.

BEAT. Va dal signor Tonino, portagli la cioccolata per lui e per la sua consorte.

BRIGH. La cioccolata?

BEAT. Sì, la cioccolata, con i suoi biscottini.

BRIGH. Come ala fatto mai a cambiarse a favor de sto forestier? La lo trattava da scrocco, da impostor, da vagabondo, e con tanto amor la ghe parecchia la cioccolata?

BEAT. Ho conosciuto che è un giovane virtuoso, onorato e dabbene; e per questo lo votrattar come merita.

BRIGH. Donca podemio sperar che ella no la sia più tanto nemiga della poesia?

BEAT. Ho principiato a pigliarvi un poco di gusto.

BRIGH. Da vero?

BEAT. Così è certamente.

BRIGH. Quando l’è cussì, la me fazza una grazia. La senta sto par de ottave balzane.

BEAT. Non voglio sentir niente.

BRIGH. La ghe ne senta almanco una.

BEAT. Sbrigati.

BRIGH. Una sola, per carità.

BEAT. (Oh che seccatori che sono questi poeti!) (da sé)

BRIGH.

Montò a caval d’una montagna un’occa,

Sfidando ai pugni un orso barbaresco;

E un albero senz’occhi e senza bocca

La furlana ballò con un Todesco.

Un gatto s’innamora d’una rocca,

Una cicala si mangiò un pan fresco,

Un becco s’affatica notte e giorno,

E un cervo astuto gli regala un corno. (parte)

 

 

 


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