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S. Alfonso Maria de Liguori
Visite al SS. Sacramento

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VISITA XIII.

Erunt oculi mei et cor meum ibi cunctis diebus. III Reg. XIX.1

Ecco Gesù che ci ha attesa2 questa bella promessa nel Sacramento dell'altare, dove si è restato con noi notte e giorno. Signor mio, poteva bastare di restarvi in questo Sacramento solo il giorno, in cui potete avere adoratori della vostra presenza


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che vi tenessero compagnia; ma che serviva restarvi anche tutta la notte, in cui gli uomini chiudono affatto le chiese e si ritirano nelle case lasciandovi affatto solo? Ma già v'intendo: l'amore vi ha renduto3 nostro prigioniero; l'amore appassionato che ci portate vi ha ligato in terra in tal modo che notte e giorno non vi fa partire mai da noi. Ah Salvatore amabilissimo, questa sola finezza d'amore dovrebbe obbligare tutti gli uomini ad assistervi sempre ne' sacri cibori sino ad esserne cacciati per forza: e partendosi dovrebbero tutti lasciare a' piedi degli altari tutt'i loro cuori e tutt'i loro affetti verso un Dio umanato che se ne resta solo e chiuso in un tabernacolo, tutt'occhi per mirare e provvedere alle nostre necessità: e tutto cuore, restandosi4 ad amarci, ed aspettando il giorno appresso per essere visitato dall'anime sue dilette.

Sì, mio Gesù, io vi voglio contentare, io vi consacro tutta la mia volontà e tutti gli affetti miei. O maestà infinita di un Dio, voi vi siete lasciata in questo divin Sacramento non solo per essere a noi presente e vicina, ma principalmente per comunicarvi alle anime vostre dilette. Ma, Signore, chi ardirà d'avvicinarsi a cibarsi delle vostre carni? Ma chi all'incontro potrà allontanarsi da voi? voi a questo fine vi nascondete sotto l'ostia consacrata per entrare dentro di noi e per possedere i nostri cuori. Voi ardete di desiderio di essere ricevuto da noi, e godete starvi unito con noi. Venite dunque, mio Gesù, venite: io desidero di ricevervi dentro di me, acciocché siate il Dio del mio cuore e della mia volontà. Quanto è in me, Redentor mio caro, ceda al vostro amore: soddisfazioni, piaceri, volontà propria, tutto ceda a voi. O amore, o Dio d'amore, regnate, trionfate di tutto me; distruggete e sacrificate in me tutto quello che è mio e non è vostro.5 Non permettete, amor mio, che l'anima mia piena della maestà di un Dio, avendovi ricevuto nella santa comunione, abbia poi d'attaccarsi alle creature. V'amo, Dio mio, v'amo; e sempre e voi solo voglio amare.6 - Giac. Trahe me vinculis amoris tui.

La comunione spirituale.




1 III Reg. IX, 3.



2 Mantenuta.

3 Napoli, 1748, '49: reso.



4 Napoli, 1748, '49, '51: restando ivi; 1754, '55: restandovi; 1758 e seg., come nel testo.



5 Fino al 1755: che non è vostro ed è mio.



6 Fino al 1755: V' amo, mio Dio, v' amo; e solo voi voglio amare; e sempre voi voglio amare; 1755: V' amo, mio Dio, v' amo; e sempre voi solo voglio amare; 1758, come nel testo.




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