Commedia
(La tela del teatrino si alza. La scena, mal
dipinta, rappresenta una stanzetta con due porte laterali ed una finestra
praticabile in fondo. Un tavolo e due sedie rozze di paglia sono sulla destra
del teatrino. Nedda in costume da Colombina passeggia ansiosa.)
Colombina
Pagliaccio mio marito
a tarda notte sol ritornerà...
E quello scimunito di Taddeo...
perché mai non è ancor qua?
Ah! ah!
(Si ode un pizzicar di chitarra all'interno;
Colombina corre alla finestra e dà segni d'amorosa impazienza.)
Arlecchino (di dentro)
O Colombina, il tenero fido Arlecchin
è a te vicin!
Di te chiamando, e sospirando aspetta il poverin!
La tua faccetta mostrami, ch'io vo' baciar
senza tardar.
La tua boccuccia. Amor mi cruccia!
Amor mi cruccia e mi sta a tormentar!
Ah! e mi sta a tormentar!
O Colombina, schiudimi il finestrin,
che a te vicin
di te chiamando,
e sospirando
è il povero Arlecchin!
A te vicin è Arlecchin!
Colombina
(ritornando ansiosa sul davanti)
Di fare il segno convenuto appressa l'istante,
ed Arlecchino aspetta!
(Siede ansiosa volgendo le spalle alla porta
di destra. Questa si apre e Tonio entra sotto le spoglie del servo Taddeo, con
un paniere infilato al braccio sinistro. Egli si arresta a contemplare Nedda
con aria esageratamente tragica, dicendo.)
Taddeo
È dessa!
(poi levando bruscamente al cielo le mani ed il
paniere)
Dei, come è bella!
La Folla
(ridendo)
Ah! ah! ah! etc.
Taddeo
Se a la rubella io disvelassi
l'amor mio che commuove fino i sassi!
Lungi è lo sposo.
Perché non oso?
Soli noi siamo
e senza alcun sospetto!
Orsù... Proviamo!
(sospirando lungo, esagerato) Ah!
(Il pubblico ride.)
Colombina (volgendosi)
Sei tu, bestia?
Taddeo (immobile)
Quell'io son, sì!
Colombina
E Pagliaccio è partito?
Taddeo (come sopra)
Egli parti!
Colombina
Che fai così impalato?
Il pollo hai tu comprato?
Taddeo
Eccolo, vergin divina!
(Precipitandosi in ginocchio, offrendo colle due
mani il paniere a Colombina che si appressa.)
Ed anzi, eccoci entrambi ai piedi tuoi!
Poiché l'ora è suonata, o Colombina,
di svelarti il mio cor!
Di', udirmi vuoi? Dal dì...
(Colombina va alla finestra la schiude e fa
un segno; poi va verso Taddeo)
Colombina (strappandogli il paniere)
Quanto spendesti dal trattore?
Taddeo
Una e cinquanta.
Da quel dì il mio core,
il mio core...
Colombina (presso alla tavola)
Non seccarmi Taddeo!
(Arlecchino scavalca la finestra, depone a terra
una bottiglia che ha sotto il braccio, e poi va verso Taddeo mentre questi
finge non vederlo.)
Taddeo (a Colombina, con intenzione)
So che sei pura, so che sei pura!
sei pura e casta al par di neve!
Sì, casta!... al par di neve!
E ben che dura, dura ti mostri,
dura, ad obliarti non riesco
no! non riesco!
Arlecchino
(Lo piglia per l'orecchio dandogli un calcio e
lo obbliga a levarsi.)
Va a pigliar fresco!
(Il pubblico ride.)
Taddeo
(retrocedendo comicamente verso la porta a
destra)
Numi! s'aman!
m'arrendo ai detti tuoi.
(ad Arlecchino)
Vi benedico! Là veglio su voi!
(Taddeo esce. Il pubblico ride ed applaude.)
Colombina
Arlecchin!
Arlecchino (con affetto esagerato)
Colombina!
Alfin s'arrenda ai nostri prieghi amor!
Colombina
Facciam merenda.
(Colombina rende dal tiretto due posate e due
coltelli. Arlecchino va a prender la bottiglia, poi entrambi siedono a tavola
uno in faccia all'altro.)
Colombina
Guarda, amor mio, che splendida
cenetta preparai!
Arlecchino
Guarda, amor mio, che nettare
divino t'apportai!
A due
L'amore ama gli effluvii
del vin, de la cuccina!
Arlecchino
Mia ghiotta Colombina!
Colombina
Amabile beone!
Arlecchino
(prendendo un'ampolletta che ha nella tunica)
Prendi questo narcotico;
dallo a Pagliaccio
pria che s'addormenti,
e poi fuggiamo insiem!
Colombina
Sì, porgi!
Taddeo
(spalanca la porta a destra e traversa la scena
tremando esageratamente)
Attenti! Pagliaccio... è là...
tutto stravolto... ed armi cerca!...
Ei sa tutto... Io corro a barricarmi!
(Entra precipitoso a sinistra e chiude la
porta. Il pubblico ride.)
Colombina (ad Arlecchino)
Via!
Arlecchino (scavalcando la finestra)
Versa il filtro ne la tazza sua!
(Scompare.)
(Canio in costume da Pagliaccio, compare
sulla porta a destra.)
Colombina (alla finestra)
A stanotte...
E per sempre io sarò tua!
Canio
(porta la mano al cuore e mormora a parte)
Nome di Dio! quelle stesse parole!
(Avanzandosi per dir la sua parte.)
Coraggio!
(forte) Un uomo era con te!
Nedda
Che folle! Sei briaco?
Canio (fissandola)
Briaco! sì... da un'ora!!
Nedda (riprendendo la commedia)
Tornasti presto.
Canio (con intenzione)
Ma in tempo!
T'accora? T'accora!
dolce sposina!!
(Riprende la commedia.)
Ah! sola io ti credea
(mostrando la tavola)
e due posti son là!
Nedda
Con me sedea Taddeo,
che là si chiuse per paura!
(verso la porta a sinistra)
Orsù... parla!
Taddeo
(di dentro, fingendo tremare ma con intenzione)
Credetela! Credetela!
Essa è pura!!
E abborre dal mentir
quel labbro pio!!
La Folla
(ridendo)
Ah! ah! ah! ah!
Canio (rabbioso al pubblico)
Per la morte!
(poi a Nedda sordamente)
Smettiamo!
Ho dritto anch'io d'agir come ogn'altr'uomo.
Il nome suo...
Nedda (fredda e sorridente)
Di chi?
Canio
Vo' il nome de l'amante tuo,
del drudo infame a cui ti desti in braccio,
o turpe donna!
Nedda
(sempre recitando la commedia)
Pagliaccio! Pagliaccio!
Canio
No! Pagliaccio non son;
se il viso è pallido,
è di vergogna, e smania di vendetta!
L'uom riprende i suoi dritti,
e'l cor che sanguina vuol sangue
a lavar l'onta, o maledetta!
No, Pagliaccio non son!
Son quei che stolido
ti raccolse orfanella in su la via
quasi morta di fame,
e un nome offriati,
ed un amor ch'era febbre e follia!
(Cade come affranto sulla seggiola.)
Contadine
Comare, mi fa piangere!
Par vera questa scena!
Contadini
Zitte laggiù! Che diamine!
Silvio (a parte)
Io mi ritengo appena!
Canio
(riprendendosi ed animandosi a poco a poco)
Sperai, tanto il delirio accecato m'aveva,
se non amor, pietà... mercé!
Ed ogni sacrifizio al cor lieto, imponeva,
e fidente credeva
più che in Dio stesso, in te!
Ma il vizio alberga sol ne l'alma tua negletta;
tu viscere non hai... sol legge e'l senso a te!
Va, non merti il mio duol,
o meretrice abbietta,
vo' ne lo sprezzo mio
schiacciarti sotto i piè!!
La Folla
(entusiasta)
Bravo!
Nedda (fredda, ma seria)
Ebben! Se mi giudichi di te indegna,
mi scaccia in questo istante.
Canio (sogghignando)
Ah! ah!
Di meglio chiedere non dèi
che correr tosto al caro amante.
Se' furba! No! per Dio!
Tu resterai...
e il nome del tuo ganzo mi dirai!!
Nedda
(cercando riprendere la commedia sorridendo
forzatamente)
Suvvia, così terribile
davver non ti credeo!
Qui nulla v'ha di tragico.
(verso la porta a sinistra)
Vieni a dirgli o Taddeo,
che l'uom seduto or dianzi,
or dianzi a me vicino
era... il pauroso ed innocuo Arlecchino!
(Risa tosta represse dall'attitudine di
Canio.)
Canio (terribile)
Ah! tu mi sfidi!
E ancor non l'hai capita
ch'io non ti cedo?...
Il nome, o la tua vita! Il nome!
(Assieme.)
Nedda (prorompendo)
Ah! No, per mia madre!
Indegna esser poss'io...
quello che vuoi, ma vil non son, per Dio!
Contadini e Contadine
Fanno davvero?
Seria è la cosa?
Zitti laggiù!
Seria è la cosa e scura!
Silvio (a parte)
Io non resisto più!
Oh la strana commedia!
(Peppe vuoi uscire dalla porta a sinistra, ma
Tonio lo ritiene.)
Peppe
Bisogna uscire, Tonio. Ho paura!...
Tonio
Taci sciocco!
Nedda
Di quel tuo sdegno è l'amor mio più forte!
Non parlerò! No! A costo de la morte!
Canio
(urlando dà di piglio a un coltello sul
tavolo)
Il nome! il nome!
Nedda (sfidandolo)
No!
Silvio (snudando il pugnale)
Santo diavolo! Fa davvero...
La Folla
e Peppe (che cerca svincolarsi da Tonio)
Che fai! Ferma! Aita!
(Le donne che indietreggiano spaventate,
rovesciano i banchi ed impediscono agli uomini di avanzare, ciò che
obbliga Silvio a lottare per arrivare alla scena. Intanto Canio al parossismo
della collera, ha afferrata Nedda in un attimo e la colpisce per di dietro
mentre essa cerca di correre verso il pubblico.)
Canio
A te! A te!
(a Nedda) Di morte negli spasimi lo
dirai!
Nedda (cadendo agonizzando)
Soccorso! Silvio!
Silvio (che e quasi arrivato alla
scena)
Nedda!
(Alla voce di Silvio, Canio si volge come una
belva, balza presso di lui è in un attimo lo ferisce, dicendo.)
Canio
Ah!... sei tu?
Ben venga!
(Silvio cade come fulminato.)
La Folla
(urlando)
Arresta! Gesummaria!
(Mentre parecchi si precipitano verso Canio
per disarmarlo ed arrestarlo, egli, immobile, istupidito lascia cadere il
coltello dicendo)
Canio
La commedia è finita!
(La tela cade.)
Fine dell'opera.
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