Carlo Goldoni
Il matrimonio per concorso

ATTO TERZO

SCENA DICIASSETTESIMA   Doralice, madame Fontene, monsieur Traversen e detti.

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SCENA DICIASSETTESIMA

 

Doralice, madame Fontene, monsieur Traversen e detti.

 

ROB. (Ah, monsieur Traversen mi ha ingannato. Vedo la figlia di Pandolfo. Tenterà di nuovamente sedurmi. No, non le riuscirà. Ingrata! non posso ancora mirarla senza passione). (osservando Doralice che si avanza modestamente)

FONT. (Via, via, fatevi animo. Sono qui io in vostro aiuto). (piano a Doralice)

ANS. Venite avanti, di che cosa temete? (alle due donne)

ROB. E bene, signore, chi è che mi domanda? (a monsieur Traversen, con sdegno)

TRAV. Ecco madame Fontene, che vi desiderava. (a Roberto)

FONT. Scusatemi: sono io, signore, che desiderando d'illuminarvi...

ANS. Scusino, di grazia. Se hanno degli interessi loro particolari, si servino dove vogliono. Vorrei ora terminare i miei. Monsieur la Rose, ecco qui Doralice mia figlia... (prende per mano Doralice e la presenta a monsieur la Rose)

ROB. Come, signore! questa è vostra figlia? (ad Anselmo, con ammirazione)

ANS. Sì signore, è questa.

ROB. Non è ella la figlia del signor Pandolfo? Non è la giovane degli Affissi?

ANS. Che domanda! che novità! siete voi diventato cieco? Dopo gli amori che avete avuto per Lisetta, mi domandate se questa è la giovane degli Affissi? Questa è mia figliuola, questa è la sposa di monsieur la Rose.

ROB. Oimè, che colpo è questo? Muoio, non posso più.

DOR. Oh dio, soccorretelo. (trasportata)

ANS. Come! che cos'è questo imbroglio?

FONT. Ecco scoperto ogni cosa, signori miei. Questi è l'amante di Doralice.

ANS. Ma come? Parlate, non siete voi l'innamorato di Lisetta? (a Roberto)

ROB. Oh cieli! un equivoco mi ha tradito.

FONT. Due donne italiane, figlie di due mercanti italiani, lo stesso albergo, molte circostanze uniformi della persona, quantità di accidenti che paiono favolosi, e che sono veri, hanno prodotto la catastrofe dolorosa di questi poveri sfortunati.

ANS. Gran casi! gran stravaganze! Che ne dite, monsieur la Rose?

ROSE Io dico che ho tirato innanzi sin ora a maritarmi, e vedo che il destino non vuole che mi mariti.

FONT. Bravissimo, la risoluzione è da vostro pari.

ANS. E la parola, signore? (a monsieur la Rose)

FONT. Eh via, signor Anselmo, monsieur la Rose non è sì pazzo di sposar una giovane che non lo ama, e non lo amerà mai. Il signor Roberto può sollevarlo dall'impegno contratto. Egli non vale niente meno in condizione, in facoltà, in riputazione, e potete essere ben contento, s'egli sposa la vostra figlia.

ANS. Cosa dice il signor Roberto? (con premura)

ROB. Ve la domando in grazia, ve ne supplico instantemente.

ANS. Cosa dice monsieur la Rose? (con premura)

ROSE Servitevi come vi piace. Vi sarò buon amico in ogni maniera.

ANS. Cosa dice mia figlia? (con premura)

DOR. Ah signor padre...

ANS. Ho capito, non occorr'altro; che si sposino, ch'io son contento. (Roberto e Doralice si danno la mano. Tutti fanno applauso e gridano evviva)

 

 

 


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