Carlo Goldoni
Lugrezia romana in Costantinopoli

ATTO PRIMO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

Ruscamar e detti.

 

RUSC.

Salamelech.

ALB.

Addio: parla italiano.

RUSC.

Segnor, in questo puntu

Mi aver fatto gran presa; aver trovada

Su spiaggia de mar Bianco

Femena bianca e bella,

Con tanto bel musin, che parer stella.

ALB.

Dimmi, dove si trova?

MIRM.

Via, sior Albu... no m'arecordo el resto.

Sì, sior Albumazar, via, cossa femio?

Andemio, o non andemio?

ALB.

Aspetta ancora un poco. Ove si trova?

RUSC.

Star in propria mia casa,

Ma star a to comando. Oh, se ti vedi

Sta schiava, te prometto

Che Mirmicàina no valer un peto.

ALB.

Ho desio di vederla. È forse questa

Turca come siam noi?

RUSC.

No, star taliana.

ALB.

Come ha nome?

RUSC.

Lugrezia, e star romana.

ALB.

Vado dunque a vederla;

S'ella più di costei mi sembra bella,

Io risolvo lasciar questa per quella. (in atto di partire)

MIRM.

Oe, patron, se burlemio?

Andemio, o non andemio?

ALB.

Per ora non si può;

Aspetta ancora un poco, e tornerò.

MIRM.

Adesso son in gringola;

Se me scampa la voggia,

Pol anch'esser che mi più no ve voggia.

ALB.

Eh, non v'è dubbio: allora

Ch'io ti dessi un amplesso,

Il tuo cuore per me saria lo stesso.

 

Gallinetta che s'adira

Col suo gallo innamorato,

Se lo vede sconsolato,

Tutt'intorno a lui s'aggira

Cantuzzando coccodè.

Ei la sgrida, e la gallina

Al suo gallo umil s'inchina,

Dimandandogli mercé.

Gallinetta etc.

 

 

 


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