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AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NAZIONALE IN FIUME D’ITALIA
Il subitaneo movimento popolare avvenuto ieri sera davanti al Palazzo dimostra, per la sua ampiezza, che gli animi dei cittadini non sono concordi intorno alla necessità di accettare la soluzione provvisoria e di allontanare le truppe chiamate liberatrici.
La passione del popolo si comunica ai miei soldati e li agita.
Prima di porre la mia sanzione su ciò che fu ieri deliberato dal Consiglio, io stesso desidero che il popolo sia interrogato sotto la forma del plebiscito.
Soltanto il plebiscito, sinceramente attuato, può placare gli animi ed evitare inutili tumulti quando sia ritenuta necessaria la partenza di tutti quei fratelli devoti che serberanno per sempre l’orgoglio di essere inscritti nella Legione fiumana.
Confido che il Consiglio Nazionale, eletto dal popolo, voglia concedere al popolo questa riprova, in un’ora ansiosa per tutti, davanti a un destino che a più d’uno appare oscuro.
A Voi, signor Presidente amatissimo, e a tutto il Consiglio rinnovo la testimonianza della mia insuperabile fede e della mia immutata dedizione.
Fiume d’Italia, 16 decembre 1919.