Carlo Goldoni
Il burbero benefico

ATTO SECONDO

Scena Seconda. Dalancour, Geronte e Dorval, e poi Piccardo

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Scena Seconda. Dalancour, Geronte e Dorval, e poi Piccardo

 

Dalancour: (entra per la porta di mezzo, vede suo zio, lo ascolta passando, va verso il suo appartamento, ma resta alla porta per ascoltarlo)

Geronte: Questo è il giorno più felice della mia vita.

Dorval: Caro amico, quanto siete adorabile!

Geronte: Io men vo a casa del mio notaro. Dentro oggi sarà fatto tutto. (chiama) Piccardo?

Piccardo: (viene)

Geronte: La mia canna, il mio cappello.

Piccardo: (parte, e poi torna)

Dorval: Frattanto me n'andrò a casa.

Piccardo: ( al suo padrone la canna, il cappello, e parte)

Geronte: No, no; dovete aspettarmi qui. Torno subito, pranzerete meco.

Dorval: Ho da scrivere. Fa d'uopo ch'io faccia venire il mio intendente, che è una lega lontano da Parigi.

Geronte: Andate nella mia camera, scrivete; inviate la lettera per Piccardo. Sì, Piccardo andrà a portarla in persona. Piccardo è un giovane dabbene, savio, fedele. Talvolta lo sgrido, ma gli voglio bene.

Dorval: Via; giacché volete assolutamente così; scriverò nella vostra camera.

Geronte: Anche questa è fatta.

Dorval: Sì, siamo intesi.

Geronte: (prendendolo per la mano) In parola d'onore?

Dorval: (dandogli la mano) In parola d'onore.

Geronte: Mio caro nipote!(parte) (Dalancour all'ultima parola mostra gioia)

 


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