Capitolo
1 1 | teneva scuola di lettere e si chiamava Carlo; gli altri due stavano
2 1 | papà, che stava a casa e si chiamava Alessandro. Mia nonna era
3 1 | tutto lo sforzo da un lato e chiamava là tutta l’attenzione dell’
4 4 | morte della figlia, che si chiamava Virginia, io lacrimava con
5 5 | furia francese, come mi chiamava zio. Quando io ne sballava
6 8 | Zita, come per ischerzo li chiamava il marchese. C’erano in
7 8 | quello scrivere alla francese chiamava uno stile a singhiozzi.
8 8 | cercava con l’occhio e mi chiamava il suo collaboratore. Giovannino
9 9 | lettere, e fin d’allora mi chiamava “il professorino”. Io era
10 13| rappresentava la parte a cui lo chiamava il suo interesse, e che
11 14| tutt’un pezzo”. Talora mi chiamava per celia uno svizzero.
12 17| tale grammatica tipica io chiamava grammatica metodica; e volevo
13 17| della scuola”, come lo si chiamava. Uno di questi sunti mi
14 21| pensare che a purificarla. Io chiamava costoro falsi puristi, che
15 22| facile ad arrossire, e si chiamava Agostino Magliani. Il marchese
16 23| vivacissimi. Mi dissero che si chiamava Angelo Camillo de Meis.
17 25| le sue forze. Questo io chiamava ginnastica dell’anima. Le
18 27| una certa stampa, ch’egli chiamava un letamaio. Il romanticismo
19 27| come un tarlo la mente”. Chiamava bolle di sapone, fuochi
20 27| strepito e letto avidamente: chiamava l’opera del fratello un
21 28| che quello che la turba chiamava disordine era ordine, e
22 28| ordine, e quello che la turba chiamava irregolarità era regola.
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