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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
87. Macchine elettrostatiche. — Per caricare un conduttore a un alto potenziale, o stabilire una elevata differenziale di potenziale tra due conduttori isolati, servono le macchine elettrostatiche.
Le più antiche, dette a strofinio, utilizzavano le cariche destate per strofinio su un disco di vetro rotante tra due cuscinetti, posti all’estremità d’un diametro.
La carica sviluppata si trasportava su un conduttore isolato per mezzo di una serie di punte connesse con l’ultimo, e disposte in presenza del disco di vetro. Ma queste macchine non hanno ormai che un interesse puramente storico.
Molto più efficaci sono le macchine a induzione, di cui la più semplice è l’elettroforo di Volta. Esso consta di un disco piano di sostanze resinose, sul quale si adagia un disco piano di legno coperto di stagnola e tenuto da un manico isolante.
Dando,
per strofinio, una carica elettrica al disco, e adagiandovi il piatto
metallizzato, il contatto tra i due ha luogo solo in un numero limitato di
punti, perchè la loro forma non può essere assolutamente piana. Le cose vanno
perciò come se il disco e il piatto si trovassero a una piccolissima distanza e
separati da aria che fa da dielettrico. Se il disco D (fig. 110) è carico
negativamente, il piatto si caricherà per influenza, come nella figura; e
toccandolo col dito superiormente, la carica negativa si porta al suolo, mentre
resta su p solo la positiva. Se ora
si allontana il piatto, per mezzo del manico isolante, la sua carica positiva
diviene libera, e avvicinandovi il dito se ne può trarre una scintilla.
Il fenomeno può riprodursi quasi indefinitamente, poichè a ogni contatto di p con D vien portata via solo la piccolissima carica negativa dei pochi punti di D che toccano p. Ed è chiaro che l’energia elettrostatica del piatto sollevato, dopo che fu posto per un istante in comunicazione col suolo, è creata dal nostro lavoro meccanico, poichè nel sollevare il piatto dobbiamo vincere la rilevante attrazione tra la carica positiva di p e la negativa di D.
Utilizzando un principio analogo sono state ideate e costruite le attuali macchine a induzione a funzionamento continuo, nelle quali dei dischi isolanti ruotano in presenza di altri dischi fermi o ruotanti in senso inverso; e le cariche iniziali, create accidentalmente, si esaltano sempre più per dei processi d’influenza su conduttori opportunamente disposti. Ma la spiegazione completa del funzionamento complicato di queste macchine non è agevole in un corso breve ed elementare; noi rimandiamo perciò chi vuol conoscerne i particolari ai trattati più estesi.