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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro decimo
      • LXII               Come il re Ruberto andò con grande stuolo sopra Cicilia, e assediò la città di Trapali.
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LXII

 

           

Come il re Ruberto andò con grande stuolo sopra Cicilia, e assediò la città di Trapali.

           

Nel detto anno MCCCXIIII il re Ruberto per vendicarsi di don Federigo di Cicilia che alla venuta dello 'mperadore gli avea rotta pace, e allegatosi co·llui, e prese le sue terre in Calavra, sì fece una grande armata a Napoli, che tra di Proenza e di Puglia e de·Regno e Genovesi armò CXX galee, e tra uscieri e legni grossi da portare cavagli e arnesi d'oste presso di C, sì che CC e più legni a gabbia fu lo stuolo, e con MM cavalieri e gente a piè senza numero. Egli in persona col prenze Filippo e con messer Gianni suoi fratelli si partirono di Napoli col detto stuolo del mese d'agosto del detto anno, e puose in Cicilia a Castello a Mare, e per forza l'ebbe; e poi a la città di Trapali puose l'assedio per mare e per terra, e quella credendosi di presente avere per trattati fatti prima ch'e' si movesse, da' cittadini di Trapali ingannato tue, che sotto i detti trattati fatti fare a posta di don Federigo fu tanto lo 'ndugio della partita del re Ruberto, ch'egli fornì Trapali di gente e di vittuaglia, e rafforzò la città per modo che per battaglia, che più e più ve ne diè il re Ruberto, no·lla potéo avere: e per lungo stallo e male tempo di pioggia, e l'oste mal fornita di vittuaglia per lo tempo contrario, grande infermeria e mortalità fu nell'oste. Il re Ruberto veggendo non potea avere la città, né combattere non volea don Federigo co·llui in mare né in terra, fatta fu triegua per tre anni tra·lloro, e così si partì il re Ruberto con sua oste assai peggiorato, e sanza nulla aquistare: di tornò in Napoli il di calen di gennaio, anno MCCCXIIII, e più galee delle sue afondarono in mare colla gente, perch'erano state nuove e non riconce in sì lungo soggiorno.

 




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