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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Formazione catechistica

Il catechismo, secondo gli intenti della Chiesa, dev’essere una scuola nella quale il catechizzando si forma alla vita cristiana. Si comprende


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facilmente che tale formazione dipende dal catechista. Ciò tanto più ai tempi nostri, in cui essere «maestri di dottrina» non significa più come un tempo essere dei ripetitori sotto il controllo del sacerdote.

Oggi il catechista deve sapere far da sé e, se non completamente certo in buona parte, dove il catechismo è organizzato in forma di scuola, il catechista supplisce il sacerdote. Egli quindi, per compiere degnamente la sua missione, deve avere una vocazione ed una formazione particolare.

Vocazione che esige: un’anima docile a Dio, alla Chiesa, al sacerdote suo superiore; un’anima apostola che senta e viva nel suo cuore il grido di Gesù: «Misereor super turbam»;4 un’anima virile che possieda un certo spirito di comando, non mai disgiunto però dalla dolcezza e dalla carità.

Formazione completa che comprende: formazione dottrinale, formazione pedagogica e formazione interiore.

La formazione dottrinale è sempre necessaria, anche nelle scuole rurali, perché si tratta di esporre alle anime la dottrina più difficile e più delicata. Dalla scuola di catechismo dipende assai spesso l’orientamento della vita e la salvezza di tante anime.5


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Detta formazione richiede una duplice preparazione: remota e prossima.

La prima dev’essere metodica ed esige un corso completo di istruzione religiosa, che abbracci: la dottrina cattolica nelle sue tre parti principali: fede, morale e grazia; la storia sacra del Vecchio e del Nuovo Testamento, la storia della Chiesa almeno nelle sue linee principali, la storia della Liturgia e la vita liturgica della Chiesa.

La seconda è la preparazione immediata ad ogni lezione. Può essere aiutata dai libri di guida per i catechisti, dall’uso del diario e da uno studio continuo, aggiornato.

La formazione pedagogica è necessaria per avviare i catechisti all’arte di educare le anime affidate alle loro cure.


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Comprende lo studio della psicologia e della didattica.

La psicologia con i suoi principi generali e particolari insegnerà il modo di render adatta, proficua e completa l’educazione catechistica.

La didattica, se sarà saggia e aggiornata, aiuterà ad approfittare di tutti i mezzi naturali per collaborare all’azione divina a vantaggio delle anime.

E poiché il catechismo è rivolto particolarmente ai fanciulli, il catechista deve conoscere in modo particolare la psicologia dei fanciulli, ossia com’è fatta la loro anima;6 conoscere la loro lingua (i fanciulli hanno lingua e vocaboli propri), e imparare a farsi bambino come loro, rifacendosi agli anni della sua fanciullezza per ricordare le cose e le parole che in quell’età gli hanno fatto più impressione.

Alla formazione dottrinale e pedagogica non si può disunire la formazione interiore, perché da essa dipende l’efficacia soprannaturale.

Questa mira a formare dei catechisti che siano cristiani perfetti, capaci di unire alla preghiera intensa un grande amore a Dio e alle anime.

L’apostolo che si dedica all’opera catechistica (dopo aver procurato a se stesso una conveniente


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formazione secondo le norme suesposte), potrà contribuire alla formazione dei catechisti e, quando fosse necessario e possibile, anche direttamente dei catechizzandi.




4  * Cf. Mc 8,2: «Sento compassione di questa folla».



5   «Tal genere di predicazionediceva Pio X nella sua magnifica enciclica sul Catechismo – non si pensi che non richieda fatica e meditazione, ché anzi ne esige più che qualunque altro genere. È più facile assai trovare un predicatore capace di tenere un eloquente discorso, anzi che un catechista che faccia una istruzione lodevole sotto ogni riguardo. Qualunque sia la facilità che altri abbia da natura di concepire e di parlare, si rammenti bene che non potrà mai fare un fruttuoso catechismo ai fanciulli e al popolo senza prepararvisi con molta riflessione.

S’ingannano coloro che, facendo fidanza con la rozzezza e ignoranza del popolo, credono di poter procedere in questo fatto con trascuratezza. Per contrario quanto più l’uditorio è grossolano, tanto più cresce l’obbligo di studio maggiore e di maggiore diligenza per mettere alla portata di ognuno veritàsublimi e sì remote dalla intelligenza del volgo, che pur fa d’uopo che tutti, dotti e ignoranti, conoscano per conseguire l’eterna salute».



6  Il cervello del fanciulloscrive il Fénelon – è come una candela accesa in un luogo esposto al vento; la sua fiamma tremula sempre.




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